1980 - Inaugurazione a.a. 1980-1981

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Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova

Inaugurazione a.a. 1980-1981
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Ranieri Favilli
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Lucio Lazzarino
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Giancarlo Fasano
Agostino Palazzo
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Paolo Meletti
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Relazione del Magnifico Rettore prof. Ranieri Favilli tenuta in occasione della inaugurazione dell’anno accademico 1980-1981

 

Eccellenze, Autorità, Signore e Signori, Colleghi, Studenti

per unanime deliberazione del Senato Accademico, torna quest’anno a tenersi la cerimonia che, per secolare consuetudine, segna nel nostro Ateneo l’inizio di un nuovo anno di attività. Questa cerimonia che, per l’ambiente e per la solennità con cui si svolge, mira anche a ricordare le antiche ed illustri tradizioni della Università Pisana, non si teneva dall’ormai lontano anno accademico 1967-68.

Aveva allora principio uno dei periodi più difficili e travagliati per la vita dei nostri Atenei, le cui strutture gestionali, organizzative e didattiche, immutate da molti decenni, si andavano dimostrando obsolete e sempre più inadeguate alla ormai ben diversa realtà sociale del nostro Paese. Questo periodo, caratterizzato da numerosi, vani tentativi di riforma dell’Università e dall’emanazione di disorganiche norme legislative miranti a dare temporanea e parziale soluzione ai suoi più urgenti problemi, può oggi considerarsi avviato a conclusione con l’entrata in vigore dei provvedimenti delegati (D.P.R. 11 luglio 1980 n. 382) sul riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione e sulla sperimentazione organizzativa e didattica.

Questi provvedimenti, oggi operanti, per essere fortemente innovativi e per restituire agli Atenei anche possibilità di autonome scelte, richiedono, ora più che mai, il responsabile impegno di tutti perché da una loro sollecita, razionale attuazione si giunga al più presto a quel rinnovamento della vita universitaria che da tempo viene auspicato.

Con tali provvedimenti, infatti, si riapre finalmente l’accesso all’Università ai giovani che intendono avviarsi alla ricerca scientifica; si istituisce il dottorato di ricerca; si amplia il ruolo dei professori ordinari, dei quali meglio si precisano le incompatibilità con altri uffici. Viene istituito il ruolo dei professori associati e si prevede altresì la nuova figura del professore a contratto.

Anche la ricerca scientifica, che dell’insegnamento universitario costituisce indispensabile fondamento, viene a risultare potenziata, in quanto per essa si dispongono finanziamenti diretti e di entità assai meglio adeguata agli oneri che comporta il condurla a qualificati livelli.

Ma soprattutto la sperimentazione organizzativa e didattica, che questi provvedimenti prevedono, potrà sensibilmente migliorare il funzionamento dei nostri Atenei, attraverso la possibilità, sia di istituire Dipartimenti e Centri Interdipartimentali dotati di maggiore autonomia rispetto alle attuali strutture, sia di adottare nuove modalità didattiche volte a rendere più efficace e rispondente alle attuali esigenze professionali l’insegnamento universitario.

E questo potenziamento della ricerca e della didattica appariva ormai necessario ed urgente, per evitare che le nostre Università si inoltrassero ulteriormente sulla via della licealizzazione, perdendo così definitivamente l’allineamento con i livelli internazionali, ed in specie con quelli dei Paesi della Comunità Europea, con i quali il confronto diviene sempre più frequente ed il rapporto più vincolante. Si deve dire, per altro, che il rinnovamento che la legge vuol in tal senso promuovere sarà velleitario se non si provvederà in tempi brevissimi - prima che il consolidarsi delle nuove strutture crei nuovi elementi di rigidità - a riqualificare il «prodotto» che l’Università deve fornire al Paese; se non si provvederà, insomma, ad una revisione dei titoli e degli ordinamenti degli studi che elimini alla base un sistema che isola l’Università italiana dall’Europa, e non solo dall’Europa.

Soltanto in Italia è possibile conseguire una laurea senza avere mai frequentato una lezione; soltanto in Italia, in una polverizzazione delle discipline che ha dell’assurdo, gli esami si succedono con ritmo frenetico, mensile o addirittura settimanale. Se non si porrà fine a questo sistema e se i titoli di studio non saranno ridisegnati per le esigenze del mondo moderno, la nostra Università sarà destinata a produrre, non la classe dirigente e tecnica di una società industriale avanzata, ma i fantasmi delusi e ribelli del mondo di ieri.

Ma non possiamo altresì tacere come talune norme del D.P. R. n. 382 - sul quale, nel suo complesso, non possiamo che esprimere un positivo giudizio - suscitino anche qualche legittima perplessità, per esservi in esse un ambiguo compromesso coi pregiudizi ed i miti di dieci anni fa, pregiudizi e miti che un decennio di storia ha d’altronde già rapidamente offuscato.

Ne è un esempio una mal dissimulata indulgenza all’assemblearismo, con una moltiplicazione di organi collegiali, che rischia di trasformare i docenti - come argutamente osserva un nostro collega - in «dignitari a tempo pieno e ricercatori a tempo perso». Senza dire della contraddittoria composizione degli organi medesimi, in cui non è chiara la distinzione delle funzioni decisionali dalle funzioni di controllo, ed alla cui costituzione si procede includendo o escludendo questa o quella categoria, mentre sarebbe stato ragionevole e giusto unire la massima rappresentatività alla chiara e non equivoca definizione delle competenze delle varie componenti.

La legge esprime altresì, in termini orari, i doveri dei professori. Probabilmente non erano possibili soluzioni diverse. Ma non possiamo tacere che essa, per imporre disciplina ai pochi negligenti - che non andavano disciplinati, ma allontanati dall’Università - mortifica i migliori, che da sempre hanno largamente superato, con una assidua presenza, gli obblighi che oggi loro si impongono.

Ma nel riaffermare il nostro personale impegno a dedicare ogni energia a questa delicata fase di vita dell’Ateneo, qual è appunto quella della messa in atto di queste nuove norme di legge, desideriamo sottolineare come questo impegno già lo stiano ampiamente dimostrando tutti i consessi accademici della nostra Università, che a questo fine stanno responsabilmente operando animati dal comune desiderio di vedere presto realizzata una Università nuova, da cui escano giovani che, anche per un loro più continuo rapporto con i professori, siano sempre meglio preparati; in cui la ricerca scientifica, base della formazione del docente, abbia effettivamente, e non solo in teorica enunciazione, la sua sede primaria; una Università nuova, cioè, che, nella scia della sua tradizione, sia centro elettivo per la elaborazione e la trasmissione della cultura e quindi fonte ispiratrice e promozionale dello sviluppo morale, culturale e sociale del Paese.

Fino al decorso anno accademico, il Rettore assolveva al suo dovere di riferire sulla situazione e sulle attività dell’Ateneo in occasione della manifestazione per le «Nozze d’oro e d’argento con la laurea». Quest’anno tale dovere torna ad assolverlo, secondo la tradizione, nel corso di questa cerimonia ufficiale, che gli dà altresì modo di richiamare, sui maggiori problemi dell’Università Pisana, l’attenzione di coloro cui spetta, in sede nazionale, regionale e locale, di contribuire a risolverli. Ed al riguardo non possiamo anche non sottolineare che in una città delle dimensioni di quella di Pisa, i problemi di una importante Università, qual è appunto la nostra, si fondono con i problemi della stessa città. Ne sono esempio quelli inerenti l’edilizia residenziale studentesca e la realizzazione del nuovo complesso clinico-ospedaliero di Cisanello.

Ma, come è ovvio, il rapporto fra Università e Territorio non si estrinseca soltanto attraverso la programmazione edilizia. L’edilizia è un mezzo, non un fine. L’Università è perfettamente sintonizzata con la comunità quando, pur senza compromettere il carattere sovrannazionale della ricerca, è messa in condizione di contribuire, con la propria esperienza scientifica, alla soluzione dei problemi della comunità medesima. In questo campo la nostra Università - come più avanti avremo occasione di dire - ha in atto iniziative importanti. Ma non possiamo qui intanto non richiamare, come esempio di positivo rapporto fra Università e Territorio, l’impegno assunto dai Comuni di Pisa e di Calci, dall’Amministrazione Provinciale e dall’Ente Provinciale del Turismo di Pisa e dalla Comunità Montana n. 16, per sostenere le attività culturali che il nostro Ateneo intende svolgere a favore delle comunità locali per mezzo del Museo di Scienze Naturali e del Territorio, in via di costituzione nella Certosa di Calci.

Ed anche per questi motivi, che l’Università di Pisa è lieta di avere, con l’odierna cerimonia, l’occasione per rendere noti gli aspetti salienti della sua vita organizzativa, scientifica e didattica che hanno caratterizzato il decorso anno accademico 1979-80.

Ma prima di riferirne, desideriamo innanzitutto porgere il saluto dell’Ateneo Pisano alle Autorità qui convenute e ringraziarle della loro ambita partecipazione alla cerimonia odierna.

Un caloroso, particolare saluto, anche a nome dell’intero Corpo docente, lo rivolgiamo a tutti i nostri studenti, ed in particolare alle nuove matricole, ai quali formuliamo l’augurio più fervido per un anno di studio sereno e proficuo.

 

***

 

Nel decorso anno l’Università di Pisa ha subito alcune gravi perdite. Hanno infatti concluso la loro parentesi terrena: Remo De Fazi, emerito di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, per oltre 25 anni Preside della facoltà di Farmacia e Rettore dell’Ateneo durante il periodo più difficile dell’ultima guerra; Pietro Celestre, ordinario di Idraulica Agraria; Guido Bartalena, ordinario di Clinica Otorinolaringoiatrica; Ugo Tiberio, ordinario di Radiotecnica, a riposo; ed inoltre: Everardo Taccini, tecnico coadiutore e Donato Tortiello, ausiliario. La memoria di tutti gli scomparsi rimarrà viva nel cuore di coloro che li ebbero maestri, colleghi ed amici.

Sono stati collocati a riposo: Onorato Verona, ordinario f.r. di Microbiologia Agraria e Tecnica; gli Assistenti Paolo Pierotti e Antonio Leonori; il coadiutore amministrativo Gino Picchetti; i tecnici esecutivi Giovanni Vinardi, Sergio Maggi ed Euro Cerisoli, gli ausiliari Osvaldo Antonelli, Bonfiglio Bernardeschi, Sergio Carrara, Umberto Cerrai, Danzino Danzini, Mario Martucci, Minos Meini, Angelica Gina Pioli, Cesare Puccini e Cesare Ciuti. A loro tutti va un pensiero di affettuosa riconoscenza e l’augurio di una vita ancora lunga e serena.

Sensi di non minore gratitudine li esprimiamo ai colleghi ordinari collocati fuori ruolo: Giorgio Candeloro, di Storia del Risorgimento; Alberto Mori, di Geografia; Livio Trevisan, di Geologia. Siamo certi che, seppure non più impegnati nell’insegnamento ufficiale, essi continueranno a dare quell’importante contributo di scienza e di esperienza che per lunghi anni ha caratterizzato la loro attività nell’Ateneo.

Un saluto cordiale ed un ringraziamento, per l’opera da loro prestata in questa sede, li rivolgiamo ai colleghi trasferiti ad altri Atenei. Essi sono: i professori ordinari L. Capogrossi Colognesi, E. Cortese, M. Spasari e D.P. Bovet, passati a Roma; M. Chiavario, a Torino; G. Fabbrini e S. Tondo, a Firenze; M.M. Scaparone, a Genova; A. Tognoli, a Ferrara; e F. Diaz, alla Scuola Normale Superiore, ed i professori incaricati stabilizzati G. Lagrassa, a Venezia; F. Polverini, a Salerno; F. Rosselli, a Firenze ed S. Torrisi, a Catania.

Si sono trasferiti a Pisa da altre sedi i professori: Eugenio Ripepe, straordinario di Filosofia della Politica, da Camerino; Giuseppe Volpe, straordinario di Diritto Costituzionale, da Sassari; Carlo Bemporad, straordinario di Fisica Nucleare, da Lecce; Giuseppe Cognetti, ordinario di Zoologia, da Modena; Romano Felicioli, straordinario di Chimica, da Cagliari; Alessandro De Carli, straordinario di Controlli Automatici, dall’Aquila; Alfredo Buonaccorsi, ordinario di Clinica Medica Veterinaria, da Bari, nonché gli incaricati stabilizzati: Carlo Venturini, da Firenze; Aldo Schiavone, da Bari; Alessandro Cerrai, da Urbino; Francesco Casotti, da Bergamo e Walter Leszl, da Bari. A questi nuovi colleghi entrati a far parte del Corpo docente della nostra Università rivolgiamo il benvenuto più cordiale, augurando loro una feconda attività scientifica e didattica.

Un particolare saluto lo rivolgiamo a Francesco Caffarella ed a Marilena Giorgini, già assistenti di ruolo nella nostra Università che, vincitori di concorso, sono stati nominati professori straordinari nell’Accademia Navale di Livorno.

A seguito di queste variazioni, il corpo docente del nostro Ateneo risulta attualmente costituito da 283 professori di ruolo e fuori ruolo, e da 906 professori incaricati, dei quali 668 stabilizzati. Gli assistenti (ordinari ed incaricati) assommano complessivamente a 825, dei quali 515 sono anche professori incaricati. Dal prossimo anno accademico nel numero dei professori di ruolo si verificherà un sensibile aumento, dato che i posti in organico assegnati al nostro Ateneo in applicazione alla Legge 766 del 1973 - posti per la cui copertura sono già state espletate le necessarie procedure - sono passati da 304 (compreso 42 in soprannumero) a 391.

I titolari di contratti e di assegni di formazione scientifica e didattica sono oggi, rispettivamente, 190 e 98; i borsisti 61.

Maestri dell’Ateneo Pisano hanno visto riconosciuti e premiati i meriti da loro acquisiti in campo nazionale e internazionale. Così al prof. Mario Matucci, ordinario di Lingua e Letteratura Francese, è stata conferita dall’Università di Angers la laurea honoris causa in Lettere. I colleghi Paolo Enrico Arias e Luigi Beschi, ambedue ordinari di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, sono stati nominati soci corrispondenti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. I loro nomi, pertanto, meritatamente si aggiungono a quelli dei professori, Moruzzi, Trevisan, Benazzi, D’Amato, Violante, Mori e Bolelli, che già fanno parte di questo illustre consesso.

Nel decorso anno accademico si sono verificate notevoli variazioni nella composizione degli organi collegiali di governo dell’Ateneo. Così, nel Senato Accademico, il prof. Giancarlo Fasano, nuovo Preside della facoltà di Lingue e Letterature Straniere ed il prof. Paolo Meletti, nuovo Preside della facoltà di Scienze M.F.N., hanno sostituito rispettivamente il prof. Guido Mancini ed il prof. Oriano Salvetti. Nel Consiglio di Amministrazione, la prof. Giovanna Marini Scajola, rappresentante del Governo, è stata sostituita dall’Avv. Pier Ugo Montorzi, mentre, per rinnovo delle rappresentanze, sono entrati a far parte di questo consesso, come professori di ruolo: Sergio Michelucci, Augusto Cecchini, Antonello Crovetti e Piero Elter, in sostituzione di Bruno Guerrini, Renzo Nobili, Piero Puntoni e Giancarlo Fasano; come professore incaricato stabilizzato: Gianfranco Fioravanti, in sostituzione di Ivano Morelli; come assistente: Mario Mariani, in sostituzione di Andrea Milani Comparetti; come non docente: Carlo Alberto Cocconi, in sostituzione di Luciano Passetti. Nella rappresentanza studentesca, Claudio Cressati è subentrato al dimissionario Arnaldo Atzeni. A tutti coloro che hanno cessato di farne parte ed a tutti gli attuali componenti di detti consessi, desideriamo esprimere i sensi della più viva gratitudine dell’Università di Pisa per la collaborazione impegnata e fattiva che essi hanno prestato e prestano nel governo dell’Ateneo.

Nel decorso anno accademico 1979-80, gli studenti, in corso e fuori corso, iscritti alle 11 facoltà del nostro Ateneo sono stati complessivamente 28.531, dei quali 597 stranieri provenienti da 28 Paesi. Se a tale numero si sommano i 2.928 laureati che, in corso e fuori corso, frequentano le 45 Scuole e Corsi di Perfezionamento e di Specializzazione ed i 782 studenti che aspirano a conseguire il diploma nella Scuola Superiore di Servizio Sociale, il numero complessivo degli allievi dell’Università di Pisa raggiunge il totale di 32.241. Le immatricolazioni sono passate dalle 6.910 del 1978-79, alle 5.781 dell’anno scorso, con una diminuzione pari al -15,34%. Gli studenti fuori corso sono 8.138 ed il loro numero tende quindi di nuovo ad aumentare rispetto a quello dell’anno accademico 1978-79 (6.873). Ciò indica che permangono ancora notevoli difficoltà nello svolgimento della vita studentesca, sebbene il rapporto «studenti in corso/ docenti», pur con sensibili differenze fra i diversi corsi di laurea, raggiunga oggi a livello di Ateneo il valore di 13,6 - quindi assai prossimo a quella ritenuto ottimale - e nonostante si noti, in generale; una più assidua frequenza alle lezioni ed un aumentato impegno degli studenti che, in grande maggioranza, si dimostrano attualmente desiderosi di conseguire, più che una svalutato titolo di studio, una seria e solida preparazione culturale e professionale.

Gli esami di profitto complessivamente sostenuti dagli studenti iscritti a tutte le facoltà dell’Ateneo, sono stati, nell’anno accademico decorso, 61.869, e di questi 13.499 sana stati superati con pieni voti assoluti e 3.323 con la lode.

I laureati, nell’anno accademico 1978-79, sono stati complessivamente 1.948. Di questi 424 hanno conseguito i pieni voti assoluti e la lode.

Nelle sessioni estiva ed autunnale dell’anno accademico 1979-80, hanno conseguito il diploma nelle Scuole di Specializzazione e di Perfezionamento 417 allievi. Quarantadue infine sono i diplomati nella Scuola Superiore di Servizio Sociale.

Fra le manifestazioni scientifiche più salienti svoltesi nella nostra sede nell’anno accademico 1979-80, ricordiamo: la commemorazione di Albert Einstein nel centenario della nascita; il Convegno Nazionale della Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana; il Seminario di Studio su «La Scuola e l’educazione all’ambiente ed ai Beni Culturali », svoltosi alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione; la 12ª Conferenza del Gruppo Europeo di Spettroscopia Atomica (EGAS); il Meeting internazionale sulla Miniaturizzazione dei rivelatori per Fisica delle Alte Energie; l’European Conference on the Dynamics of Excited States; il Convegno della Società Italiana di Microbiologia. Queste manifestazioni attestano, per numero e per livello, come l’Università Pisana è e continui ad essere punto di riferimento nazionale ed internazionale nel campo della ricerca, ciò che trova anche riprova nella larga partecipazione attiva di nostri docenti ai più importanti Convegni e Congressi che si svolgono in Italia ed all’estero.

Fra le altre manifestazioni svoltesi nell’Ateneo, ricordiamo il XXXV Congresso Sportivo Universitario, la 19ª edizione del Premio Internazionale « Galileo Galilei» dei Rotary Italiani e l’annuale cerimonia delle «Nozze d’Oro e d’Argento con la Laurea», ormai attuata da oltre un ventennio.

Attraverso le modifiche di Statuto, è continuato il necessario adeguamento delle strutture didattiche all’evolversi delle discipline ed alle esigenze di una aggiornata preparazione professionale. Così, armonizzati gli statuti delle Scuole di Specializzazione della facoltà di Medicina alla nuova normativa stabilita in sede comunitaria europea, nel decorsa anno accademico sono state istituite due nuove Scuole: quella di Specializzazione in Chirurgia Toracica e quella di Perfezionamento in Chimica Organica e Chimica Organica Industriale. Hanno iniziato anche a funzionare le nuove Scuole di Specializzazione in Fisioterapia ed in Igiene e Medicina Preventiva, istituite negli anni 1978 e 1979.

La normale attività didattica delle facoltà è stata, come nel passato, affiancata da numerosi cicli di lezioni, da conferenze e da seminari. Fra tali iniziative ci limitiamo a ricordare i Corsi di Cultura in Fisica Sanitaria ed in Ingegneria Biomedica, quest’ultimo riservato a medici ed ingegneri ed attuato in collaborazione fra il Centro per l’Automatica «E. Piaggio», funzionante presso la facoltà di Ingegneria, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e la Brown University del Rhode Island (U.S.A.). Anche nel decorso anno si sono svolti a Viareggio i Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri, organizzati dall’Università di Pisa in collaborazione con la locale Amministrazione Comunale. Questi Corsi istituiti dal prof. Tristano Bolelli, che tuttora li dirige, ed ormai giunti alla loro 31ª edizione, sono annualmente frequentati da alcune centinaia di giovani provenienti dai più diversi Paesi del mondo.

Di particolare rilievo l’attività che svolge il Comitato di Ateneo per i rapporti fra Università, Scuola e Territorio, presieduto dal prof. Marianello Marianelli. Attraversa i Seminari didattici di facoltà e le Sezioni didattiche, esso, adottando nuovi e più razionali criteri, provvede all’aggiornamento di coloro che operano nella Scuola, rinsaldando i vincoli che l’Università deve mantenere con questa e con il Territorio.

Circa i rapporti con istituzioni culturali straniere, richiamiamo che, oltre a quelli direttamente tenuti da vari Istituti a da singoli docenti, si vanno estendendo e potenziando i rapporti stabiliti a livello di Ateneo. Così, mentre è tuttora in atto la cooperazione con la Università Nazionale Somala di Mogadiscio presso la quale l’Università di Pisa, a mezzo di un proprio Comitato Tecnico, sovrintende al funzionamento della facoltà di Zootecnica e di Veterinaria - è stato stipulato un accordo con l’Università francese di Angers, con la quale già si attuano proficui scambi di docenti e di studenti. Il protocollo relativo a tale accordo è stato firmato nell’aprile scorso. Stanno ormai per concludersi analoghi accordi anche con l’Università tedesca di Francoforte sul Meno e con quella statunitense di Syracuse, con la cui ben nota Scuola di Management, in particolare, verrà a stabilire una stretta collaborazione la nostra Facoltà di Economia e Commercio. Dall’anno scorso è stato altresì istituito un apposito servizio di cui possono valersi docenti e studenti che, nell’ambito degli scambi culturali vigenti fra l’Italia ed altri Paesi, intendono effettuare soggiorni di studio all’estero.

Notevolissima, per quantità e qualità, malgrado le difficoltà che in quest’ambito tuttora sussistono, l’attività di ricerca che si svolge nella nostra Università, ricerca i cui risultati hanno non di rado rilevanza internazionale, ciò che è chiaro indice della vitalità del nostro Ateneo e dell’alta qualificazione e del serio continuo impegno dei suoi docenti migliori. Tali risultati potrebbero essere di ancor maggior rilievo se la carenza di personale tecnico, in taluni casi, e la inadeguatezza delle strutture e dei mezzi finanziari, in altri, non fossero talvolta di ostacolo alla attività dei ricercatori. Nel decorso anno accademico 1979-80, l’Università di Pisa ha potuto disporre, per la ricerca scientifica, sia di base che tecnologica, di una somma complessiva di 9.144 milioni, dei quali: 3.844 provenienti dal CNR attraverso 180 contratti e 111 contributi di ricerca; 3.434 milioni dal Ministero della Pubblica Istruzione come assegnazione per la ricerca e per le attrezzature scientifiche; 1.866 milioni da vari enti pubblici e da privati attraverso la stipula di apposite convenzioni. Ricordiamo fra queste, per la loro particolare rilevanza, le convenzioni con la Comunità Economica Europea, con i Ministeri della Sanità e dell’Agricoltura e delle Foreste, con la Regione Lombarda, con il CNEN e con l’ENEL.

Con la Regione Toscana sono state convenzionate ricerche riguardanti la conservazione di alcune razze bovine in via di estinzione e lo studio dell’assetto definitivo del tratto terminale del canale navigabile «dei Navicelli». La nostra Università si è altresì assunta l’incarico di svolgere, per conto dell’Ente Regionale per l’Assistenza Tecnica e Gestionale (ERTAG), studi e ricerche inerenti l’escavazione e la trasformazione dell’alabastro. Con le Amministrazioni Provinciali di Pisa e di Livorno è stato convenzionato lo studio idrogeologico e geomorfologico dei bacini dei fiumi Cecina e Fine.

Abbiamo fatto particolare riferimento a questa attività di ricerca, a testimonianza dell’impegno operativo che, nel quadro di una collaborazione con le forze politiche ed economiche della regione, l’Università di Pisa ha posto, ed intende continuare a porre, per la soluzione di specifici problemi del Territorio.

La disponibilità di personale non insegnante - che assomma a 1.613 unità, delle quali 742 appartenenti ai ruoli tecnici, 399 a quelli amministrativi e 472 a quelli ausiliari - continua ad essere insufficiente e del tutto inadeguata all’entità della popolazione studentesca, al numero degli istituti scientifici ed al numero dei docenti. A ciò si aggiunga che una sua non razionale distribuzione fra le varie facoltà conseguente ad assegnazioni effettuate in un lontano passato in situazioni assai diverse dell’attuale ed oggi assai difficilmente modificabili, rende ancor più precarie le condizioni di lavoro di alcuni istituti, che non dispongono neppure di quelle poche unità di personale necessarie ad assicurare il funzionamento dei più elementari servizi. Si impone quindi che il Ministero della Pubblica Istruzione trovi modo di dare al più presto definitiva soluzione a questo grave problema, onde evitare le negative conseguenze che una tale situazione verrebbe a determinare, col passare del tempo, sia sull’attività didattica e di ricerca dei 149 istituti scientifici sui quali si articola la nostra Università, che sull’efficienza dei servizi gestiti dagli uffici amministrativi. Questa maggiore disponibilità di tecnici, di amministrativi e di ausiliari si rende ancor più urgente, a seguito dei recenti provvedimenti di legge che hanno notevolmente ampliato i ruoli dei docenti.

I sensibili avanzi registrati a consuntivo nei bilanci di competenza degli ultimi esercizi, hanno migliorato la situazione finanziaria dell’Ateneo, diminuendo il deficit accumulato nel passato. L’attuale disavanzo potrà però essere ripianato in tempi relativamente brevi soltanto se il contributo ordinario di funzionamento verrà meglio adeguato all’aumentato costo dei mezzi, dei materiali e dei servizi. Tale contributo, per l’anno accademico decorso, è stato di L. 5.128.535.000, cui si è aggiunto quello straordinario di 300.000.000. Questa migliorata situazione finanziaria ha pertanto consentito di poter stanziare la somma complessiva di 1.300.000.000 come dotazione agli istituti. Questi, nell’anno decorso, hanno potuto altresì disporre delle assegnazioni ministeriali per l’acquisto ed il noleggio di attrezzature didattiche e per il funzionamento delle biblioteche, ammontanti, rispettivamente, a 550 e 232 milioni, oltre ai finanziamenti per la ricerca scientifica dei quali in precedenza abbiamo detto.

Il programma per il riassetto edilizio dell’Ateneo, finanziato con i fondi di cui alla Legge n. 50 del 1976 ed approvato con D.M. del giugno 1978, è tuttora in corso di svolgimento. Ultimate da tempo alcune importanti opere previste da detto programma, sono attualmente in avanzato corso di esecuzione i lavori di ristrutturazione del secondo lotto del palazzo Vitelli e quelli per la costruzione della nuova sede della facoltà di Economia e Commercio e del Palazzo dei Congressi.

Per la nuova sede della facoltà di Scienze M.F.N. a S. Piero a Grado; il concorso nazionale di progetto, bandito nel luglio 1979 ed espletato da vari mesi, non ha avuto esito positivo. La redazione di tale progetto è stata così direttamente affidata ad una equipe di professionisti, che presenterà i propri elaborati entro il prossimo mese di febbraio. Ma è indubbio che il notevole ritardo venutosi a determinare nella fase di progettazione di quest’opera ed i tempi non brevi che tecnicamente si renderanno ancora necessari per giungere all’inizio dei lavori, fanno sorgere non pochi problemi, essenzialmente dovuti alla forte svalutazione che nel frattempo ha subito e ancora subirà la somma già stanziata per la realizzazione del primo lotto, somma che potrà risultare neppure sufficiente a dare a questo la necessaria autonoma funzionalità.

Altro elemento basilare del programma per il riassetto edilizio dell’Ateneo, è la costruzione della nuova sede della facoltà di Medicina e Chirurgia nell’ambito del complesso clinico-ospedaliero che sorgerà in località Cisanello. Per un primo lotto di quest’opera l’Università ha da tempo disposto uno stanziamento complessivo di 5 miliardi. Firmato nel settembre 1979 con il locale Ente Ospedaliero il protocollo di intesa che sanciva gli accordi per la realizzazione di tale complesso - realizzazione per la quale a detto Ente sono demandate le funzioni di stazione appaltante - il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, nell’aprile 1980, ne ha approvato la bozza del progetto di massima, per il quale ha anche suggerito alcune non vincolanti modifiche. Da questa data la procedura per la realizzazione di quest’opera si è inspiegabilmente arrestata e viva preoccupazione suscita nell’Università il ritardo che ne è derivato, anche se le sollecitazioni che essa ha rivolto agli Enti interessati sembra siano riuscite, soltanto da pochi giorni, a sbloccare la situazione.

Per quanto concerne la realizzazione del progetto di massima del nuovo insediamento della facoltà di Ingegneria in un’area adiacente alla sua attuale sede, sono in corso i lavori della Commissione giudicatrice del concorso nazionale di progetto che è stato a suo tempo bandito.

Nell’ambito dell’edilizia residenziale studentesca, già da alcuni mesi è iniziata la costruzione della nuova casa alloggio di via Garibaldi. I lavori di ristrutturazione dell’edificio di via dell’Occhio - che il Comune di Pisa ha concesso in comodato gratuito all’Università per realizzarvi alloggi per studenti - iniziati nel settembre scorso, hanno subito una interruzione di alcuni mesi per le impreviste difficoltà che ha incontrato l’Amministrazione Comunale nel rendere libero detto edificio dalle persone che in parte lo occupavano. I lavori sono pertanto ripresi soltanto da alcuni giorni.

Completata la progettazione ed espletati i necessari atti amministrativi, l’Università sta ora procedendo all’appalto dei lavori per il riadattamento dell’edificio di piazza S. Croce - anch’esso concesso dal Comune di Pisa in corno dato gratuito all’Università - edificio nel quale verranno pure realizzati alloggi per studenti. Quando tutte queste opere saranno ultimate, l’Università di Pisa potrà mettere a disposizione dell’Opera Universitaria oltre 200 nuovi posti letto.

Per l’edilizia sportiva, nell’area di Via del Brennero è stato eseguito il consolidamento del fabbricato esistente ed ultimata la costruzione di 4 campi da tennis, 2 da pallavolo, 1 da basket. Con la esecuzione delle opere di urbanizzazione e con la recinzione del complesso, è stato esaurito lo stanziamento disponibile.

Per il completamento delle opere programmate, sia nel settore dell’edilizia generale e dipartimentale, che in quello dell’edilizia residenziale e sportiva, occorrono ora nuovi finanziamenti, che ci auguriamo vengano sollecitamente stanziati o comunque resi accessibili attraverso l’accensione di mutui, come è previsto dalla stessa Legge 50.

Ma oltre alle opere edilizie finanziate con questa legge, l’Università ha provveduto ad eseguire, sempre nel decorso anno accademico, lavori di manutenzione, di ristrutturazione e di adattamento di molti suoi edifici, nonché di adeguamento degli impianti alle vigenti norme antinfortunistiche, lavori che hanno comportato, per il bilancio universitario, un onere complessivo di 928 milioni. Sempre con stanziamenti sul proprio bilancio, ha altresì realizzato, con una spesa di circa 300 milioni, un nuovo edificio destinato ad aule per la facoltà di Agraria.

 

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Prima di concludere questa nostra relazione, desideriamo esprimere il più caloroso ringraziamento a coloro che, con dedizione e con non comune impegno, ci hanno quotidianamente aiutato e ci aiutano nella non lieve fatica che comporta il governo della nostra Università: i pro-Rettori prof. Romano Lazzeroni e prof. Giuseppe Falcone ed il Direttore Amministrativo dr. Mario Nencetti. Ringraziamo anche vivamente, per la loro preziosa, continua collaborazione, i colleghi che, come Presidenti delle varie Commissioni, si sono assunti l’onere non indifferente di sovrintendere a determinate attività dell’Ateneo.

Questo, in sintesi, il lavoro che, con l’attiva partecipazione di tutti, è stato svolto nella nostra Università nel decorso anno accademico. Lavoro non sempre facile, oltre che per i fattori negativi già richiamati, per quelli ben più preoccupanti che derivano dalla crisi politica ed economica che ormai da troppo tempo condiziona la vita del nostro Paese e che complica e rende più difficile la soluzione di ogni problema. Auspichiamo, pertanto, che le prospettive di rinnovamento che si stanno delineando per l’Università, costituiscano, anche, un iniziale e sia pur modestissimo sintomo di un ben più ampio e generale rinnovamento che interessi ogni settore della vita pubblica italiana.

Ed è con questo auspicio che dichiaro aperto l’anno accademico 1980-81, 637° dalla fondazione.

Do ora la parola al Prof. Giuseppe Are, ordinario di Storia Contemporanea, il quale terrà la prolusione sul tema «Le democrazie industriali e gli anni ottanta».

 

Da: Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1980-1981.

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