1967 - Inaugurazione a.a. 1967-1968

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Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova.

Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968 - Elio Fazzalari
Inaugurazione a.a. 1967-1968 - Elio Fazzalari
Inaugurazione a.a. 1967-1968 - Elio Fazzalari
Inaugurazione a.a. 1967-1968 - Elio Fazzalari
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
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Inaugurazione a.a. 1967-1968
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Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
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Inaugurazione a.a. 1967-1968
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Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968
Inaugurazione a.a. 1967-1968

Relazione del Magnifico Rettore prof. Alessandro Faedo tenuta in occasione della inaugurazione dell’anno accademico 1967-1968

 

Eccellenza, Autorità, Signore e Signori, Colleghi e Studenti,

desidero innanzi tutto ringraziare le Autorità, intervenute a questa nostra cerimonia annuale, che con la loro presenza confermano che l’Università è parte integrante della vita di Pisa, città universitaria.

Lo scorso anno accademico è stato un anno di attesa, non sempre tranquilla, delle leggi sulla riforma universitaria in esame al Parlamento e di cui finora ha compiuto completamente il suo iter solo la legge sull’edilizia n. 641 pubblicata lo scorso agosto.

Prima di parlare di tale legge, delle speranze che essa ci consente e delle delusioni che ci ha arrecato, passerò in rapida rassegna gli eventi lieti e tristi che hanno accompagnato la vita della famiglia universitaria pisana lo scorso anno.

Con animo accorato e commosso ricordo il prof. Evaristo Breccia, emerito di Storia greca e storia romana con esercitazioni di epigrafia romana, scomparso il 28 luglio scorso.

Egli è stato preside della Facoltà di lettere e filosofia e rettore dell’Università di Pisa, cui ha dedicato gran parte della sua vita operosa, arrecandole il prestigio della Sua personalità di studioso anche dopo il suo collocamento fuori ruolo avvenuto ben 20 anni or sono.

Alla sua memoria vada la commossa riconoscenza dell’Ateneo pisano.

Ancor più tristi, perché hanno troncato esistenze ancora in età giovanile, sono le scomparse degli assistenti dott. Virginia Vanni in Favati e dott. Jean Panvini Rosati.

Sono inoltre deceduti lo scorso anno fra i tecnici e gli ausiliari Maria Bossi, Alfredo Menichini, Mario Venturini, Enrico Busoni, Ferdinando Sbrana. Alle loro famiglie e ai parenti rinnovo l’espressione del più vivo cordoglio.

Il raggiungimento dei limiti di età ha segnato il collocamento a riposo dei professori Remo De Fazi, già ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica e Silvio Ferri, già ordinario di archeologia e storia dell’arte greca e romana, entrambi professori emeriti, ai quali questo fatto puramente anagrafico non ha ridotto la passione per gli studi e per la ricerca scientifica. Esprimo loro la gratitudine dell’Università di Pisa per quanto le hanno dato e particolarmente al prof. De Fazi, professore a Pisa per 35 anni, molti dei quali ricoprendo la carica di preside della Facoltà di farmacia e rettore dell’Università in tempi calamitosi.

Un augurio di sereno riposo e un ringraziamento per l’opera prestata vada ai tecnici e agli ausiliari collocati a riposo: Lea Sabella, Cesare Villa, Renzo Mattii, Elisabetta Carcasson, Cesare Rossi, Chiara Saviozzi, Gustavo Colombini, Renato Stefanelli e Nello Manetti.

Un saluto e un ringraziamento più vivo vada ai professori che con nostro rammarico ci hanno lasciato per altri Atenei: Carlo Franzinetti passato a Torino e Antonio Marongiu, già preside della Facoltà di giurisprudenza, passato a Roma.

Accogliamo con la cordialità più aperta e con gli auguri più vivi i colleghi qui giunti per nuova nomina o per trasferimento da altre sedi: Franco Bassani, da Messina, straordinario di istituzioni di fisica teorica; Giorgio Brugnoli, da Lecce, straordinario di lingua e letteratura latina; Ennio Cortese, da Cagliari, ordinario di storia del diritto italiano; Enrico Bombieri, da Cagliari, straordinario di analisi matematica; Antonio Crema, straordinario di farmacologia; Pietro Villaggio, straordinario di scienza delle costruzioni; Romano Lazzeroni, straordinario di glottologia; Luigi Pedreschi, straordinario di geografia; Antonio Indelli, straordinario di elettrochimica.

È grande soddisfazione per l’Università di Pisa che questo arrivo segni per alcuni di loro il ritorno ambito come docenti nell’Università che li ebbe allievi.

Esprimo inoltre un saluto e il vivo compiacimento ai professori Riccardo Ambrosini, Carlo Galoppini e Luca Sanpaolesi, che, già assistenti nella nostra Università, portano ora la loro esperienza di docenti e di studiosi e le tradizioni di lavoro del nostro Ateneo in altre Università, dove giungono come nuovi professori vincitori di concorso.

Unisco nel compiacimento anche i professori Giuseppe Corsini e Giampaolo Pedetta, già assistenti alle nostre cliniche e nominati primari ospedalieri.

Lo scorso anno abbiamo avuto assegnate 7 nuove cattedre e 118 nuovi posti di assistente, di cui 100 riservati agli straordinari.

Abbiamo anche avuto 9 nuovi posti di tecnici laureati e diplomati.

Questi incrementi, pur cospicui rispetto a quelli di un tempo, sono però ben lontani dal sanare la situazione di estrema penuria del numero dei docenti rispetto all’aumentato numero degli studenti; tanto più che i posti riservati agli straordinari non portano di norma all’aumento del numero degli assistenti, numero che dovrebbe essere rapidamente adeguato alle necessità didattiche e della ricerca. A ciò si ovvierà nel prossimo anno accademico anche con 75 borse per laureati a L. 1.500.000 annue messeci a disposizione dal Ministero della pubblica istruzione e soprattutto con l’istituzione su larga scala di laureati incaricati delle esercitazioni; questi saranno a carico del bilancio dell’Università, che è ormai alleggerito del peso degli assistenti straordinari e che per una legge recente, dovrà far fronte a tale spesa usufruendo anche di una percentuale dei proventi delle prestazioni a pagamento effettuate negli Istituti universitari.

Ciò porterà a trattenere negli istituti dopo la laurea un numero maggiore di laureati con attitudini didattiche o scientifiche, in grado di coprire degnamente i più numerosi posti di assistente che affluiranno nei prossimi anni, per la legge 24. 2. 1967, n. 62, essendosi ormai esaurita la categoria degli assistenti straordinari.

E’ inoltre ormai indilazionabile l’atteso ampliamento dei ruoli del personale amministrativo, tecnico e subalterno, per far fronte alla mole di lavoro sempre crescente per l’aumento degli studenti e per l’ampliamento e il decentramento dei servizi.

Fra i congressi e le manifestazioni svoltesi nella nostra Università che hanno avuto larga eco non solo nazionale, mi limito a citare il Convegno su Madame de Stael, e i congressi nazionali della società italiana di Biologia e Medicina nucleare, della Società italiana di filosofia e il recente Convegno nazionale sulla utilizzazione degli elaboratori elettronici nella programmazione economica regionale.

Fra le convenzioni stipulate lo scorso anno per ricerche o incarichi speciali, particolarmente notevoli sono quelle col CNEN per l’Istituto di impianti nucleari, con l’ENEL per l’Istituto di elettrotecnica con la Società Montecatini Edison per l’Istituto di chimica industriale, col CAMEN e il Ministero della Difesa per Istituti vari.

Ma di particolare importanza sono i 101 contratti di ricerca stipulati da molti Istituti scientifici col CNR per un importo di 561 milioni.

Inoltre il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che già ha costruito presso di noi l’Istituto nazionale di elettrofisiologia, diretto dal prof. Moruzzi, ha dato un contributo di 55 milioni per la sistemazione edilizia del Centro studi sulle calcolatrici elettroniche, in attesa di costruirne una sede completamente nuova, in un’area che sarà destinata allo sviluppo di iniziative del CNR a Pisa. Infine è in corso di costruzione nell’area dell’ex Facoltà di medicina veterinaria, l’edificio destinato ad accogliere l’Istituto di fisiologia clinica, diretto dal prof. Monasterio, per il quale il CNR ha dato il completo finanziamento con ulteriori 140 milioni.

Per queste iniziative già realizzate e per quella di dimensioni ben maggiori che abbiamo in animo di realizzare, costituita da un’area di ricerca del CNR da attuare a Pisa, desidero ringraziare vivamente il presidente del CNR prof. Caglioti, per la fiducia che ci ha sempre accordato.

Ringrazio inoltre vivamente i colleghi che dirigono i numerosi

Centri e Istituti del CNR già esistenti a Pisa, i quali con la serietà e la passione per la ricerca, loro e dei loro collaboratori, costituiscono la miglior nostra propaganda presso il CNR, per ulteriori iniziative.

Il contributo ordinario dello Stato all’Università è stato portato questo anno a L. 561.500.000; si sono avuti contributi per ricerche scientifiche ai vari Istituti da parte del Ministero della pubblica istruzione di L. 123 milioni.

Mentre l’importo dei contributi straordinari è stato ripartito a favore degli Istituti, il fondo destinato alle dotazioni è stato aumentato a L. 375.000.000.

Nella previsione degli ulteriori incrementi che il contributo ordinario subirà nei prossimi anni, per effetto della legge 31.10.1966, n. 942, è stato invitato il Collegio dei Presidi a proporre nuovi criteri di ripartizione del fondo dotazioni, tenendo conto dei mutamenti avvenuti nel numero degli Istituti negli ultimi cinque anni.

L’incremento del numero degli studenti è stato anche questo anno assai forte e cioè del 10%, superando i 15 mila e sfiorando i 16 mila, ove si considerino anche gli iscritti alle scuole di perfezionamento. La percentuale dei fuori corso è rimasta costante a circa il 25% del numero degli studenti in corso, percentuale assai alta che denota uno stato patologico: solo le riforme di struttura che da tanto tempo attendiamo potranno finalmente ridurre in modo radicale tale numero; ciò che attendiamo è una più efficiente organizzazione del diritto allo studio (con adeguate case dello studente a Pisa), una maggiore assistenza didattica agli studenti, con corsi serali per studenti lavoratori e piani di studio adeguati alle loro possibilità, coordinati fra loro, con la collaborazione dei docenti di tutti i livelli e degli studenti dell’ultimo anno o dei laureati che si accingono a conseguire il dottorato di ricerca.

Quando ciò sarà conseguito - e il disegno di legge n. 2314 segna un passo notevole in tale direzione - potrà anche effettuarsi una drastica riduzione dei fuori corso solo di nome, bastando oggi una bocciatura ogni otto anni per conservare la qualifica di studente e la validità di corsi spesso del tutto dimenticati.

Ricordo che a questo proposito la 2314 stabilisce, per gli studenti che si immatricoleranno a decorrere dal 1968-69, che in ogni Facoltà lo studente indipendentemente dagli eventuali sbarramenti, non può iscriversi all’anno successivo se non ha superato il numero minimo di esami fissato dalla Facoltà rispetto al piano di studi; inoltre le attestazioni di frequenza cessano di essere valide qualora il relativo esame non sia stato superato entro l’anno successivo a quello in cui sono state ottenute, mentre allo studente fuori corso sono state accordate due sole ulteriori sessioni di esame.

Da ciò consegue che uno studente non potrà rimanere fuori corso più di due anni; sarebbe opportuno che l’accettazione della ripetizione dei corsi da parte degli studenti non ancora laureati dopo due anni di fuori corso, fosse proibita o almeno divenisse un fatto eccezionale, condizionato a giustificati motivi e a concrete possibilità di un rapido conseguimento della laurea: non è infatti giusto che essi tolgano il posto, nei nostri ancora troppi affollati laboratori, a chi esercita il diritto allo studio per la prima volta e con garanzia di maggior impegno.

Quest’anno l’Opera universitaria ha assegnato ben 568 assegni di studio da L. 360.000 e 277 da L. 200.000 per un ammontare complessivo di circa 270 milioni. La cifra appare assai cospicua, ma i giovani che ne hanno beneficiato sono solo il 7,50% del totale degli studenti in corso.

Ci auguriamo che l’esperienza negativa dei criteri di assegnazione dell’assegno di studio, fissati dalla legge, valga a far riesaminare questa benemerita ma frettolosa legge, (eravamo, come ora, in periodo preelettorale), in modo da colmare palesi discriminazioni fra i diversi corsi di laurea e da portare a un numero di borse che garantisca con sicurezza a ogni studente di buone volontà e capacità il conseguimento del titolo finale.

Un’altra iniziativa dell’Opera universitaria è la mensa universitaria, che a Pisa - prima Università in Italia - è gestita da un Comitato composto in maggioranza di studenti, presieduto dal preside della Facoltà di medicina veterinaria prof. Bruno Romboli. Lo scorso anno la mensa ha distribuito circa 650.000 pasti al prezzo politico di L. 300 a pasto. L’Opera universitaria ha integrato il deficit di gestione ammontante a 63 lire per pasto con un contributo di L. 45 milioni.

Il costo effettivo del pasto è stato così di L. 363, ciò che da solo documenta la efficacia dell’organizzazione volta a razionalizzare la gestione e ad acquistare le derrate a prezzi equi, utilizzando anche i prodotti della Tenuta di Tombolo.

Desidero pertanto ringraziare il prof. Romboli e i suoi collaboratori del Comitato di gestione della mensa, nonché il personale tutto - anch’esso costituito in parte da studenti - per la loro benemerita attività, in favore di tutta la classe studentesca.

Il grande successo della mensa, determinando una enorme affluenza con punte di oltre 4000 pasti giornalieri, ha portato ai limiti delle capacità ricettive delle attrezzature, con grave disagio e lunghe code dei frequentatori.

Perciò l’Opera universitaria ha deciso di costruire una seconda mensa, con cucina autonoma, che sarà gestita dallo stesso Comitato con unicità dei rifornimenti.

Tale mensa, per cui si è a lungo lavorato nella scorsa estate, risorgerà in via Bonanno, prossima alla Facoltà d’Ingegneria, di Farmacia, di Medicina e agli Istituti chimici della Facoltà di Scienze.

Superati i notevoli ostacoli per un appalto da affidare a trattativa privata, allo scopo di eliminare gli indugi delle gare e realizzare prontamente l’opera tra pochi giorni sarà affidata l’opera a una ditta specializzata in costruzioni prefabbricate industrializzate, la quale dovrà consegnare il fabbricato, completo di ogni attrezzatura, entro 4 mesi.

L’importo della spesa si aggira sui 120 milioni.

Un importante avvenimento per l’Università di Pisa è stata la legge del 7 marzo scorso n. 117 che ha creato a Pisa la«Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento», a fianco dell’Università, con gestione autonoma e con una dotazione annua di 100 milioni. Questa Scuola dà finalmente personalità giuridica e un avvenire sicuro ai preesistenti collegi che essa assorbe e precisamente il Collegio Medico e quello Giuridico, sorti di fatto attorno al 1930 per iniziativa comune della Scuola Normale Superiore e dell’Università di Pisa, dei quali fu sospeso il finanziamento durante e dopo la guerra e risorti per iniziativa dell’Opera Universitaria di Pisa nel 1954; insieme a questi, la nuova Scuola assorbe il Collegio Pacinotti, per gli studenti delle Facoltà di ingegneria, di agraria, e di economia e commercio, sorto con un aiuto iniziale del Ministero della pubblica istruzione pure nel 1954.

Negli anni del mio rettorato io non ho voluto che l’Opera universitaria, destinata per statuto ad aiutare gli studenti meritevoli e bisognosi, si accollasse l’onere dei Collegi dove, come alla Scuola Normale Superiore, i giovani affluiscono solo in base al merito, indipendentemente dalle condizioni economiche. È per me quindi motivo di grande soddisfazione esser riuscito, con un continuo duro personale lavoro, a trovare via via i finanziamenti, per fornire il vitto, l’alloggio e alcuni sussidi didattici a un centinaio di giovani per ben otto anni, in attesa della legge che conferisse un’esistenza giuridica ai collegi e ne garantisse un regolare funzionamento.

Sono stati così trovati durante questi anni oltre 600 milioni che hanno permesso ai collegi di sopravvivere fino all’approvazione della legge, la quale si sarebbe certo arenata, se i Collegi non avessero mostrato, resistendo, il loro diritto alla vita.

Desidero perciò ringraziare i Ministri della pubblica istruzione Medici, Bosco e soprattutto Gui, per la comprensione che mi hanno dimostrato nell’aiutarmi a risolvere questo difficile problema, venendo incontro alle mie incessanti richieste.

Il ringraziamento più vivo rivolgo ancora alla Associazione degli ex allievi del Collegio giuridico, che ha organizzato riunioni a Pisa per studiare il problema dei collegi, dandomi consigli e offrendomi la base di appoggio per sostenerne la causa. Un ringraziamento particolare desidero rivolgere ai loro animatori proff. Levi Sandri, Verrucoli, Palazzolo, Capaccioli e tanti altri che mi sono stati di aiuto, tra i quali l’ex allievo Ministro Pieraccini e infine al Collega Ermini, presidente della Commissione Istruzione della Camera dei Deputati, che ci ha validamente difeso in questa battaglia.

In questi giorni il Ministro Gui ha nominato il Consiglio direttivo della Scuola, che elaborerà nei prossimi mesi lo Statuto.

La Scuola Normale, che desidero vivamente ringraziare, continuerà ad ospitare per la mensa gli allievi degli ex Collegi Medico e Giuridico, in attesa di una soluzione dei problemi edilizi della nuova Scuola.

Ciò dovrà avvenire quanto prima, avendo l’Università richiesto di costruire la nuova sede dell’ex Collegio Pacinotti in un’area vicina alla Facoltà di ingegneria, con i fondi assegnati dalla legge n. 641 per il primo biennio; realizzato tale edificio, gli ex Collegi Medico e Giuridico occuperanno la sede attuale dell’ex Pacinotti, lasciando libero l’edificio dell’Opera universitaria che sarà destinato a Casa dello studente.

All’inizio dell’anno accademico 1965-66 si rivelò la situazione di assoluto disagio di alcune Facoltà, e particolarmente di quella di Ingegneria, per la improvvisa abolizione del numero chiuso per gli studenti provenienti dagli Istituti tecnici.

Su proposta della Facoltà di ingegneria, in attesa di un ben maggiore assetto edilizio, fu deciso di costruire intanto un grande edificio di aule di 21.000 mq, sia per le lezioni cattedratiche sia per le esercitazioni di disegno, con locali di sosta per gli studenti. Il terreno adiacente alla sede della Facoltà era già di proprietà dell’Università, che concentrò in tale opera tutti i fondi disponibili, peraltro insufficienti al completo finanziamento dell’opera, cosa tuttavia che, con opportuni accorgimenti, non ha ritardato in alcun modo la sua realizzazione.

Data la mole dei lavori, fu deciso di procedere alla progettazione e all’assegnazione dei lavori mediante appalto-concorso nazionale, con la possibilità di usare anche sistemi costruttivi prefabbricati per accelerare i tempi.

I primi mesi del 1966 passarono a preparare il bando di concorso, che incontrò particolari difficoltà per la approvazione, in quanto era la prima volta che un ente pubblico chiedeva un edificio prefabbricato di così grande mole.

Finalmente ai primi di giugno del ‘66 il bando fu approvato e furono invitate a partecipare alla gara 29 ditte di importanza nazionale. Entro il termine fissato del 31 agosto del ‘66, sei ditte presentarono i loro progetti al concorso. Una commissione tecnica, formata di tecnici in parte estranei all’Università e competenti per i vari servizi, presieduta dal preside della Facoltà di ingegneria, lavorò intensamente nei mesi di settembre e di ottobre ‘66 per la scelta del progetto vincitore, che risultò essere quello presentato dalla ditta FEAL di Milano, specializzata nella prefabbricazione.

Il prezzo di aggiudicazione fu, esclusi gli arredamenti, di 358 milioni e la commissione chiese alla ditta numerosi perfezionamenti al progetto, senza variazioni di prezzo. Tali perfezionamenti portarono a variazioni del progetto che occuparono praticamente i mesi di novembre e dicembre. Nei mesi di gennaio, fino al 10 febbraio 1967, si ebbe l’approvazione del progetto definitivo da parte del Comune di Pisa, dei Vigili del fuoco, del Genio civile e del Provveditorato alle Opere pubbliche per la Toscana e finalmente il 13 febbraio furono consegnati i lavori all’impresa che avrebbe dovuto portarli a termine entro 210 giorni e cioè entro il 12 settembre; restava così il tempo per sistemare gli arredamenti e rendere agibile lo stabile con il nuovo anno accademico.

Purtroppo i lavori procedettero inizialmente con molta lentezza, nonostante i continui miei reiterati interventi presso la ditta FEAL, che rispose assicurando sempre di essere in grado di far fronte agli impegni. Dal 12 settembre è scattata la penale prevista in caso di ritardata consegna, ma tale penalità è assolutamente inefficace, dato che gli organi del Ministero dei lavori pubblici non hanno potuto accettare le nostre proposte e l’hanno fissata a un livello poco più che simbolico.

In seguito a numerosi ed energici passi compiuti a ritmo sempre più frequente, si ebbe tuttavia un finale da corsa ciclistica e le varie ditte da me riunite per l’ultima volta la settimana scorsa, si sono impegnate a consegnare l’edificio completo, funzionante e arredato entro il 15 novembre.

Le lezioni per il biennio di ingegneria cominceranno così il 20 novembre con una settimana e mezzo di ritardo che sarà recuperata con la completa eliminazione delle vacanze abusive.

Ho voluto descrivere questa lunga odissea, che nonostante tutto è un record di velocità per un edificio di tali dimensioni, per illustrare le difficoltà e il lavoro che esso porta e per ringraziare il preside e i colleghi della Facoltà di ingegneria, i tecnici universitari e non universitari e le maestranze che porteranno a termine entro una settimana questo edificio, idoneo a migliorare nettamente la situazione didattica della Facoltà di ingegneria.

Altri gravi problemi edilizi si sono affacciati questo anno con il crollo del Lungarno Pacinotti, mettendo in grave pericolo tre Palazzi dell’Università, tra cui il Rettorato.

I lavori di incatenamento del Palazzo alla Giornata, eseguiti nella prima estate hanno certamente determinato la sua salvezza quando è stato sottoposto a un ulteriore duro cimento nella fase finale dei lavori di ricostruzione del lungarno, conclusisi in questi ultimi giorni.

Desidero ringraziare il personale che si è prodigato nei numerosi traslochi effettuati, riducendo al minimo l’arresto del lavoro negli uffici, il Ministro della pubblica istruzione per gli aiuti che ci ha dato e il Provveditore alle OO.PP. per la Toscana e l’ing. Capo del Genio Civile per gli aiuti e i rapidi interventi assicurati, per riportare al più presto gli edifici alla loro piena efficienza.

Numerose altre opere si son potute realizzare durante l’anno, di cui accennerò solo ad alcune, per non tediare con un lungo elenco: la sistemazione dei locali dell’Istituto di biologia generale, per L. 11.680.000, l’ampliamento dell’Istituto di chimica biologica, per L. 17.150.000, la sistemazione del Palazzo Feroci per la Sezione di Lingue per L. 11.635.000, l’ampliamento dell’Istituto di elettronica, per L. 19.500.000, la costruzione di una nuova cabina di trasformazione adeguata alle necessità della Facoltà di ingegneria, per L. 14 milioni e 600.000, la sistemazione dei piazzali e dei viali di tale Facoltà, per L. 13.550.000, la trasformazione di alcuni locali siti in Piazza Carrara per una modesta espansione della Facoltà di lettere e filosofia, per L. 13.800.000, la sistemazione di una palazzina sita in Via S. Maria quale sede dell’Istituto di Ricerche aziendali, per L. 30.700.000, il risanamento dell’Istituto di tecnologia meccanica, per L. 17.280.000 e per concludere la costruzione dell’Istituto di idraulica nei locali dell’ex pastificio Poli, per un importo di L. 108.230.000.

Nel complesso a tale scopo si sono spesi circa L. 465 milioni, mentre per i lavori di manutenzione la spesa ha superato i 111 milioni.

Infine si è recentemente concluso l’accordo per l’acquisto del Palazzo Quaratesi-Alberti, sito in Via Serafini, per la cui stipulazione del contratto di acquisto si attende il relativo decreto presidenziale di autorizzazione.

Quest’anno, per poter iniziare una fattiva discussione con le varie categorie di docenti e degli studenti, abbiamo costituito il CUP (Consiglio Universitario Pisano) che raggruppa rappresentanti nominati dalle associazioni dei professori di ruolo, incaricati, assistenti e studenti, con il compito di studiare i problemi locali o prospettare anche soluzioni in campo nazionale riguardanti la riforma in corso. Il CUP, presieduto dal pro-rettore prof. Palazzolo, si è riunito più volte, fra l’altro dando il proprio contributo per accelerare in campo parlamentare l’iter del disegno di legge di riforma n. 2314.

Tale legge, come tutte le cose umane, non è perfetta, tanto più che alcuni suoi articoli appaiono un evidente compromesso fra tesi opposte, non facilmente conciliabili.

Ma anche la legge sull’assegno di studio non è nata perfetta, e tuttavia noi, pur criticandola e augurando ci che venga emendata, le riconosciamo il pregio di aver affermato un principio sacrosanto che ora nessuno pensa più di discutere.

Ritengo, pertanto, che se pure la legge di riforma non sarà perfetta, potrà essere migliorata nel suo ulteriore iter parlamentare, e che gli uomini onesti possano far diventare buone anche le leggi non perfette e contribuire con le proprie esperienze a renderle migliori.

Di una cosa sono certo ed è che gli attuali ordinamenti non

sono più sufficienti; non è possibile governare i 16 mila studenti dell’Università di Pisa e le 2700 persone che vi lavorano ai vari livelli, con le strutture che andavano bene quando si avevano 1000 studenti e il personale era ridotto a poche centinaia.

Ma cosa ancor più grave, è che gradualmente sono mutate le richieste rivolte dalla società all’Università. La società oggi chiede laureati e tecnici a vari livelli in quantità sempre maggiore e il progredire di essa è legato a un buon funzionamento delle Università, per la preparazione dei professionisti e l’impulso alla ricerca fondamentale, da cui dipende il progresso civile ed economico della Nazione.

Pertanto è necessario che l’Università unisca tutte le sue forze, soprattutto quelle più giovani e le chiami a raccolta perché si migliorino e si rendano più utili e più efficienti.

Io credo nei giovani, studenti- ed assistenti che non sono certo peggiori di quelli delle generazioni che li hanno preceduti. Poiché ricordo bene la mia giovinezza, non ancor lontana, che mi si presenta vivida agli occhi con tutti i suoi ideali specialmente quando salgo le scale della Scuola Normale, affermo la mia profonda convinzione che strutture nuove le quali permettano di utilizzare, di rendere responsabili e più partecipi del nostro lavoro, i più giovani collaboratori, nei campi di loro competenza, non potranno che portare a un miglioramento dell’efficienza dell’Università.

Mi auguro che tutti i colleghi, anche quelli di me più anziani, se riandranno col pensiero alla loro giovinezza, vi ritrovino uguali elementi per una serena fiducia.

Per questo mi auguro che il disegno di legge n. 2314 possa essere approvato in questa legislatura, ripromettendomi di battermi per farlo migliorare in quei punti in cui esso è, a mio avviso, rapidamente perfettibile.

In quest’opera conto sui consigli e le risoluzioni che potrà presentarmi il CUP.

Se il disegno di legge è ancora in attesa di discussione, è stata invece approvata in piena estate la legge n. 641 sull’edilizia universitaria. Prima di accennare agli aspetti tecnici e finanziari di tale legge e ai suoi riflessi sulla nostra Università, desidero sottolineare un fatto di enorme importanza, perché la legge n. 641 accetta per quanto concerne l’edilizia - i principi del disegno di legge n. 2314, chiamando fin da ora a far parte del Consiglio di amministrazione e dei Consigli di Facoltà i rappresentanti dei professori incaricati, degli assistenti e degli studenti.

Purtroppo i mezzi messi a disposizione da tale legge sono ben lontani dai bisogni; di ciò del resto era ben conscio anche il legislatore, che parla di un primo piano quinquennale e fa sperare in un successivo e più cospicuo quinquennio.

I 41 miliardi e 500 milioni annui, depurati delle somme destinate alle nuove Università e a iniziative assistenziali e sportive, si riducono a circa 30 miliardi annui, da dividersi fra una trentina di Università e Istituti superiori.

Durante l’estate, l’Ufficio tecnico dell’Università ha portato a termine uno studio assai ampio sulle necessità edilizie dell’Università di Pisa, studio che è stato perfezionato e approvato da varie commissioni: anzitutto una tecnica-universitaria, di cui fa parte anche l’assessore all’urbanistica del Comune di Pisa, il Senato accademico, il Consiglio di amministrazione integrato dai rappresentanti delle categorie già citate e infine una commissione per il giudizio sull’idoneità delle aree, di cui fanno parte: il Provveditore alle OO.PP. per la Toscana, gli assessori ai lavori pubblici del Comune e della Provincia di Pisa e un esperto del Ministero della pubblica istruzione.

In questo studio è stata innanzi tutto esclusa la possibilità di costruire una «Città universitaria» per tutte le Facoltà, data l’assoluta inadeguatezza dei fondi, prospettando solo per le Facoltà di agraria e veterinaria il trasferimento di settori sperimentali a Tombolo e per la Facoltà di ingegneria un vasto ampliamento del proprio insediamento in un’area periferica contigua all’attuale sede. E’ inoltre stato rinviato alla seconda fase della legge quinquennale lo studio dei problemi delle cliniche universitarie e della pianificazione degli edifici per la Facoltà di ingegneria.

Per tutte le altre Facoltà, sono stati prospettati ampliamenti o nuove soluzioni contigue alle attuali sedi, indicando anche aree di riserva per futuri ampliamenti.

Fra le opere più importanti previste, che qui ricordo secondo l’ordine delle Facoltà nello statuto dell’Università, vi sono le seguenti:

- La costruzione della nuova sede della Facoltà di economia e commercio nell’area della Cittadella.

- L’ampliamento della Facoltà di lettere con l’acquisto e l’adattamento di due vasti stabili contigui alla Facoltà e la costruzione di un complesso di nuove aule.

- La sistemazione di alcuni Istituti biologici della Facoltà di medicina.

- La costruzione di un vasto complesso per ampliare l’Istituto di fisica in un’area già acquistata e in altre da acquistare.

- Il trasferimento dei Musei di Storia naturale nel Convento di S. Croce in Fossabanda, precedentemente adattato; tale museo sarà aperto al pubblico e gli attuali locali del museo saranno trasformati in laboratori biologici per la Facoltà di scienze.

- L’avvio a una sistemazione definitiva dell’Istituto matematico in area contigua all’Istituto di fisica, nonché l’acquisto di un’area per costruire ulteriori aule per gli Istituti di chimica.

- Vari lavori di adattamento negli Istituti della Facoltà di ingegneria e l’acquisizione di 23 ha per i suoi futuri sviluppi.

- La costruzione dell’Istituto di coltivazioni arboree della Facoltà di agraria.

- Infine l’acquisto di una vasta area in Via Martiri per costruire la nuova sede della biblioteca centrale universitaria e l’adattamento del Palazzo Vitelli per trasferirvi le segreterie e gli altri uffici.

- Il palazzo Quaratesi-Alberti sarà sede degli Istituti dell’attuale corso di laurea in scienze politiche, mentre il Palazzo della Sapienza sarà a disposizione della Facoltà di giurisprudenza.

La graduatoria di urgenza sarà fatta dal Consiglio di amministrazione, tenendo conto delle somme che ci verranno assegnate e delle necessità più urgenti.

Per quanto riguarda l’edilizia assistenziale si è prevista la costruzione di due case dello studente, una contigua alla Facoltà di ingegneria e l’altra nella zona della Cittadella, assai vicina alle sedi di varie Facoltà.

Per le attrezzature sportive si è richiesto l’acquisto di un’area contigua agli insediamenti sportivi comunali, dove dovrà sorgere una palestra e qualche campo all’aperto, mentre un campo per il gioco di calcio, del rugby e per altre attività ginniche si prevede di allestire sul terreno destinato all’ampliamento della Facoltà di ingegneria, fino a quando le sue esigenze lo permetteranno.

Mentre mi accingo a concludere questa mia relazione, desidero porgere il mio più fervido ringraziamento a quanti hanno collaborato in modo instancabile e con evidente attaccamento e affetto per questo centro di studi, alla sua attività nel corso di un anno particolarmente difficile, ma foriero di concrete speranze per un suo avvenire migliore.

Con questi sentimenti dichiaro aperto l’anno accademico 1967-68, 624° dalla fondazione.

Prima di dare la parola al prof. Elio Fazzalari, ordinario di diritto processuale civile, che terrà la prolusione ufficiale sul tema «Problemi della giustizia in Italia», consegnerò agli illustri maestri professori: Lucio Lazzarino, Folco Domenici, Curzio Massart, Nestore Bernardo Cacciapuoti. Mario de Vergottini, la medaglia d’oro di benemeriti della Scuola della cultura e della arte, loro conferita dal Presidente della Repubblica, quale riconoscimento della Nazione per l’opera da essi svolta a vantaggio della Università italiana.

 

Da: Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’a.a. 1967-1968.

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