1953 - Inaugurazione a.a. 1953-1954

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Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova, 9 novembre 1953.

Inaugurazione a.a. 1953-1954

Relazione del prof. Enrico Avanzi, letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1953-1954, 610° dalla fondazione

 

Eccellenze, Signore e Signori, Colleghi, Studenti,

il Corpo Accademico ha voluto, ancora una volta, designarmi a reggere le sorti del nostro Ateneo, ed il Superiore Ministero, accogliendo la designazione, mi ha confermato, per un altro triennio, a questo posto di lavoro e di responsabilità, nel quale l’onore di continuare a servire un centro di studi quale è quello di Pisa, si associa alla comprensione sia dei molti e importanti problemi che dovranno essere quanto prima risolti, sia di quelli che via via sorgono, in una istituzione che si prefigge il compito di «promuovere il progresso della Scienza e fornire la cultura scientifica necessaria per l’esercizio degli uffici e delle professioni».

La benevola fiducia dei colleghi ha inteso assegnarmi dei compiti precisi, che accetto con animo consapevole, perché so che rispondono al desiderio e alla speranza di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Università: dal Ministero della Pubblica Istruzione; alle Autorità e Rappresentanze politiche e amministrative della provincia di Pisa e di quelle del litorale tirrenico; alle classi produttrici dell’agricoltura, dell’industria e del commercio, che prodigano ingenti quantità di capitali e di lavoro, valorizzandoli con tesori di fede nel progresso economico e sociale della Nazione; agli studenti, che sono la vita e il divenire della Scuola e della Scienza.

Nella fiducia che Iddio vorrà sorreggere e guidare il mio lavoro, attesto a tutti la mia viva riconoscenza, e porgo ai convenuti un saluto deferente e cordiale, estendendolo a quanti, impossibilitati ad assistere a questa tradizionale cerimonia, vi hanno aderito.

 

Nel decorso anno accademico gli studenti della nostra Università, compresi i 210 perfezionandi, sono risultati complessivamente 6976, con l’aumento di 376 rispetto all’ anno precedente. Di questi, 297 hanno aumentato il numero degli studenti in corso - che sono risultati cosi 4734 - mentre i restanti 70 hanno accresciuto il numero dei fuori corso, che sono così saliti a 2242. Però, in considerazione dell’aumento degli allievi regolari, la loro percentuale, rispetto alla popolazione scolastica complessiva, è scesa dal 32,9 al 32,1 %.

Se consideriamo queste cifre nel quadro generale delle università e istituti superiori d’Italia, troviamo la conferma che l’incremento del numero dei nostri allievi in corso - il quale risulta, rispetto all’anno precedente, del 6,7% - è in contrasto con la diminuzione che si nota su base nazionale; giacché il numero complessivo di 141.967 degli studenti in corso per l’anno 1951-52, corrisponde ad una diminuzione del 26% rispetto all’anno 1946-47 e a quella del 2,2% riferita all’anno precedente.

Gli studenti fuori corso sono sempre troppi, tanto che, sul piano nazionale, il loro numero di 83.821 corrisponde ancora alla percentuale del 37% della popolazione scolastica di grado universitario.

Le disposizioni contenute nella legge 18 dicembre 1951, N° 1551, sull’adeguamento dei contributi statali alle università e istituti superiori, e su quello delle tasse e contributi degli studenti, e più ancora le norme interpretative emanate dal Superiore Ministero riguardo all’aumento progressivo, nel tempo, per gli studenti fuori corso, delle tasse e contributi - in merito ai quali questo Ateneo si era attenuto ad una interpretazione benevola della legge - influirà sulla riduzione del numero di quegli studenti che rimangono per anni ed anni nelle università, oltre il termine normale degli studi. Ma, prescindendo da ciò, insistiamo nel ritenere che la soluzione del problema va, almeno in parte, ricercata nel ritorno ad un ordinamento di studi che sia basato in modo essenziale sulla importanza delle discipline basilari, le quali dovrebbero conglobare anche gli esami delle materie complementari, col risultato di un più armonico piano di studi e di una più profonda preparazione dei discepoli.

Nella nostra Università, il numero degli allievi che hanno conseguito la laurea dottorale è salito, rispetto all’anno precedente, da 547 a 703; e ciò dovrebbe contribuire alla riduzione degli studenti fuori corso per l’anno accademico che è ora all’ inizio.

Per le singole facoltà, si rilevano le cifre che seguono:

 

Facoltà

Iscritti

Laureati

% del numero degli studenti

In corso

Fuori corso

In complesso

Giurisprudenza

500

14

32

46

9.2

Lettere e filosofia

547

19

61

80

14.6

Medicina e chirurgia

1079

39

47

86

8.0

Scienze fisiche, mat. nat

1040

16

65

81

7.8

Farmacia

283

5

38

43

15.2

Ingegneria

14691

5

196

201

13.7

Agraria

170

-

30

30

17.6

Veterinaria

297

8

27

35

11.8

Economia e commercio

742

3

56

59

8.0

Lingue e lett. straniere

640

2

40

42

6.6

TOTALE

6766

111

592

703

10.4

 

Le cifre riportate, mentre confermano il basso rapporto che esiste tra il numero degli studenti laureati e quello degli iscritti, mettono in rilievo come, nel complesso, la percentuale degli allievi che conseguono la laurea quando sono fuori corso è di oltre l’84 % del numero complessivo, cifra che scende a circa il 75 % se si aggiungono agli studenti in corso quelli che conseguono la laurea nell’appello straordinario di febbraio.

In seguito a deliberazione presa dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione è stato ripristinato il conferimento della medaglia d’argento agli allievi che hanno conseguito la laurea con lode. Essa viene consegnata, a titolo d’onore, nella cerimonia inaugurale dell’anno accademico.

Hanno meritato questa distinzione 36 allievi, e precisamente: per la facoltà di Giurisprudenza: Funaioli Paolo e Segulo Battistina ; per la facoltà di Lettere e Filosofia: Barsali Mario, Bernardini Lida, Boschi Myriam, Ferretti Gian Carlo, Gamba Fiammetta, Gentili Maria Assunta, Genzone Elvira, Grassi Daniele, Lauretta Raffaele, Lazzerini Romano, Jannaccone Giulia, Margoni Ivos, Moretti Bruno, Rostan Emilia, Torassa Carla; per la facolta di Medicina e Chirurgia: Donato Luigi, Fedi Orfeo, Lenzini Arnaldo, Palagi Luciano, Vallebona Paolo, Vassalle Mario, Volpi Ubaldo; per la facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali: Gulminelli Carlo, Lepore Antonio, Pierangeli Ulisse, Polacco Erseo, Salmon Paolo, Zoccolini Adriana; per la facoltà di Farmacia: Franceschi Giuseppa; per la facoltà di Ingegneria: Bargagna Armano, Castellani Aldo, Piccini Raffaele; per la facolta di Agraria: Ronchi Vittoria; per la Sezione di lingue e letterature straniere della facoltà di Economia e commercio: Genovesi Elena.

 

Tre lutti hanno colpito la nostra Università nel decorso anno accademico, con la perdita dei professori fuori ruolo Renato Perotti, Cesare Giarratano e Guido Ferrarini.

Questi valorosi maestri vivono e vivranno nella devota e memore riconoscenza di questo Ateneo, che desidera rinnovare ai congiunti l’attestazione del suo cordoglio.

In ottemperanza alle norme vigenti, col primo novembre 1953, sono stati collocati a riposo i professori Armando Carlini, Attilio Gentili, Giov. Battista Picotti e Italo Simon. Con la stessa data, è stato posto fuori ruolo il prof. Costantino Jannaccone.

Su proposta della Facoltà di Ingegneria, il Superiore Ministero ha nominato il prof. Gino Gallo professore onorario, mentre l’Università gli ha conferito la decorazione del Cherubino.

L’Università Pisana, nell’attestare a questi maestri la sua riconoscenza e nel porgere ad essi un cordiale augurio di serena e feconda operosità presso il nostro Ateneo, rinnova il voto che lo Stato trovi finalmente il modo di riconoscere, con un atto legislativo, che il professore universitario, anche se collocato a riposo, rimane maestro nella scuola e nella vita.

Il prof. Filippo Caramazza, ordinario di Clinica oculistica si è trasferito all’Ateneo di Bologna, per succedere al suo maestro. Egli lascia nell’ambiente universitario, nella Città e nella Regione il più caro ricordo, che si concreta in un riconoscente ed affettuoso augurio di bene.

La nostra Università è lieta di salutare i nuovi titolari che entrano a far parte del suo Corpo Accademico, circondati dalla cordiale fiducia.

Si trasferiscono a Pisa da altre Università: Mario Baccaredda Boy per la Chimica applicata, Marcello Focosi per la Clinica oculistica e Massimo Severo Giannini, per il Diritto amministrativo. Sono stati nominati in seguito a concorso, fino dal dicembre 1952, Vittorio Bartoletti per la Papirologia e Nino Breviglieri per le Coltivazioni arboree.

Col 1° febbraio del corrente anno, è stato collocato a riposo, per limiti d’età, il dott. Napoleone Colle, direttore amministrativo del nostro Ateneo, che ebbi modo di apprezzarne lo spirito di abnegazione e la esemplare rettitudine. Gli è succeduto, per nomina ministeriale, il dott. Carlo Alberto Petraglia, già favorevolmente noto per l’alacre e intelligente attività spiegata da quando si è trasferito presso la nostra Università.

 

Varie manifestazioni culturali documentano l’attività accademica della nostra Università, nel decorso anno.

Il 17 gennaio 1953 - promossa dalla Unione regionale delle province toscane in accordo con le Università di Firenze, Pisa e Siena - è stata tenuta una riunione, per illustrare - in corrispondenza del 5° centenario della morte di Leonardo da Vinci - il pensiero scientifico del grande italiano nel campo delle scienze fisiche, matematiche, meccaniche, astronomiche e nautiche.

Il 15 febbraio 1953, ha avuto luogo, presso la Clinica oculistica, il congresso della Società Tosco-Umbro-Emiliana di Oftalmologia, in occasione del quale è stata onorata la memoria di Vincenzo Rossi, con lo scoprimento di un medaglione ricordo.

Presso la Facoltà di agraria, con un Convegno di ex allievi, si sono tributate onoranze alla memoria di Renato Perotti, la cui effigie è stata riprodotta nell’aula dove lo scomparso aveva insegnato.

Il 10 luglio 1953, è stato inaugurato il Seminario internazionale di Storia dell’Arte, promosso e organizzato dall’Istituto di storia dell’arte, in seguito ad intese tra l’Università, la Scuola Normale Superiore ed altri enti. L’iniziativa, che risulta la prima del genere in Italia e nell’Europa; ha avuto pieno successo.

Il 5 settembre, si è trasferito da Roma a Pisa il «IV Congresso internazionale per lo studio del Quaternario», con l’intervento dei rappresentanti di 28 nazioni e con risultati di grande interesse scientifico. Nella circostanza, è stata predisposta la «Mostra del Quaternario» che ha raccolto materiale di grande valore e ha attirato molti visitatori.

Il 26 settembre, è stata onorata la memoria di Luigi Bianchi nella ricorrenza del 25° anniversario della sua morte - con un «Convegno internazionale di geometria differenziale», al quale hanno partecipato i maggiori esponenti italiani e stranieri di questa scienza.

Tutte, queste manifestazioni hanno avuto il cordiale appoggio morale e finanziario degli enti locali.

Si sono svolti, anche nel decorso anno, a Viareggio, presso il Collegio «Cristoforo Colombo» i Corsi di cultura italiana per stranieri, frequentati da 299 allievi di 15 nazionalità, tra i quali si notano, sempre più numerosi, studenti di università estere.

La Sezione di lingue e letterature straniere della Facoltà di Economia e commercio ha promosso e organizzato dei corsi all’estero per nostri allievi, i quali sono stati ospitati in collegi universitari. Particolare importanza ha avuto il soggiorno di un gruppo di essi presso l’Università di Birmingham.

 

In relazione alla citata legge 18 dicembre 1951 n° 1551, è stato fortemente rinvigorito l’organismo dell’Opera universitaria, la quale, con la collaborazione amministrativa degli studenti, ha cominciato una proficua attività.

Nel decorso anno accademico ha erogato, sotto forma di borse di studio, premi di incoraggiamento e sussidi vari, la somma di L. 9.675.875.

Sono poi stati concessi vitto e alloggio gratuito a 10 studenti meritevoli e bisognosi, i quali sono stati alloggiati presso il Collegio annesso alla facoltà di Agraria.

Inoltre, parecchi studenti sono stati aiutati attraverso la mensa universitaria, con la distribuzione di 3.868 buoni per l’importo di L. 734.870.

Dal 1° agosto al 15 settembre, a Tirrenia, su di un’area concessa dal Comune di Pisa, ha funzionato il campeggio estivo, presso il quale sono stati ospitati, a spese dell’Opera universitaria, 75 studenti di nazionalità italiana e 36 di nazionalità straniera. Il Ministero della difesa ha provveduto all’attrezzatura ed ha collaborato al funzionamento, con l’encomiabile prestazione di ufficiali, graduati vari e soldati. L’Opera universitaria si è assunta la costruzione in muratura delle cucine e degli impianti igienici.

Sotto l’egida degli istituti di Igiene e di Fisiologia, e col concorso delle cliniche universitarie, ha funzionato un ambulatorio, al quale, sono affluiti 598 studenti, alcuni dei quali sono stati sottoposti a particolari e costose cure mediche e chirurgiche.

Dal mese di marzo ha cominciato a funzionare il «Centro di orientamento professionale» che si propone di assistere i giovani su di un piano tecnico-scientifico, onde contribuire a guidarli ai fini delle future attività professionali. Esso ha svolto un lavoro di notevole interesse.

Accanto a queste realizzazioni, si profilano nuove ed importanti attività a favore degli studenti meritevoli e bisognosi.

È stata acquistata, in via Martiri, un’area fabbricativa di mq. 3.603, con una spesa di L. 13.690.184, destinata ad un collegio per studenti delle facoltà di Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, Farmacia e Veterinaria, che non possono, attualmente, essere accolti presso istituzioni similari.

Intanto, riguardo alle facoltà di Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, per le quali già esistono fondazioni o accordi, potranno divenire operanti, a favore di alcuni allievi e fino dal corrente anno accademico, speciali convenzioni, che sono all’esame delle facoltà interessate.

Il nuovo edificio verrà a trovarsi praticamente sulla storica e artistica piazza dei Cavalieri di Santo Stefano, attiguo alla Casa dello studente e alla Mensa universitaria, nonché prossimo alla sede della Scuola Normale Superiore.

Nella medesima piazza, sarà, tra pochi giorni, inaugurata la sede del Collegio della Scuola Superiore di Scienze applicate (Agraria, Economia e Commercio, Ingegneria), il quale, in seguito a convenzioni con la fondazione Puteano e con quella dei Cavalieri di Santo Stefano, disporrà di ampi e decorosi locali.

Si sono così compiuti dei notevoli passi a favore della serietà degli studi della nostra Università e a vantaggio dell’armonica posizione degli edifici universitari, la quale prevede che la piazza sopra menzionata divenga prossimamente, nella città, un centro culturale di grande rilievo.

Il problema edilizio universitario è sempre al centro delle iniziative e delle aspirazioni del nostro Ateneo.

L’aspetto fondamentale si riallaccia alla convenzione tra l’Università, gli enti locali e lo Stato, che è stata firmata nel 1930 e che fu approvata con legge 18 dicembre 1930 n° 1811, al fine della costruzione di nuove cliniche e di altri edifici universitari. Poiché il piano dei lavori e dei finanziamenti venne interrotto dalla guerra, è nostra ferma convinzione che essa rimanga operante, e in relazione a questa fiducia e alle decisioni prese in una speciale adunanza presieduta dall’on. prof. Giovanni Gronchi e alla quale parteciparono gli on. prof. Giuseppe Togni e avv. Aldo Fascetti, l’Università, fino dal marzo di quest’anno, ha rimesso ai competenti ministeri una relazione dettagliata, riguardo alla esecuzione e all’aggiornamento dei progetti rimasti sospesi e che contemplano un contributo, da parte dello Stato, di circa L. 1.500.000, suscettibile di essere ripartito in alcuni esercizi finanziari. Il nostro ministero segue la pratica, che si trova presso il dicastero dei Lavori pubblici.

Per la costruzione del nuovo Istituto di Chimica farmaceutica, per il quale, fino dall’inaugurazione dell’anno accademico 1949-1950, annunciavamo un primo stanziamento statale della somma di 200 milioni di lire, comunichiamo che il progetto relativo, dopo avere avuto l’approvazione di massima del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, sta per essere approntato presso il locale Ufficio del Genio Civile, di guisa che è da ritenere che possano al più presto avere inizio i lavori di costruzione, i quali, date le condizioni sempre più critiche della attuale, sede dell’Istituto, assumono carattere di estrema urgenza.

Il 6 giugno è stato firmato il contratto preliminare per l’acquisto, con L. 4.300.000, di un edificio situato in via S. Maria e contiguo al Collegio Ricci, danneggiato dalla guerra e ripristinabile con appositi contributi statali. Esso è destinato ad essere sede dell’Istituto di storia dell’arte, per il quale è già stato predisposto il relativo progetto di massima.

In previsione di nuove attività della Università di Pisa nel quadro della «Provincia pilota», è stato anche firmato il contratto preliminare per l’acquisto di mq. 4.150 di area fabbricativa, prossima alla sede della Facoltà di ingegneria, dietro la corresponsione di 7 milioni e 850 mila lire. Somma derivata da una elargizione di 10 milioni di lire, fatta due anni or sono, dal Conte Gaetano Marzotto, al nome del quale saranno intitolate due borse di studio di carattere continuativo.

In conformità del piano predisposto, è in corso lo studio per la trasformazione delle opere murarie che erano destinate alla caserma dei Vigili del fuoco, nella speranza che, qualora il Ministero delle Finanze dovesse persistere nella contrarietà alla permuta dell’area destinata alla nuova caserma con quella dell’ex Podere sperimentale annesso all’Istituto di Agronomia, sia possibile un accordo per l’acquisto dell’area, da tempo scelta dalla Amministrazione provinciale; e ciò sulla base delle proposte formulate dalla Presidenza della Amministrazione stessa.

L’Università, valendosi del contributo del Comune di Pisa e della Provincia di Pisa, ha condotto a termine la costruzione dell’Obitorio, con i suoi annessi, comprese celle frigorifere a disposizione degli istituti di Medicina legale e di Anatomia umana.

Prosegue, limitatamente ai contributi assegnati dal locale Ufficio del Genio Civile, tramite il Provveditorato delle Opere pubbliche per la Toscana, il lavoro di riparazione degli edifici danneggiati dalla guerra, per i quali - mentre attestiamo la nostra riconoscenza per lo spirito di comprensione dimostrato dagli organi provinciali e regionali del Ministero dei Lavori pubblici - invochiamo una più adeguata assegnazione di fondi, onde permettere a tutti gli istituti il pieno svolgimento della attività scientifica e didattica, alla quale sono preposti.

A favore di essi, è intervenuto un primo contributo di 80 milioni di lire da parte dello Stato, e si ha notizia di altre concessioni e di nuove provvidenze.

La situazione edilizia, riguardante le abitazioni dei professori e di tutti i dipendenti della Università, ha fatto qualche tangibile progresso con la disponibilità di 12 nuovi alloggi, costruiti dall’Istituto delle Case popolari, in seguito ad una speciale convenzione con l’amministrazione universitaria, ed abitati, dal maggio decorso, specialmente da famiglie di aiuti e assistenti universitari.

In applicazione del piano «Ina Casa», è stato concesso un contributo di 12.000.000 di lire per un primo modesto lotto di fabbricati per i dipendenti universitari. Invece, nessuna concessione è, fino ad ora, stata fatta - malgrado le nostre costanti premure - riguardo al finanziamento delle costruzioni richieste dalla cooperativa istituita tra professori universitari.

Tuttavia, abbiamo motivo di ritenere che il problema degli alloggi che interessano i dipendenti della Università di Pisa, sia avviato verso una prossima soluzione, attraverso le iniziative universitarie e quelle collettive e individuali sussidiabili dallo Stato, nonché in relazione al ritmo col quale procede, nella Città di Pisa, la costruzione di nuovi edifici.

 

Le lunghe pratiche per il riconoscimento giuridico della Facoltà di Economia e Commercio con Sezione di Lingue e letterature straniere, stavano per essere condotte felicemente a termine, in seguito all’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, di un progetto di legge, presentato dall’on. prof. Giuseppe Togni; sennonché, per le note vicende parlamentari, non fu possibile l’esame della legge, da parte del Senato della Repubblica. Tale legge è stata nuovamente presentata dall’on. Togni, e la procedura, alla quale è stato attribuito carattere di urgenza, è stata ripresa con prospettive favorevoli, tanto che esistono fondate speranze che la legge medesima possa avere applicazione entro il limite di tempo concesso alla Facoltà per provvedere, fino dall’anno accademico in corso, a coprire le nuove cattedre.

 

La stampa locale e nazionale ha dato notizia che il Consiglio Nazionale della produttività - presi accordi con la Direzione generale della Istruzione tecnica del Ministero della Pubblica Istruzione, l’Università di Pisa, il Consorzio per l’Istruzione tecnica, la Camera di Commercio Industria e Agricoltura - aveva scelto la provincia di Pisa per l’efficienza della sua Università - come sede della «Provincia pilota» ; e ciò allo scopo di imprimere, attraverso questo centro di studi, una organizzazione scientifica e tecnica alla produzione, onde contribuire a promuovere e ad accelerare, con un complesso di iniziative, il progresso economico e sociale della provincia stessa e di quelle della Spezia, di Massa-Carrara, di Lucca, di Livorno e di Grosseto.

Le facoltà tecniche - Agraria, Economia e Commercio, Ingegneria - hanno già presentato i loro progetti di massima, e di recente una accurata relazione, dovuta al Segretario generale del Comitato provinciale per la «Provincia pilota », ha esposto le finalità generali e speciali della istituzione, indicando il relativo piano finanziario.

Intanto, l’Istituto nazionale per l’organizzazione scientifica del lavoro - dopo intese di ordine generale con l’Università e la locale Camera di Commercio, Industria e Agricoltura - si propone di agire come organo di collegamento tra questo centro di studi e gli enti che operano nel settore economico-sociale delle province dianzi indicate. Le Facoltà tecniche, coi loro istituti scientifici, verranno così a inserirsi attivamente nella vita produttiva, attraverso l’applicazione delle loro ricerche, e si avvantaggeranno, al tempo stesso, della conoscenza delle attività periferiche di carattere agricolo, industriale e commerciale.

 

Nell’attribuire a Pisa la qualifica di Città Universitaria, abbiamo tenuto presenti le condizioni di fatto, non disgiunte da tradizioni plurisecolari; e, in considerazione di esse, abbiamo ripetutamente affermato che le sorti della città di Pisa e della Università che vi ha sede sono strettamente legate fra loro.

Partendo da questa realtà, nel dicembre dell’anno 1951, a conclusione di nostre azioni precedenti, avevamo prospettato la fondazione, con i beni demaniali che furono già di dotazione della Corona, di un «Ente Nazionale per studi e ricerche ai fini del progresso sociale ed economico».

Nel dicembre del decorso anno, ravvisammo la utilità di ritornare sull’argomento, facendo poi seguire alla esposizione fatta al Senato accademico ed al Consiglio di amministrazione, la bozza di uno schema di legge circa la destinazione dei predetti beni.

Poiché i concetti esposti nello schema di legge, permettono la realizzazione di giustificate aspirazioni degli enti locali - vigorosamente sostenute dalla amministrazione comunale di Pisa e dalla locale Amministrazione provinciale - è sorta l’auspicata intesa di massima, la quale, ne siamo sicuri, sarà un fattore di essenziale importanza per giungere ad un risultato favorevole; tanto più che questo, tra l’altro, verrà a inquadrarsi nelle attività previste per la «Provincia pilota».

 

Osiamo sperare che lo sguardo che abbiamo cercato di dare ai problemi e alle realizzazioni del nostro Ateneo, valga ad assicurare quanti hanno a cuore le sorti della nostra Università, che essa – con le sue cattedre, coi suoi istituti e i suoi seminari - è un armonico cantiere di operosità rivolto al progresso morale, sociale ed economico del Paese.

Poiché questa cerimonia si attua mentre gli spiriti sono protesi verso la città consacrata all’Italia da secolari tradizioni e da sacrifici di sangue passati e recenti, nel rammentare che il labaro della Università di Trieste porta il motto «Ricorda e splendi», eleviamo un pensiero di comprensione e di fede all’Ateneo della Città di San Giusto, che è nel cuore di tutte le consorelle italiane.

Nel confermare la viva riconoscenza a quanti hanno reso meno gravoso il nostro lavoro, desideriamo porgere un saluto particolarmente affettuoso ai giovani, esprimendo la certezza che essi saranno degni delle tradizioni di questo centro di studi, che intende prepararli alle superiori esigenze del Paese.

Nella fiducia che questa Università possa contribuire sempre più efficacemente alla grandezza della Patria, dichiaro aperto l’anno accademico 1953-54, 610° dalla fondazione, e prego il collega prof. Giuseppe Bruguier Pacini, di tenere la prolusione, trattando il tema: Riflessioni in tema di produttività.

 

Da: Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1952-1953.

 

1 Compresi quelli del biennio propedeutico (280).

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