1940 - Inaugurazione a.a. 1940-1941

Stampa questa pagina

Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova, 11 novembre 1940.

Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941
Inaugurazione a.a. 1940-1941

Relazione del Rettore [Annibale Evaristo Breccia] e del segretario del GUF [Giovanni Lugo]

Eccellenza, Eccellenze, Camerati,

il nostro primo pensiero non può non essere rivolto alla Maestà del Re Imperatore di cui oggi si festeggia il 71º compleanno. Studenti e Maestri dell’Università pisana, stretti, come tutto il popolo italiano, attorno al Sovrano, in fervida unanimità di cuori e di fede, ma che hanno la fortuna di essere a lui materialmente più prossimi, innalzano ardenti voti perché il Re vittorioso e saggio sia a lungo conservato al nostro affetto devoto: per le crescenti fortune, per il più alto destino della Patria.

Della grande patria italiana che il Duce - tanto nomini nullum par elogium - che il Duce con sovrumana chiaroveggenza e fermissima mano guida all’ardua ma sicura conquista di una più alta responsabilità nella storia del mondo. A mio e vostro nome io prego l’Ecc. Buffarini, che il Duce ha delegato come suo rappresentante a questa solenne austera e significativa cerimonia, di volersi fare interprete presso il grande Capo, non solo della nostra gratitudine per l’atto di squisita benevolenza, ma anche e anzitutto dell’ardente volontà di seguirlo verso tutte le mete, incondizionatamente pronti ora e sempre, ora come sempre: a credere, obbedire, combattere.

Quando ora fa un anno, come oggi, noi garantivamo che gli eventi improrogabili ci avrebbero trovati pronti al primo comando, sapevamo che l’Università di Pisa avrebbe dato, occorrendo, una superba, magnifica prova, d’essere la degna erede e custode della gloriosa impegnativa tradizione di Curtatone e di Montanara. Se sarebbe assurdo fare dinanzi a voi testimonianza dell’entusiasmo con cui Pisa accolse l’annuncio della guerra, atteso prima con disciplinata impazienza, non è fuor di luogo enumerare la cifra degli studenti che han chiesto di partire volontari - 375 - la più alta fra tutte, poiché se Roma e Bari di poco la distanziano, peraltro posseggono una popolazione scolastica di gran lunga superiore. Se la morte eroica di quattro valorosi giovani che appartennero alla nostra Università ha provocato inevitabili ore di tremendo lutto alle loro famiglie, le quali ci hanno avuto fraternamente vicini con unanime spontaneità di partecipi cuori, i nomi dei quattro caduti: Manlio Ferrarini, Euro Menini, Ugo Ceccarelli, Mario Lunini, aggiungono nuovi allori, nuovi titoli di nobiltà alla tradizione di patriottismo e di sacrificio di cui la studentesca pisana detiene il primato.

Alla famiglia dell’amato collega, l’illustre prof. Ferrarini, ed ai congiunti di Euro Menini, di Ugo Ceccarelli e di Mario Lunini rinnovo l’espressione della condolente simpatia e della condivisa fierezza.

Manlio Ferrarini resterà inoltre sempre associato al nostro Ateneo per l’istituzione di una borsa di studio intitolata al suo nome e per il sussidio che, in suo nome, abbiamo potuto distribuire alle famiglie dei subalterni universitari richiamati alle armi. La Scuola ha vissuto ora per ora le vicende della titanica lotta in cui è impegnato l’avvenire della Nazione. Tuttavia non l’attesa degli eventi ineluttabili ha destato abuliche inquietudini, non lo scoppio della guerra ha arrestato il fervore delle opere. Possiamo anzi affermare che la vita della nostra Università, nel decorso anno, si è svolta con assai notevole intensità e con adeguata importanza di risultati. Il quindici dicembre, rinnovando un costume a torto abbandonato, ebbe luogo in quest’aula la proclamazione solenne dei laureati nelle due sessioni del 1939. La manifestazione può dirsi mirabilmente riuscita sotto ogni riguardo, anche per virtù dei lontani, i quali inviarono la loro adesione esprimendo il profondo rincrescimento per la forzata assenza, con commoventi espressioni di grato, memore, nostalgico affetto.

L’Eccellenza Bottai volle inviare al Rettore l’espressione del suo vivo compiacimento: «Tale cerimonia, egli scrisse, varrà certamente ad incitare le giovani forze intellettuali verso una sana emulazione ed a stringerle sempre più in un vincolo di doverosa gratitudine verso la loro Università».

Nei modi e colle limitazioni consigliate dalle circostanze, mi propongo di ottenere che la festa ripristinata fra tanti consensi, abbia luogo anche nel corrente anno.

Uno dei problemi più urgenti a cui ho rivolto la mia attenzione e la mia attività è stato naturalmente quello di trovare i mezzi necessari al completamento della sistemazione edilizia.

Sotto l’ègida costante dell’Eccellenza Buffarini e in grazia del fattivo energico appoggio dell’Eccellenza Prefetto Ventura, i milioni che gli enti locali avrebbero dovuto offrire per integrare il considerevole contributo promesso con tale condizione dallo Stato, erano in via d’essere tutti raccolti, quando l’entrata dell’Italia in guerra ha imposto una sosta inevitabile. Tuttavia andiamo fin d’ora predisponendo iniziative e preparando il terreno al fine di potere iniziare la costruzione dei nuovi edifici, non appena la situazione sia tornata normale.

I contributi che risultano ad oggi regolarmente approvati nelle debite forme di legge sono:

Cassa di Risparmio di Pisa L. 1.000.000,00; Consiglio Provinciale della Corporazioni di Pisa 500.000,00; Comune di Pontedera 200.000,00.

Dall’Amministrazione provinciale e dal Comune di Pisa sono stati deliberati i rispettivi contributi di L. 500.000 ciascuno.

Potendo fare sicuro assegnamento su questa somma abbiamo invocato l’intervento dello Stato per attuare, speriamo assai presto, una prima parte almeno dell’intero programma e cioè il nuovo Collegio Mussolini, capace di accogliere cento allievi, la Chimica farmaceutica, la Clinica di Patologia medica e la Casa-Mensa dello Studente. Dell’edificio della Facoltà di Agraria sta per essere ultimato anche il terzo ed ultimo lotto di lavori; quello della Chimica generale è compiuto e seppure solo in parte arredato, ha cominciato a funzionare e sarà ufficialmente inaugurato nel prossimo aprile.

I competenti che l’hanno visitato, nonostante la.provvisoria sistemazione, parlano del nostro Istituto di Chimica generale con entusiasmo, giudicandolo uno dei migliori se non il migliore d’Italia.

L’ex-palazzo della Provincia in Piazza dei Cavalieri che formerà il nucleo del costruendo Istituto superiore di scienze corporative e del Collegio Mussolini è passato in definitivo possesso dell’Università. Verseremo a tale scopo mezzo milione, ma la Provincia generosamente ha consentito a restituirci tale somma in un periodo di venticinque anni, cosicché, in ultima analisi, si tratta di un altro cospicuo contributo che Pisa offre all’assetto edilizio dell’Università.

Sia tale nobile esempio di stimolo e d’incitamento a una sempre più intima cooperazione fra l’Ateneo pisano e le Province consorziate che vi fanno capo.

La nostra Università si chiama e continuerà a chiamarsi di Pisa per ovvie e indiscutibili ragioni di grande valore storico e contingente, ma è di fatto l’Università di Pisa, di Livorno, di Lucca, di Apuania e di Grosseto, cioè di tutta la Toscana marittima, come dovrà essere, come sarà in un prossimo domani anche l’Università della Corsica alfine redenta!

A questo proposito giova ricordare che l’iniziativa da me presa perché Pisa divenga la sede non di un Centro, ma del «Centro nazionale di studi còrsi», se ha suscitato ampio coro di lodi e pubblici consensi, ha urtato contro parecchie difficoltà inattese per non dire contro ostilità mal celate, contro qualche incomprensione, o contro l’inutilità di soltanto platoniche adesioni. Non ho disarmato e in questi giorni avrò uno scambio d’idee con alti gerarchi e coi rappresentanti più autorizzati del movimento in favore della cultura còrsa. Forse costituendo l’auspicato Centro di studi còrsi come parte integrante dell’Università, ma quale sezione di questa, distaccata a Livorno (il che mi sembra giusto premio alla città che dell’irredentismo dell’italianissima isola è stata antesignana, e prova di una superiore armonia di patriottici sentimenti), potremo più facilmente raggiungere la meta.

Intanto ho il proposito di bandire al più presto un premio per una monografia che particolarmente illustri le relazioni esistite in passato fra i Còrsi e la nostra Università relazioni che molti dicono, con vaghi accenni peraltro, estese, intime ed importanti.

L’utilità, l’efficacia del Consorzio - merito insigne dell’Eroe di Buccari al quale tra non molti giorni sarà dedicato un perpetuo ricordo nella Sapienza - e il suo non intiepidito interessamento, hanno avuto una luminosa prova in quest’anno. Le nostre insistenti sollecitazioni perché i contributi arretrati venissero regolati, hanno avuto la più paziente, cordiale, e volenterosa accoglienza da parte degli interessati, cosicché a dispetto delle catastrofiche scoraggianti previsioni di molti, abbiamo raggiunto un risultato superiore ad ogni aspettativa; il quale ha permesso all’amministrazione universitaria di sborsare, come ho detto, mezzo milione per il palazzo del Collegio Mussolini e di distribuire agli istituti ed ai laboratori che tanto giustamente lamentavano la insufficienza delle dotazioni, assegni straordinari per una somma di L. 665.627. Aggiungendo le assegnazioni dovute per leggi e convenzioni, ammontanti a L. 74.600, si ha un totale di L. 740.227.

Sempre uniformando l’azione al principio di creare la sensazione che le province consorziate fanno parte integrante dell’Ateneo e ne vivono la vita, le sedute del Consorzio sono state e saranno tenute, oltre che a Pisa, a Livorno, a Lucca, ad Apuania, a Grosseto. Per lo stesso fine ho volentieri accettato di inaugurare ieri l’altro, ad Apuania, l’anno culturale dell’Istituto di Cultura Fascista. Trattative sono in corso per stringere legami, valendomi anche della collaborazione dell’ Associazione fascista della Scuola e in modo particolare del GUF, tra l’Università e l’Accademia di Scienze e Lettere e Arti di Lucca da un lato, con l’Accademia di Belle Arti di Apuania dall’altro.

Abbiamo fino a poco tempo fa nutrito la speranza di potere annunciare oggi la costituzione della tanto desiderata e opportuna, direi dovuta Facoltà di Scienze economiche e commerciali. Quasi tutte le non lievi difficoltà erano state superate e gli ultimi ostacoli anche d’ordine finanziario eliminati per il diretto intervento dell’Eccellenza Buffarini e per la mai smentita benevolenza verso Pisa, dimostrata dall’Eccellenza Bottai, quando le attuali contingenze hanno fatto ritenere opportuno di sospendere ogni decisione in proposito. L’Eccellenza Bottai peraltro ha voluto dare l’assicurazione che non appena sia ristabilita la situazione normale, tale proposta sarà ripresa in esame con ogni attenzione.

Intanto con la sempre validissima cooperazione del camerata amico e collega prof. Funaioli, dell’instancabile Podestà di Pisa e del Gr. Uff. Campana, podestà di Livorno, luminosi esempi entrambi della filiale devozione che l’Università ispira a tutti gli uomini di nobil sentire che in essa hanno educato la mente, continuiamo a perfezionare il progetto, cercando di sopprimere o di prevenire ogni possibile intoppo di forma o di sostanza. Se, come speriamo, in primavera potremo avere l’atteso decreto, la nuova Facoltà potrà funzionare in pieno, col prossimo anno accademico.

La Scuola di perfezionamento nelle discipline corporative già in via di rifiorire sotto l’abile, energica guida del camerata prof. Biggini, ha subìto testé una profonda proficua trasformazione, in armonia con le direttive del Ministro dell’Educazione nazionale. Snellita nella sua struttura, meglio coordinata negli insegnamenti, con programma rispondente alle esigenze di un vero perfezionamento, la Scuola darà certo tutti i frutti che ne attendiamo.

Superfluo sarebbe il segnalare l’importanza del fatto che il Centro di studi talassografici di Viareggio, diretto con tanta competenza ed autorità dal collega prof. Gennaro Fiore, abbia stretti rapporti col nostro Ateneo. Ho quindi assai volentieri accolto l’invito di assistere al Convegno indetto per il giorno due dello scorso giugno. Assumendo la presidenza di una delle sedute mi rallegrai per la bella utile manifestazione, ponendo in rilievo che se da un lato il Centro talassografico di Viareggio trae dall’Ateneo pisano disciplina di studi, gli offre in cambio un pregevolissimo materiale di ricerca. Gli indiscutibili vantaggi di tale cooperazione mi fornirono l’occasione per insistere ancora una volta sull’opportunità d’una sempre maggiore intimità di rapporti tra l’Università di Pisa e gli enti culturali delle province consorziate, per l’incremento del contributo che esse hanno il compito di apportare al progresso scientifico della Nazione. Le mie parole furono accolte con perfetta comprensione e con manifesta adesione. Mi piace segnalare che in quella circostanza ottenni dal benemerito prof. Prassitele Piccinini la promessa di compiere in favore di Pisa uno dei suoi atti di fecondo mecenatismo. Sono sicuro che il generoso uomo sta concretando le modalità d’attuazione. Purtroppo dobbiamo provare un senso d’invidia quando leggiamo le cifre delle cospicue donazioni che annualmente ricevono parecchie delle consorelle: le decine o le centinaia di migliaia o perfino i milioni di lire offerti alle Università di Genova, di Milano, di Roma e così via; ciò peraltro non ci dispensa dal segnalare, anzi impone l’obbligo di segnalare con più alta lode, gli atti di liberalità compiuti verso il nostro Ateneo.

In prima linea dev’essere additata alla comune riconoscenza la compianta signorina Feroci Maria la quale per testamento ha lasciato l’Università erede dei beni immobili costituiti da due fabbricati posti in via della Faggiola n. 2 e Via dei Martiri n. 2 e 4, del valore approssimativo di 200.000 lire, disponendo che colla metà delle rendite degli immobili stessi sia provveduto alla istituzione di una borsa di studio da conferirsi a uno studente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, e l’altra metà sia destinata al miglioramento, della Scuola medica.

A tempo opportuno provvederemo affinché venga perpetuato il ricordo dell’ atto generoso e nobilissimo compiuto dalla benefattrice. Il professore Giuseppe Merciai ha legato all’Istituto di Geologia la sua biblioteca ricca di tremila pubblicazioni tra volumi e fascicoli ed una bella serie di strumenti scientifici. Assai meno importante per numero e per materiale valore, sono i libri lasciati in dono dal sig. Francesco Sassetti, tuttavia il gesto del N. H. è infinitamente commovente e simpatico sia per il pregio ch’egli attribuiva alla sua piccola e in gran parte frusta raccolta di pubblicazioni, sia per il riconoscente affetto da lui serbato sino alla tardissima vecchiaia verso l’alma mater studiorum.

L’attività delle nostre Facoltà, Scuole e Istituti è stata assai molteplice, con iniziative non di rado tali da raggiungere un interesse nazionale.

Il 22 aprile abbiamo inaugurato la Sezione di Pisa dell’Istituto italiano di Paleontologia umana, nei locali da noi concessi all’Istituto stesso che ha iniziato l’attuazione di un vasto programma di ricerche e di studi.

Nei giorni 18 e 19 maggio, ad iniziativa della Facoltà di Giurisprudenza e della Scuola di perfezionamento nelle discipline corporative, fu tenuto, nell’Aula magna storica, un convegno di singolare importanza per i gravi ed attuali problemi prospettati, con la partecipazione di molti e l’adesione di moltissimi tra i più autorevoli giuristi italiani. Tema centrale prefissato i «Princìpi generali dell’ordinamento giuridico fascista».

La pubblicazione già avvenuta dei processi verbali della. riunione ha suscitato un vivissimo interessamento, cosicché si prevede le possibilità di un più vasto convegno con la partecipazione dell’Eccellenza Grandi, Ministro di Grazia e Giustizia. La Facoltà e la Scuola che hanno curato tale pubblicazione si sono fatte promotrici e saranno editrici di un volume di studi, nel quale tutti i più riconosciuti competenti in materia saranno chiamati a collaborare. Ho il piacere di comunicare che l’Ecc. Ministro dell’Educazione nazionale ha concesso il nulla osta per la distribuzione di una voluminosa opera di cui la stessa Scuola aveva da tempo preso l’iniziativa al fine di illustrare il pensiero economico francese contemporaneo, opera compilata dai più competenti studiosi francesi in materia, con prefazione del prof. Cesarini Sforza.

Attuando il proposito di dare un sempre maggiore impulso alla produzione scientifica dei nostri Istituti e dei nostri giovani laureandi o laureati, poiché giudico questa la miglior propaganda per l’Università e la più convincente prova del suo valore, sono state prese alcune iniziative per le quali il superiore Ministero ed il Ministro stesso ci hanno fatto pervenire l’espressione del loro plauso. Ricordo: la pubblicazione di un «Bollettino bibliografico» di cui studenti e professori hanno già apprezzato l’utilità nel primo modesto fascicolo. È in corso di stampa il secondo, assai più ampio e che sarà stampato su una sola facciata per permettere di ritagliarlo ai fini della schedatura, secondo le personali convenienze degli studiosi.

Il passaggio della collezione di «Studi letterari» diretti da Luigi Russo fra le pubblicazioni universitarie, alle quali appartiene anche la collezione di «Studi storici» da me diretta, e di cui è uscito testé il primo volume contenente l’eccellente saggio di un giovanissimo il dott. Angelo Gianni: «La spedizione di Massaua (1885)».

A cura del Seminario della Facoltà giuridica si va effettuando l’edizione delle opere complete del grande romanista Muzio Pampaloni. È uscito già il primo volume di pp. 750 e presto sarà messo in circolazione anche il secondo.

Tutte queste pubblicazioni, come pure l’Archivio di Scienze corporative e i volumi di Memorie connessi, sono state stampate da egregi tipografi della nostra città, dimostrando che l’industria editoriale pisana può tenere degnamente il confronto con le più reputate di tutta Italia.

Non meno intensa dell’attività degl’Istituti è stata la produzione dei singoli professori, docenti, aiuti, e assistenti, com’è facile rilevare dall’Annuario testé distribuito.

L’Annuario non solo si presenta questa volta in formato più maneggevole e di più facile e comoda consultazione, ma nonostante il numero ridotto delle pagine, per lo sfrondamento di inutili ripetizioni è anche più ricco di contenuto, poiché include fra l’altro, l’elenco nominativo degli studenti.

Se quasi tutti i professori e docenti hanno pubblicato studi e articoli e volumi più o meno importanti, molti hanno compiuto ricerche con finalità scientifiche od autarchiche.

Premi di operosità scientifica sono stati concessi agli aiuti e assistenti signori: Imbasciati Bruno, Bertellotti Leopoldo, Casini Francesco, Tavani Guido, Pardi Leo, Pera Luigi, Monasterio Gabriele, De Renzi Salvatore, Rossoni Piero, Battistini Giulio, Di Molfetta Natale, Tavani Ettore, Banchetti Augusto, Cordero Celso, Verona Onorato, Ciccone Marianna, Loi Libero, Socin Costantino, Giovannozzi Renato, Pirrone Francesco, Rastrelli Agostino, Romboli Bruno, Derenzini Tullio.

Ottennero la libera docenza nel 1939-40, i nostri collaboratori: Di Molfetta Natale in Patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica; Malaguzzi Valeri Orazio, in Clinica pediatrica; Monasterio Gabriele, in Clinica medica generale e terapia medica; Casini Francesco, in Clinica oculistica; Tronchetti Fabio, in Patologia speciale medica e metodologia clinica; Arrighi Gino, in Meccanica razionale; Tongiorgi Ezio, in Botanica; Lazzarino Lucio, in Costruzioni aeronautiche.

Alcuni professori sono stati invitati dal Ministro degli Affari Esteri Ecc. Galeazzo Ciano, a tenere conferenze fuori d’Italia: il Rettore a Vienna, i proff. Biggini e Russo a Budapest e in altre città dell’Ungheria; questi stessi e molti altri hanno tenuto conferenze in Pisa o in vari luoghi d’Italia, spesso per incarico dell’Istituto di cultura fascista.

Tutte le Facoltà e Scuole hanno continuato, e con ritmo più intenso, le pubblicazioni dei rispettivi bollettini o annali o memorie, tutti assai apprezzati e ricercati anche all’estero. Con particolare soddisfazione ho letto i giudizi che la critica tedesca ha dato dei tre volumi «Saggi in scienze assicurative» pubblicati sotto la direzione dei proff. Leonida Tonelli e Lorenzo Mossa.

Con soddisfazione anche maggiore e che sarà condivisa da tutti voi e dalla cittadinanza, comunico che i due illustri colleghi, sottraendosi o resistendo al «metropolismo» imperversante in modo particolare fra gl’insegnanti universitari, hanno deciso il primo di tornare col prossimo anno stabilmente a Pisa e il secondo ha rifiutato l’offerta di trasferirsi in una delle più importanti tra le sedi ritenute, a torto o a ragione, più importanti della nostra.

Se questi colleghi continueranno a far parte della famiglia universitaria pisana, dobbiamo deplorare la partenza dei seguenti: Colosi Giuseppe, titolare della cattedra di Zoologia, trasferito a Firenze; De Ricco Guido, titolare della cattedra di Idraulica – a Roma e di Roccatelli Carlo di Architettura - parimenti a Roma.

Da Catania ha chiesto di venire ed avrebbe dovuto venire tra noi, ma si è fermato a Roma, perché comandato presso il Ministero di Grazia e Giustizia, Nicolò Rosario per le Istituzioni di diritto privato. Hanno accettato la destinazione di Pisa, Gennaro Teodoro per la Zoologia e Alfredo Quartaroli per la Chimica agraria.

Sono stati nominati in base ai risultati di recente concorsi: Stefanelli Giuseppe per la Meccanica agraria con applicazioni di disegno, nella Facoltà di Agraria; Coletti Gian Luigi per la Storia dell’arte medioevale moderna e Pellegrini Silvio per Filologia romanza, nella Facoltà di lettere; Valle Cesare per l’Architettura tecnica nella Facoltà d’ingegneria.

A quelli di costoro che già hanno iniziato l’insegnamento con tanta efficacia, a quelli che stanno per iniziarlo il più cordiale benvenuto.

Non ignoro, perché ne ho fatto la personale esperienza, quanto sia difficile, a Pisa, trovare alloggi convenienti in case di recente costruzione e modernamente attrezzate, ma so pure che tale difficoltà non costituisce alcun ostacolo, né alcun freno, nella lotta per accaparrarsi qui una cattedra. Le difficoltà o impossibilità si scoprono soltanto dopo.

Perciò a coloro che hanno stabilmente fissato la residenza nella nostra bella, per clima invidiata, per gentilezza di persone accogliente Pisa, la certezza di un soggiorno gradito, di una vita operosa e tranquilla; a coloro che intendessero di starne il più possibile lontani, la franca dichiarazione che per quanto dipenderà da me, ostacolerò come meglio mi sarà possibile, tale proposito.

D’altra parte le autorità, a cominciare dall’Eccellenza Prefetto e dal Podestà e i gerarchi, a cominciare dal Federale od anche più in alto, sono. preoccupati di tale deficienza di alloggi e si sono proposti di portarvi rimedio. Le trattative e gli studi in proposito erano già iniziati, ma altri. problemi infinitamente più gravi hanno imposto la necessità di rimandarne la continuazione a tempi più calmi.

Nella misura delle nostre forze abbiamo cercato di favorire il crearsi di un’atmosfera di maggiore cordialità di rapporti fra i professori e fra le loro famiglie. Le riunioni organizzate a tale scopo nella sede dell’Ingegneria, col concorso del camerata Gino Gallo, fiduciario dell’Associazione fascista della Scuola, sono state accolte con entusiasmo ed hanno avuto risultati eccellenti; incoraggiati dai quali, abbiamo deciso di renderle più frequenti e di ottenere, per giunta, alcune stanze di ritrovo in uno dei più centrali e storici palazzi della città, in ciò favoriti dall’ing. Buoncristiani.

Purtroppo anche quest’anno dobbiamo deplorare alcuni gravissimi lutti nel corpo insegnante: di Pericle Galli, ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee, nel quale gli studenti di agraria hanno perduto un Maestro appassionato e valente, noi un collega simpatico servizievole e devoto, la città uno dei suoi amministratori più diligenti e laboriosi; di Giuseppe Marcone professore emerito e già titolare di Patologia e clinica medica veterinaria che era stato Direttore dell’ex-Istituto superiore di medicina veterinaria e quando il detto Istituto fu trasformato in Facoltà ne divenne Preside per l’anno 1934-35: Giuseppe Marcone era un degnissimo insegnante e un valoroso uomo di scienza, che lascia anche il ricordo di una forte anima temprata a sopportare con rara energia e serenità i più duri casi della vita; di Ettore Fornasari di Verce, che lascia un vuoto penoso nell’esigua schiera di liberi docenti: la sua dottrina era grande e sempre rinnovata, la sua bontà d’animo sarà a lungo ricordata con sincero rimpianto.

Ai famigliari dei cari compagni di lavoro scomparsi abbiamo fatto pervenire espressioni di vivo cordoglio. Un cenno necrologico di ciascuno di essi sarà pubblicato nel prossimo Annuario.

Un ventennio, nella febbrile inquieta velocissima e obliosa vita contemporanea, costituisce un longurn aevi spatium, ma la memoria di Giuseppe Toniolo non si è illanguidita per trascorrer di tempo, si è al contrario diffusa in Italia e nel mondo, innalzandosi fino alle soglie della santità. Io ho volentieri assistito alle recenti onoranze rese al grande uomo a Pieve di Soligo, in occasione della translazione della salma dal cimitero alla chiesa parrocchiale, convinto che da tali onoranze venissero lustro e decoro alla nostra Università che l’ebbe tra i Maestri più insigni ed esemplari. La Facoltà giuridica, in opportuna circostanza, si riserva di commemorare solennemente il professore e lo scienziato, le cui dottrine di economia politica hanno lasciato un solco profondo e fecondo.

Giuseppe Toniolo è l’unico santo di cui finora possa gloriarsi il nostro Ateneo e, temo che, se non ne sarà il solo, non avrà tanto presto un compagno. Tuttavia l’Ateneo pisano, se non santi, può vantare anche oggi insegnanti illustri, scienziati di valore indiscusso e appassionatamente devoti al progresso della cultura e delle scienze, all’incremento del nostro Studio glorioso.

Col sentimento che può derivare da. una quasi semisecolare amicizia e con la soddisfazione di chi ha ora il compito di reggere le sorti della Università pisana, compio il gradito incarico di consegnare all’Eccellenza Armando Carlini il decreto con cui gli è stata assegnata la Stella d’oro al merito della Scuola. La produzione di Armando Carlini e il posto che occupa nel movimento della filosofia contemporanea sono troppo noti perché sia opportuno insistervi da parte di un incompetente, ma devo aggiungere che il Senato Accademico, ricordando l’opera per tanti anni e con tanto successo svolta dal nostro collega per la sistemazione edilizia e per l’incremento della nostra Università ha, su mia proposta, approvato per acclamazione di decretargli la Distinzione del Cherubino.

L’Eccellenza Ministro Bottai ha recentissimamente emanato, in apposita circolare chiare istruzioni intorno alla disciplina universitaria e poiché tale circolare è stata portata a conoscenza diretta di tutti gl’insegnanti e degli studenti, mi dispenso dal dilungarmi su tale argomento. Le direttive del Ministro, come sa chiunque abbia assistito all’inaugurazione del decorso anno accademico od abbia letto la mia relazione, corrispondono in modo perfetto a quelle dame ritenute indispensabili per adeguare l’Università Italiana all’ordine nuovo della Rivoluzione e per ottenere che l’Università stessa contribuisca nella misura che deve, allo sviluppo del pensiero ed alla potenza della Nazione. Tutti indistintamente - rettore, presidi, insegnanti studenti - siamo impegnati alla più stretta osservanza delle superiori disposizioni, senza velleità sabotatrici, senza casistiche restrizioni mentali, con assoluta sincerità e fedeltà d’animo. D’altra parte il Ministro intende dare forma concreta alle ora emanate direttive, in precise norme di legge.

Tali norme sembrano particolarmente necessarie per porre un freno infrangibile al dilagante abuso dei professori fuori sede. Le attuali disposizioni di legge, nonostante le non equivoche parole del Ministro, dovranno essere ritoccate perché - e ringraziamone finalmente gli dei - la maliziosa definizione del «caro collega» diffusa da tante storielle per ridere dove il «caro» mascherava i più perversi sentimenti, non risponde più alla realtà e la formula «homo homini lupus» va assolutamente rovesciata quando s’intenda di applicarla ai colleghi di una stessa Facoltà.

A mio sommesso parere basterebbe trasformare in articoli di legge due capoversi di una circolare relativa alla magistratura che l’Ecc. Ministro di Grazia e Giustizia emanò lo scorso anno, sol che si sostituisca alla parola «magistrati», «professori» e ad «attività giudiziaria» «attività scolastica». La circolare lodata conteneva l’«invito a far rispettare l’obbligo della residenza da parte di tutti i funzionari appartenenti all’ordine giudiziario, giacché soltanto con la ininterrotta permanenza di ciascun magistrato nella sede dove esercita le sue funzioni, è possibile mantenere costante e generale il senso di fiducia nel regolare e sollecito svolgimento di ogni attività giudiziaria» e, in relazione con la necessità di una rigida osservanza dell’obbligo della residenza, annunciava «ch’era allo studio la opportunità di porre assoluto divieto a tutti i magistrati di assumere incarichi extra-giudiziari che importassero lo svolgimento di attività fuori della loro ordinaria residenza». Ignoro se i saggi propositi siano rimasti pie intenzioni, ma nella loro attuazione sta, a mio parere, il rimedio da tante parti invocato per la Scuola, in primissima linea per la Scuola universitaria.

La condotta degli studenti non ha dato luogo a lagnanze e, se ne togli qualche deplorevole episodio, subito eliminato, in occasione della estiva sessione di esami, svoltasi in una atmosfera di particolare entusiasmo ma anche di particolare ingiustificato eccitamento, si può dire appieno soddisfacente. Difatti ho da segnalare che nessuna punizione è stata inflitta. Non tutti gli esami della sessione estiva, del resto, sono stati affrontati da profittatori. Se molti, che pure avevano pronta o quasi la tesi di laurea, hanno preferito rinviarne la discussione a momenti di meno cedevole indulgenza, non sono stati pochi coloro che hanno superato esami speciali o di laurea con ottime e meritatissime votazioni. Ottennero la laurea con lode: nella Facoltà di Giurisprudenza - Amaduzzi Ruggero, Arena Clemente, Di Primio Rafaele, Ricci Carlo, Spolidoro Yorick; nella Facoltà di Lettere e Filosofia - Bassano Miniati Marta, Ciantelli Giancarlo, Russi Antonino; nella Facoltà di Medicina e Chirurgia - Andrei Galliano, Bernardi Vittorio, Bianchi Cesare, Casini Giovanni, Calamandrei Giorgio, Ceccarelli Armando, Correra Mario, Guidi Antonio, Felici Flavio, Giacomelli Giacomo, Montanari Luigi, Rossi Baldo, Scotti Goffredo, Tosi Ettore; nella Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali - Cei Giuseppe, Danielli Dino, Marchetti Luigi, Matildi Pietro, Morelli Cesare, Omodeo Pietro, Pagni Renato; nella Facoltà d’Ingegneria - Baglini Vittorio, Bartalucci Bruno, Bonducci Orlando, Pieri Alessandro.

Ottennero il Diploma di Perfezionamento con lode: nella Scuola di Perfezionamento in discipline corporative - Boari Giovanni, De Cocci Danilo, Pittaluga Giovanni; nella Scuola di Otorinolaringoiatria - Cupido Francesco; nella Scuola di Pediatria - Manganelli Mario; nella Scuola di Ostetricia e Ginecologia - Pasqualetti Renzo, Toaff Renzo; .nella Scuola di Oculistica - Iovane Antonio, Cinotti Renato.

Della lodevole condotta tenuta dagli studenti grande parte del merito va attribuita ai dirigenti del nostro GUF e in modo particolare al Segretario dott. Lugo, il quale ha sempre collaborato colle autorità accademiche con molta comprensione e in armonia di vedute e di finalità. Egli vi parlerà fra poco dell’attività svolta dall’organizzazione affidata alle sue cure, ma io non voglio tacere alcuni pensieri che mi sono stati suggeriti dall’avere seguito da vicino la preparazione dei Littoriali e dall’avere assistito al loro svolgimento a Bologna.

Ciò che dirò è perfettamente ortodosso poiché lo stesso Ministro Bottai non è convinto che l’organizzazione sia perfetta. Difatti ha suggerito che uno dei principali temi di discussione per il più vicino di tali convegni possa essere questo: «Come organizzare i Littoriali». Io per mio conto non sono riuscito a comprendere perché uno studente che abbia compiuto la sua formazione spirituale e la sua fisica educazione in una determinata Università, dopo laureato e fino al 28º anno, debba cessare di far parte del GUF da cui proviene, per passare in quello della città propria o della provincia in cui va a risiedere. Io mi permetto di credere che simile misura falsa completamente il giudizio sul valore formativo dei singoli centri di studio, valore che il carattere agonistico dei Littoriali dovrebbe appunto mettere nel giusto rilievo. Valga un semplice episodio, capitatomi a Bologna.

Assistendo a una discussione sul problema del lavoro nella Scuola, ho visto salire sulla pedana un giovane che avevo conosciuto come studente a Pisa e come Normalista. Naturalmente ho cominciato a fare un po’ di tifo, applaudendo alla fine con molto calore, forse un poco eccessivo. Più tardi, incontrato l’oratore, mi rallegrai con lui, esortandolo a fare onore a Pisa cogliendo qualche alloro per il nostro GUF. Rimasi assai male quando egli mi rispose: «ma io non appartengo al GUF di Pisa, appartengo a quello di Modena». Confesso che ebbi la tentazione di farmi restituire una parte almeno dei miei battimani.

Degno di meditazione mi è anche sembrato il fatto che pei Littoriali dello sport si verifica un vero accaparramento di elementi ritenuti capaci di vincere, da parte dei GUF più forniti di mezzi a danno di quelli che lo sono meno, con promesse di pagamento delle tasse o di speciali sussidi: il che nuoce al carattere prettamente agonistico con alte finalità educative e morali delle gare. D’altra parte reca sorpresa e dolore notare che tra gli sportivi non abbondano, in generale, giovani di brillante curricolo di studi e viceversa che i giovani di più promettente intelletto e volontà di segnalarsi nella carriera scolastica, sono inadatti all’atletismo ed allo sport o non se ne curano. Questo fenomeno mi sembra in aperto contrasto con la sintetica comprensiva dinamica formula di Mussolini «Libro e Moschetto» e non già «Libro o Moschetto». Ma questo discorso potrà essere continuato, sarà continuato in altra sede. Il nostro pensiero è rivolto costantemente ai giovani affidati alla nostra Università perché di essi, che costituiscono la speranza e la forza del domani della Patria, faccia cittadini degni della Rivoluzione, del Duce, dell’Impero. So che molti condividono il pensiero e il sentimento espressi testé da un loro coetaneo in uno dei migliori fra i forse troppi giornali che giovani o giovanissimi vanno pubblicando: «Sentiamo la necessità di minor chiasso e di maggior serietà in ogni cosa: sappiamo che prima di darsi all’attività politica, bisogna essere già qualcos’altro, moralmente e materialmente, nella vita; bisogna rappresentare qualcosa nel campo dello spirito».

Il numero degli studenti iscritti è stato nel 1939-40 di 1752 con una differenza in più dell’anno precedente di 137 unità. Le iscrizioni per l’attuale anno accademico, non ancora chiuse, presentano cifre molto confortanti: i nuovi immatricolati sono già 185 più di quelli del 1939-40. Degno di particolare rilievo è l’assai accresciuto numero di studenti che si rivolgono alle Scienze (in modo particolare alla Chimica): all’Ingegneria, all’Agraria, alla Medicina Veterinaria.

La Cassa Scolastica, durante il decorso anno accademico, ha concesso assegni per il pagamento delle tasse per la somma di L. 148.932,50; l’Opera Universitaria ha distribuito per l’assistenza lire 68.614,40.

Sebbene le difficoltà che ostacolano in mille modi il commercio librario e gli scambi permangono e siano anzi accresciute, i direttori degli Istituti e dei Seminari hanno lottato per evitare il formarsi di pericolose e più tardi assai difficilmente colmabili lacune.

La piccola Biblioteca annessa al Rettorato, destinata a raccogliere con tutte le pubblicazioni eseguite a cura dell’Ateneo le opere dei professori di ruolo attualmente in funzione insieme con una serie di volumi specialmente significativi sulla rivoluzione e sul Regime fascista, ha ottenuto ampia lode dal superiore Ministero, che in segno della sua soddisfazione ha donato un esemplare dell’intiera Enciclopedia Italiana Treccani, i volumi finora usciti della Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, i Cenni storici gli Statuti e Regolamenti delle Accademie e degli Istituti di Cultura. La Biblioteca Universitaria ha progredito con notevole ritmo e presto potrà accogliere, alcune centinaia di volumi appartenenti a un lascito fatto al Comune dal cav. Francesco Franceschi, che abbiamo scoperti, e per così dire scavati, in un pianterreno della Casa Pacinotti, dove erano depositati da non so quanti anni. Ma questi incrementi rendono ogni giorno più difficile la convivenza, nello stesso insufficiente edificio, di alcune Facoltà e della Biblioteca. In accordo con l’egregia direttrice dottoressa Pacchi e coi suoi collaboratori siamo venuti nella determinazione di tentare di risolvere in modo definitivo l’assillante problema, suggerendo al Ministero di trasferire l’intera Biblioteca nell’edificio dell’ex-Collegio Ricci, ricostruendolo s’intende in modo da corrispondere alle più moderne esigenze e comodità di ricerca e di studio. Il Ministero è in procinto di studiare la soluzione da noi proposta. Il mio sogno sarebbe, dopo trasferita in una sede degna e così centrale per tutte le Facoltà, la Biblioteca Universitaria, di separare dalla Sapienza anche i servizi amministrativi e contabili, allogandoli in un adiacente casa che aduggia con la sua ombra il nostro edificio, e sulla quale ho messo da tempo gli occhi. Solo allora potranno essere sistemate come si conviene, in Sapienza, le Facoltà di Giurisprudenza, di Lettere e di Matematica coi loro rispettivi Seminari. Ars longa vita brevis, soprattutto precaria è la vita di un Rettore, almeno come tale, ma se non a me, sarà dato a uno dei miei successori di attuare questo progetto utilissimo e indispensabile. Comunque sono sicuro d’interpretare l’animo di tutta la famiglia universitaria assicurando il nostro diretto gerarca Ecc. Bottai, l’Ecc. Buffarini e in primissima linea il Duce, che, pur nelle imperfette attuali condizioni di ambiente e di mezzi, contribuiremo con tutte le nostre forze affinché la nostra scuola sia portata sul piano dell’Impero risorto, dell’Impero che è in guerra per risolvere una volta per sempre i più conturbanti problemi che ne ostacolano lo sviluppo e ne minaccerebbero l’esistenza.

Ciascuno di noi si adoprerà a diffondere il convincimento che l’attuale guerra non è affatto diversa, nelle sue cause e nei suoi fini, da quella combattuta nel 1914-1918 e costituisce una storica necessità per lo stesso vitale problema bene individuato e valorizzato dal Regime fascista sotto l’infallibile guida del Duce: la grandezza e la potenza dell’Italia. assurta per il genio di Chi ne regge le sorti all’Impero; il potenziamento di questo Impero che nazioni accaparratrici tentavano di fare intristire dentro spazio insufficiente e povero, mal sopportandolo nel Mediterraneo di cui per natura all’Italia spetta il predominio, pretendendo anzi di chiuderne le porte per impedirle la via a morali e materiali conquiste negli Oceani e oltre gli Oceani. Ma i nemici d’Italia non prevarranno.

E la Vittoria, nel pugno del Duce, non sarà più, mai, da nessuno mutilata!

 

Il Camerata Lugo ha la parola.

 

Eccellenza,

a voi il saluto vibrante e devoto dei goliardi pisani, che sanno - e ciò è per noi ragione di ancor più forte impegno, - come pur tra i doveri del vostro altissimo incarico, voi seguiate sempre con affettuosa cura la loro modesta ma appassionata fatica.

 

Camerati,

mentre, col trascorrere dei giorni, nuovi e più alti motivi di fierezza illuminano il nostro saldissimo orgoglio di italiani e mentre il nostro pensiero segue, ammirato e commosso, ciò che i nostri ineguagliabili fanti, gli eroici marinai e gli infaticabili aviatori vanno compiendo, dall’Equatore alla Manica; mentre più acuta vibra nei giovani, e non soltanto nei giovani, che ancora non hanno avuto l’onore di impugnare le armi, la tenace aspirazione di raggiungere i camerati che combattono, le dure evenienze della guerra hanno prodotto i primi irreparabili vuoti nelle file dei goliardi pisani impegnati su tutti i fronti. E la sorte, a rendere, non più profondo il dolore, ma più precisa in noi la consapevolezza della piena offerta che i caduti hanno fatto di sé alla Patria, ha voluto colpire camerati con i quali avevamo avuto, od avevamo, nella grande famiglia del GUF pisano, consuetudine di lavoro e stretta comunanza di intenti. Così è di Manlio Ferrarini, la cui pensosa giovinezza non aveva ignorato l’ardore delle nostre competizioni e che, pur lontano da Pisa e assorbito da quegli studi, che in lui avevano rivelato una splendida certezza per il nostro Paese, seguiva con entusiasmo quello che era già stato il campo della sua attività, così è di Euro Menini, il popolare dinamico Euro della nostra sezione sportiva, sempre tra i primi nello sport come nello studio, scomparso nel Canale di Sicilia, quando già il suo petto era fregiato di azzurro; e di Ugo Ceccarelli, valorosissimo reduce di Spagna, e grande pentatleta, perito in Africa; e di Mario Lunini, il nostro caro esuberante Lunini, anch’egli legionario di Spagna e caduto sulle sabbie di Libia. Essi hanno preso posto nei ranghi compatti degli eroi che in ogni tempo hanno provato, col loro sangue, che «la generosa tradizione dell’Università pisana non si spezza». Gli universitari pisani si inchinano reverenti dinanzi al glorioso sacrificio e riaffermano - nel nome dei caduti - la loro assoluta dedizione alla causa sacra dell’Italia Fascista; dedizione che i numerosi camerati combattenti - ai quali va il nostro affettuoso e memore saluto - provano coi fatti che è svelata dallo slancio volontaristico - superiore a quello di ogni altra Università, come risulta dai dati comunicati - con cui i nostri studenti hanno confermato lo spirito che li anima

Passando alla relazione sull’attività svolta dal nostro GUF nell’anno XVIII, in ordine cronologico cito prima i Littoriali della Cultura e dell’Arte, svoltisi a Bologna, dove la selezione operata sui ben 248 partecipanti ai Prelittoriali della Cultura e la riuscitissima Mostra d’Arte organizzata a Pisa, ci consentirono di essere presenti in ogni Convegno o Concorso. Malgrado il lusinghiero 4° posto assoluto nella Cultura (rispetto al 5º dello scorso anno), e malgrado i 35 classificati (contro 30 dell’anno XVII) ed i ben 8 titoli di Littore (individuali e per GUF), la inaspettata e imprevedibile classifica ottenuta nell’Arte, ci faceva scendere nella graduatoria generale dal 6° all’8° posto. Noi siamo sicuri, ed i fatti e la tradizione celo provano, che tale risultato non corrisponde ai valori effettivi, quali si evidenziarono nel corso delle giornate bolognesi. Questa nostra convinzione noi la affidiamo, per la opportuna dimostrazione - anziché a vacue recriminazioni - ai risultati futuri. Quanto ai Littoriali femminili dobbiamo segnalare un forte miglioramento con un balzo dal 17° all’11° posto nella classifica generale

Littoriali maschili dello Sport. Decimi nell’anno XVII, siamo riusciti noni nell’anno XVIII, con un titolo di littore e numerosissime ottime classifiche in tutte le gare, che ci hanno consentito di avvicinare sensibilmente nel punteggio i GUF più quotati.

Littoriali femminili dello Sport. Dal 10° posto assoluto nell’anno XVII siamo passati al 7° nell’anno XVIII. Progresso sensibilissimo, convalidato da un titolo di Littrice, da due seconde classificate, e da altri brillanti piazzamenti. Ma l’attività sportiva generale del nostro GUF, pur tacendo dei moltissimi incontri di preparazione; ha avuto più ampio respiro. Dal 5° posto assoluto nei Prelittoriali nazionali di atletica leggera, al 2º (fioretto) in quelli di scherma; dai ludi universitari toscani, nei quali riuscivamo primi nell’atletica e nel nuoto, secondi nella scherma e nel tiro a segno, terzi nella pallacanestro e nella corsa campestre; al Trofeo degli Eroi del Pasubio, in cui ci piazzavamo al 2º posto sia nel Raduno come nella graduatoria per i GUF sede d’Ateneo; ai significativi Campionati del Tirreno a Napoli, dove, presenti tutti i GUF, conquistavamo il 2º posto nei Littoriali del Miglio Marino e nel Torneo di Pallanuoto, nonchè il 3º posto assoluto nel Nuoto; al 3º posto nel Campionato di Divisione Nazionale A di Hockey su Prato; al 4º posto nel Campionato nazionale Universitario di :Marcia a Cremona; alla organizzazione degli Agonali (vinti dalla Facoltà Scienze), del 4º Campo Invernale, dell’8º Cimento Invernale di Nuoto, dei Prelittoriali nazionali maschili di atletica leggera e di scherma e di quelli femminili di atletica, dell’incontro di Canottaggio con il GUF di Firenze, del Sabato della Marcia, e via dicendo, è tutta una ininterrotta febbrile e sana attività, che basta da sola a tessere l’elogio dei dirigenti di questa Sezione. Abbiamo invece perduto la tradizionale regata Pisa-Pavia: ed il merito è tutto dei nostri fraterni competitori.

Anche la Sezione Culturale non ha limitato il suo lavoro ai soli Littoriali. II GUF di Pisa ha partecipato alla Mostra d’Oltremare, è stato presente nei convegni interuniversitari di Roma, Cosenza, Milano, Catania e Bologna e alla Casa dello Studente ha avuto luogo un completo e frequentato Corso di Stenografia col sistema italiano.

La Compagnia del Teatro-GUF ha esordito con pieno successo a Pisa e nelle vicine città; mentre il Cine-GUF ha proseguito la normale attività, organizzando anche varie serate cinematografiche. Inoltre il N.U.F. di San Miniato, con una iniziativa che raccoglieva la concreta adesione dei migliori Artisti Italiani, dava vita ad una magnifica 1a Mostra d’Arte Città di San Miniato ed al Concorso per un paesaggio Samminiatese.

La Sezione coloniale ha esteso la sua attività in ogni settore, ha tenuto conferenze propagandistiche e proiezioni, collaborando strettamente con la locale Sezione dell’I.F.A.I.

La Sezione Stampa, oltre la normale opera di fiancheggiamento, ha potuto finalmente vedere risolta l’ormai annosa questione della nostra Rivista «II Campano», che ha degnamente ripreso il suo posto tra la dinamica Stampa Universitaria. Importante il lavoro compiuto dalla Sezione Studenti Stranieri, sotto la cui egida si. è svolto un Corso di Lingua, di.Letteratura e di Arte italiana, e che ha ripetuto con successo il Corso di cultura fascista, dopo del quale alcuni studenti stranieri della .nostra Sezione hanno partecipato ai Convegni di Mistica fascista di Milano.

Pure la sezione Femminile ha potenziato la sua attività. Rammento, tra le iniziative più salienti, la distribuzione di 200 pacchi per la Befana Fascista dei figli dei dipendenti universitari; la partecipazione a convegni interuniversitari; i 300 pacchi-dono recati ai soldati feriti ricoverati nel nostro Ospedale, nel quale alcune fasciste universitarie sono infermiere volontarie; le spontanee numerose offerte di madrine di guerra; l’entusiasmo col quale la Sezione attualmente si prepara a far conoscere la sua benefica esistenza ai soldati richiamati e la capacità con cui ha proceduto - unitamente al Fascio Femminile - alla preparazione dei Prelittoriali femminili del Lavoro.

La Sezione Laureati e Diplomati, che va sempre più concretizzando i fini per i quali è sorta, ha permesso col suo forte nucleo di propagandisti (che conta ben 236 iscritti) una diffusa opera di divulgazione, in città e provincia, a mezzo di circa 300 conversazioni e lezioni. Questa Sezione, col valido appoggio delle organizzazioni sindacali, ha poi provveduto alla preparazione ed allo svolgimento dei Prelittoriali del Lavoro: e siccome sono le cifre che contano, dirò soltanto che 740 sono stati i partecipanti alle gare pisane, che sono stati organizzati 70 corsi di cultura fascista e stampati dieci corsi speciali di dispense e che la nostra Provincia, nei Littoriali del Lavoro, è passata nella classifica generale dal 92° posto dell’anno XVII, al 14º dell’anno XVIII.

La Sezione Aeronautica, di nuova istituzione, sta convenientemente attrezzandosi, mentre attraverso ad essa già tre universitari hanno ottenuto il brevetto. Notevole l’attività assistenziale esercitata sempre in modo fraterno; sono state erogate circa L. 28.000; mentre l’Ufficio Dispense, raggiunto un definitivo assestamento, ha curato nell’anno XVIII l’edizione di 16 nuovi corsi. Normale il proseguimento dei Corsi di Preparazione Politica. La pratica del lavoro, invece, non ha avuto uno svolgimento pienamente soddisfacente; in ogni modo l’esperienza compiuta permetterà certo nel corso di questo anno un sensibile progresso.

Mi sia concesso infine di ricordare, ora che i tempi sono maturi, che il GUF di Pisa rivendica l’orgoglio di essere stato un precursore nella lotta di affrancamento della Corsica. Da oltre dieci anni la sua attività in questo settore segna una rigogliosa continuità; e, ove si rifletta che due studenti corsi caddero a Curtatone e Montanara, non mi sembra vano l’auspicio che ai Goliardi pisani ed al loro Ateneo sia riservato l’onore del primo saluto ai giovani di Corsica, che percorreranno nuovamente il cammino che Pisa marinara gloriosamente conobbe, per tornare a quell’Italia che li avrà definitivamente redenti.

Riassunta la nostra attività, è giusto non dimenticare quella veramente brillante svolta dai GUF controllati di Livorno, Lucca, Apuania e Grosseto, tutti ormai sistemati in convenientissime sedi. Lucca ed Apuania hanno dato un particolare contributo ai Littoriali della Cultura e dell’ Arte, e Livorno ha prodotto il rilevante sforzo di portare la sua squadra di pallacanestro in Divisione Nazionale A.

Non voglio concludere questa rassegna senza un cenno ai camerateschi rapporti che intercorrono tra il GUF e la efficientissima Coorte Universitaria, guardia armata alla sacra bandiera di «Curtatone e Montanara».

Al 28 ottobre la forza del GUF era di 1175 iscritti, di cui 65 collaborano nelle varie organizzazioni del P.N.F.

Questo il lavoro del nostro Gruppo nell’anno XVIII scaturito dalla tenacia, dalla capacità e dalla volontà dei giovani che dirigono le varie sezioni ed ai quali risale il merito di ogni successo. A valorizzare i nostri risultati vale il fatto che il nostro G. U. F., entrato di diritto nella categoria A nello Sport come ne1la Cultura, sa competere e, spesso, superare dei GUF che, oltre ad avere un elevatissimo potenziale-uomo, possiedono bilanci che superano il nostro di cinque e anche sei volte e più.

A nome di tutti gli universitari ringrazio le Autorità Politiche, Civili, Accademiche e Militari (segnatamente il Comando della Regia Accademia Navale), che con il loro consiglio ed il loro appoggio facilitarono il nostro compito.

 

Eccellenza, Camerati,

ogni parola diviene superflua quando grandi eventi incalzano. I Goliardi pisani, compatti nei ranghi, dicono soltanto: «Duce, noi siamo pronti».

 

Riprende la parola il Rettore che nel nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele III, Re d’Italia e d’Albania, Imperatore d’Etiopia, dichiara aperto l’anno accademico 1940-41.

 

Da: Annuario della R. Università di Pisa per l’anno accademico 1940-1941.

Allegati: 

Hai bisogno di aiuto? Chiedi in biblioteca