1982 - Inaugurazione a.a. 1982-1983

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Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova

Inaugurazione a.a. 1982-1983
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RELAZIONE DEL MAGNIFICO RETTORE PROF. RANIERI FAVILLI TENUTA IN OCCASIONE DELLA INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 1982-1983

 

 

Anche l’anno accademico 1982-83 prende inizio in un periodo di particolare importanza per la vita dell’Università italiana. Nuove norme legislative, che completano ed integrano le direttive riformatrici della Legge n. 28 e del D.P.R. n. 382 del 1980, sono infatti entrate in vigore, disponendo, sia il riordinamento delle Scuole dirette a fini speciali, delle Scuole di Specializzazione e dei Corsi di Perfezionamento (DPR 10 marzo 1982, n. 162), sia le modalità per la gestione amministrativa e contabile degli Atenei (DPR 4 marzo 1982, n. 371). Il primo provvedimento, oltre alla nuova normativa secondo la quale tali Scuole e Corsi dovranno funzionare, prevede che le Università possano istituire, a fianco dei normali corsi di laurea, anche corsi a ciclo più breve, volti al rilascio di diplomi di primo livello. Corsi di questo tipo, in atto da decenni in quasi tutti i Paesi più avanzati, colmano finalmente una lacuna sentita soprattutto in quei settori professionali nei quali, più che di laureati, vi è la necessità di tecnici con una qualificazione maggiore a quella acquisibile nella Scuola Media Superiore. All’istituzione di corsi per diploma di primo livello - che saranno a numero chiuso stanno già rivolgendo la loro attenzione alcune facoltà dell’Ateneo; ma perché tali corsi possano avere utilmente inizio, è necessario siano prima affrontati e risolti non pochi problemi, quali la definizione dei loro contenuti, la disponibilità dei mezzi e delle strutture necessari, il rapporto fra il numero programmato degli studenti che possono accedervi e quello, non programmabile, degli studenti che aspirano alla laurea.

Con il secondo provvedimento di legge è stato approvato il nuovo regolamento per l’amministrazione e la contabilità generale delle Università e degli Istituti di Istruzione Superiore. Tale regolamento non viene soltanto ad innovare aspetti tecnici della gestione amministrativo-contabile, ma di riflesso coinvolge anche il funzionamento sia degli istituti, sia, soprattutto, dei dipartimenti. Questi ultimi vengono infatti ad acquisire una ampia autonomia nella gestione amministrativa, con riflessi indubbiamente positivi sulla loro attività. Ma tale autonomia presuppone che i dipartimenti stessi dispongano di personale e di strutture gestionali adeguate; e qualora questi mezzi non siano disponibili, di fatto viene a rendersi solo in apparenza possibile l’attuazione di quella sperimentazione organizzativa che il legislatore ha voluto con la Legge 28 ed il D.P.R. 382 del 1980. E’ questo un problema di notevole rilievo che è sentito in ogni Ateneo, ma in modo particolare nel nostro, dove la sperimentazione del nuovo assetto organizzativo ha trovato ampia attuazione. Sono stati infatti già costituiti 14 dipartimenti tipici, alcuni dei quali già funzionanti, e tre atipici, mentre per la costituzione di altri due dipartimenti atipici si è in attesa di conoscere il definitivo parere del Consiglio Universitario Nazionale. Sono altresì in via di realizzazione due Centri interuniversitari ed un Centro interdipartimentale. Questo diverso assetto che sta assumendo l’Università con la sperimentazione in atto, fa anche delineare, in maniera sempre più netta, l’opportunità di un adeguamento degli attuali Organi di governo a questa nuova realtà organizzativa.

Le difficoltà che si riscontrano per assicurare un normale funzionamento a queste nuove strutture - difficoltà in buona parte conseguenti alla critica situazione economica che sta attraversando il nostro Paese - si fanno ormai sempre più pesantemente sentire; e non soltanto nei neo-costituiti dipartimenti; ma in tutto l’Ateneo. In tema di edilizia, infatti, il mancato rifinanziamento della Legge 50/1976 ed il progressivo aumento dei costi conseguente all’inflazione in atto, ha costretto l’Università a concentrare tutti i finanziamenti disponibili sulle opere che era possibile completare, rinviando a tempi migliori la realizzazione di altre, non ancora iniziate, anche se per queste già erano disponibili aree e progetti.

Questo forzato rinvio ha così annullato la possibilità di mettere a disposizione, in tempi relativamente brevi, di quei dipartimenti e di quelli istituti che più ne necessitavano, aule, laboratori e locali per biblioteche, adeguati alle esigenze della loro attività scientifica e didattica, ed ha per di più reso necessario continuare a fare massiccio ricorso alla locazione di immobili con un onere finanziario molto gravoso che per l’anno accademico corrente, supererà il miliardo.

Con l’intendimento di provvedere alle necessità edilizie più gravi e più urgenti, il Consiglio di Amministrazione ha così dato vita ad una apposita commissione, cui partecipano anche rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, che ha il compito di individuare di tali problemi le possibili soluzioni realisticamente compatibili con le disponibilità finanziarie - da sottoporre al Consiglio stesso.

Ma per altro aspetto, che negativamente condiziona la vita del nostro come di tutti gli Atenei italiani, non possiamo non tornare ad esprimere la più viva preoccupazione. E’ la crescente carenza di personale non docente. Ai vuoti che «fisiologicamente» si creano con il collocamento a riposo per limiti di età, si vanno infatti aggiungendo quelli, ben più consistenti, determinati dal progressivo aumento di coloro che cessano dal servizio per volontarie dimissioni, per cui il numero degli amministrativi, dei tecnici e degli ausiliari disponibili si va continuamente assottigliando.

E’ questa una situazione che tende a divenire insostenibile, venendo infatti anche a compromettere una efficiente utilizzazione delle risorse destinate alla ricerca, alle attrezzature, ai laboratori ed alle biblioteche. Inoltre, la scarsa disponibilità di personale ausiliario ed operaio, costringe a fare largo ricorso, per la esecuzione di taluni lavori, ad imprese specializzate; ciò che comporta un notevole impegno di risorse finanziarie, che sarebbe invece auspicabile potessero venire destinate alle attività che all’Università istituzionalmente competono.

Se quanto è disposto dai già richiamati provvedimenti di riforma ha ormai avuto piena attuazione, né a Pisa, né in nessun’altra sede universitaria italiana, hanno fino ad oggi potuto avere il loro inizio i corsi per dottorato di ricerca; e ciò soprattutto perché è risultata assai complessa la procedura per la stipula delle convenzioni fra le Università che in tali corsi vengono a collaborare. Così, purtroppo, non si è ancora avviato quell’iter di formazione dei giovani ricercatori fra i quali l’Università possa reperire domani le sue nuove indispensabili leve.

A differenza di quella organizzativa, ancora limitatissima può considerarsi la sperimentazione didattica fino ad oggi messa in atto nell’Ateneo, sperimentazione intesa, come testualmente recita la legge, «individuazione e verifica di nuove modalità di insegnamento». E’ invece opportuno che anche a questa sia rivolta la dovuta attenzione al fine di rendere l’insegnamento medesimo più proficuo e meglio adeguato, in taluni settori, alle mutate esigenze del mondo professionale nel quale i laureati dovranno inserirsi.

Non possiamo infine non richiamare che le situazioni di incertezza venutesi non di rado a determinare nella interpretazione e nella applicazione dei nuovi e non sempre chiari provvedimenti legislativi, che in maniera così profonda stanno innovando l’Università, hanno talvolta sensibilmente ritardato certi adempimenti. Questo inconveniente, che è tipico di ogni periodo di transizione, è stato però molto attenuato dalla sollecita, preziosa collaborazione in vario modo fornitaci dai competenti organi ministeriali, ai quali è doveroso esprimere la nostra gratitudine.

 

***

 

Prima di riferire sugli aspetti salienti che hanno caratterizzato la vita organizzativa, scientifica e didattica dell’Ateneo, desideriamo rivolgere un memore pensiero a coloro che nel decorso anno accademico hanno concluso la loro vita terrena. Particolarmente gravi sono state queste perdite: fra i docenti, quelle di Egidio Giannessi, ordinario f.r. di Ragioneria Generale ed Applicata; di Giuseppe Rolando Anzilotti, ordinario di Letteratura Anglo-Americana; di Guido Poli, ordinario di Scienza dei Metalli; di Bruno Cenni, ordinario di Zootecnica, Genetica ed Allevamento; di Luigi Cavallini, aiuto nella facoltà di Medicina e Chirurgia; di Silverio Del Torto, ricercatore nella facoltà di Giurisprudenza. Fra i non docenti, quelle del geom. Giuseppe Panesi, tecnico coadiutore; del p.e. Giordano Tabucchi, tecnico capo dell’Ufficio Tecnico; di Libero Di Gaddo, operaio, e di Bianca Brizzi, bidello. Nella certezza che coloro che ci hanno lasciato continueranno ad essere presenti nell’affettuoso ricordo di quelli che li ebbero come maestri o come colleghi, rinnoviamo alle famiglie degli Scomparsi le espressioni del più sentito cordoglio.

 

Nell’anno decorso sono stati collocati a riposo per raggiunti limiti di età i professori ordinari f.r. Salvatore Carboni, della facoltà di Farmacia, e Carlo Trombetti, della facoltà di Ingegneria. Fra i non docenti, la bibliotecaria Vaghi Nencetti Rachele, tecnici coadiutori Ugo della Croce e Ruffo Garzella; i bidelli Elisa Cioni, Mario Guelfi, Giuseppe Pardi, Asiago Pasquini e Gina Santoni. A tutti rivolgiamo un pensiero di sincera riconoscenza per l’opera prestata, formulando loro l’augurio di una vita ancora lunga e serena.

Nello stesso anno accademico 1981-82 sono stati collocati fuori ruolo i professori Dante Gaeta, di Diritto della Navigazione e Luciano Mazzanti, di Farmacologia. Siamo certi che, se pure non più impegnati nell’insegnamento ufficiale, essi continueranno a dare all’attività scientifica e didattica dell’Ateneo un validissimo contributo.

Si sono trasferiti ad altra Università i professori di ruolo: Alessandro Pizzorusso, Luigi Beschi, Fausto Maria Parente, Corrado De Concini, Nicolino Marchetti e Bruno Piombo, ai quali rivolgiamo un saluto cordiale ed un vivo ringraziamento per l’apprezzata attività da loro svolta qui a Pisa.

Sono entrati a far parte del Corpo docente della nostra Università, per trasferimento da altre sedi: Luciano Bruscuglia, di Diritto della Famiglia; Carlo Mezzanotte, di Diritto Costituzionale; Letizia Vacca, di Storia di Diritto Romano; Franco Strumia, di Spettroscopia; Antonio Alberto Azzena, di Istituzioni di Diritto Pubblico; come vincitori di concorso: Silvano Burgalassi, di Sociologia; Alberto Cambini, di Matematica Generale; Paola Pugliatti Gulli, di Lingue e Letteratura Inglese; Francesco Gozzi, di Lingua e Letteratura Inglese; Giuseppe Galigani, di Lingua e Letteratura Inglese; Claudio Moreschini, di Letteratura Latina; Anna Rosa Garzelli, di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna; Roberto Ciardi, di Storia dell’Arte Moderna; Remo Bodei, di Storia della Filosofia; Carlo Giuntini, di Fisiopatologia Respiratoria; Giorgio Levi di Linguaggi Formali e Compilatori; Carlo Montangero, di Teoria ed Applicazione delle Macchine Calcolatrici; Giuseppe Iazzeolla, di Metodi per il Trattamento dell’Informazione; Piero Maestrini, di Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione; Alberto Corlaita, di Pianificazione Territoriale; Amedeo Alpi, di Fisiologia Vegetale e Guido Macchioni, di Patologia Tropicale Veterinaria. Per la maggior parte questi nuovi titolari sono allievi dell’Università di Pisa, ove già operavano come professori incaricati o come assistenti.

In applicazione dell’art. 4 del D.P.R. 382/1980, è stato altresì direttamente chiamato dalla nostra facoltà di Scienze m.f.n. a ricoprire la Cattedra di Chimica Teorica lo studioso straniero Roj M.C. Wenny. A tutti questi nuovi colleghi rivolgiamo il più cordiale benvenuto, augurando loro una proficua attività scientifica e didattica, augurio, che rivolgiamo anche a Maurizio Bettini ed a Mario Toscano, già nostri docenti incaricati che, come vincitori di concorso sono stati chiamati a ricoprire cattedre rispettivamente nelle Università di Venezia e di Sassari.

I Professori associati per i quali entro il decorso 31 ottobre è pervenuta la nomina ministeriale sono soltanto poche unità, mentre quelli ancora in attesa di nomina sono alcune centinaia, e soltanto nel corso del corrente anno accademico potranno avere il loro inquadramento.

La immissione in ruolo dei professori associati avrà effetti senza dubbio positivi sulla vita accademica. Non possiamo però non augurarci che i Consigli di Facoltà, nell’effettuare le chiamate, siano sempre riusciti a contemperare le legittime aspirazioni di questi docenti con le effettive esigenze di una didattica volta ad assicurare una seria preparazione degli allievi.

A seguito delle predette variazioni, il corpo docente dell’Ateneo, al termine del decorso anno accademico, risultava costituito da 384 professori ordinari e straordinari; da 5 professori associati; da 825 professori incaricati, di cui 537 stabilizzati, da 4 professori supplenti provenienti da altre sedi e da 15 professori a contratto. Alla stessa data gli assistenti erano 653, dei quali 342 professori incaricati; i ricercatori 426, a cui presto si aggiungeranno, dopo l’espletamento dei relativi concorsi, altre 87 unità; 24 i lettori di lingua straniera a contratto.

Desideriamo qui ricordare, fra questi docenti, coloro che nel decorso anno accademico hanno ricevuto riconoscimenti per la loro apprezzata attività di insegnamento e di studio: sono i professori Romano Lazzeroni e Giuseppe Falcone, ai quali il Capo dello Stato ha conferito il diploma di I Classe di benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte; il Prof. Giuseppe Cognetti, che ha ricevuto la laurea honoris causa dell’Università di Orléans; il prof. Onorato Verona, già ordinario di Microbiologia Agraria e Tecnica, che è stato nominato professore emerito, e i professori Franco Barbéri, Luciano Caroti, Augusto Cecchini, Giancarlo Del Bono, Giuliano Marini e Piero Puntoni, che il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino.

Nella composizione degli Organi collegiali di governo dell’Ateneo, si sono verificate notevoli variazioni. Sono infatti entrati a far parte del Senato Accademico i nuovi Presidi: Riccardo Varaldo, della facoltà di Economia e Commercio; Umberto Carpi, della facoltà di Lettere e Filosofia e Bruno Macchia della facoltà di Farmacia, i quali hanno rispettivamente sostituito i colleghi Umberto Bertini, Salvatore Settis e Salvatore Carboni.

Nel Consiglio di Amministrazione, per rinnovo del consesso, sono entrati a far parte i nuovi eletti in rappresentanza dei professori ordinari, dei professori incaricati stabilizzati, degli assistenti, dei ricercatori e del personale non docente, nonché i membri designati da alcuni Enti.

A coloro che hanno cessato di far parte di questi Organi ed a tutti coloro che ne sono gli attuali componenti, esprimiamo i sensi della più viva gratitudine per il responsabile impegno che hanno posto e pongono, con lodevole assiduità, nell’espletamento delle loro importanti funzioni, che assicurano il regolare svolgimento di ogni settore della vita dell’Ateneo e costituiscono un elemento importante dell’autonomia universitaria.

Gli studenti in corso e fuori corso, che nell’anno accademico 1981-82 sono stati iscritti ai 29 corsi di laurea attuati nelle 11 Facoltà del nostro Ateneo, sono stati complessivamente 27628, di cui 638 stranieri provenienti da 47 Paesi. Rispetto all’anno precedente, si rileva pertanto una diminuzione che è stata: nel totale della popolazione studentesca, del 4,4%; nel numero degli studenti in corso, del 5,5%; nel numero degli studenti f.c., dell’1,9%. Anche nelle immatricolazioni, che sono state 5709, si rileva una flessione pari al 2,1%. Tale andamento corrisponde quindi, nel suo complesso, a quello che in media si riscontra sul piano nazionale.

Se poi agli studenti in corso e fuori corso si sommano i 1863 laureati iscritti alle 38 Scuole di Specializzazione ed ai 9 Corsi di Perfezionamento, i 400 studenti che affluiscono alla Scuola Superiore di Servizio Sociale, nonché gli 80 iscritti alla Scuola Speciale per Archeologi, il totale degli allievi dell’Università di Pisa viene ad assommare a 29971 unità, con una flessione del 4,5% rispetto al corrispondente dato del 1980-81.

Il corso di laurea più affollato ha continuato ad essere, anche nel decorso anno, quello di Medicina e Chirurgia, con una popolazione studentesca complessiva di 5436 unità, seguito da quello in Giurisprudenza (2792 iscritti), in Scienze dell’Informazione (2356) ed in Economia e Commercio (2254).

In rapporto a questi dati, emerge sempre più la necessità che la scelta del corso di laurea da parte di coloro che intendono avviarsi agli studi universitari, avvenga dopo che sia stato opportunamente valutato ogni elemento utile a far meglio conoscere, non solo le caratteristiche e l’ordinamento degli studi che si debbono affrontare per conseguire il diploma cui si aspira, ma anche le possibilità di lavoro che esso può offrire nel campo professionale al quale dà adito.

A questo fine, particolare utilità assume ogni iniziativa come quella presa nello scorso ottobre dalla locale Cassa di Risparmio in unione con la nostra Università - intesa a dare agli studenti un migliore orientamento nella scelta della facoltà.

Infatti, quando tale scelta sia ben ponderata, evita allo studente anche quei ripensamenti che lo portano, in epoca successiva, a chiedere il passaggio ad altro corso di laurea; ciò che molto spesso comporta perdita di tempo per lui e dispendio di mezzi finanziari per la collettività.

Un’idea dell’entità di questi passaggi ci può essere fornita dal dato relativo al decorso anno accademico, nel corso del quale se ne sono registrati 635. E poiché per quasi la metà vengono richiesti al termine del primo anno, se ne deduce che sono ancora troppo numerosi gli studenti che inizialmente si avviano a studi che, per motivi vari, non sono per loro adatti.

Il numero degli esami di profitto sostenuti dagli studenti iscritti a tutti i corsi di laurea è stato, per gli oltre 1300 corsi di insegnamento ufficialmente attuati, di 53709, dei quali 8516 superati con pieni voti assoluti e 2903 con pieni voti assoluti e la lode. Nell’anno accademico 1980-81 i laureati sono stati nel complesso 1845 e di questi 417 hanno meritato la lode; 420 i diplomati nei corsi di specializzazione e perfezionamento e 55 nella Scuola Superiore di Servizio Sociale.

Il numero annuo dei laureati, pertanto, rappresenta all’incirca un terzo di quello di coloro che ogni anno fanno il loro ingresso nell’Università come matricole. Questo fatto, che ormai si verifica da diversi anni, porta a dover amaramente constatare che ancor oggi circa due terzi di coloro che si avviano agli studi universitari, o più o meno anticipatamente li abbandona, o va ad ingrossare le file degli studenti fuori corso. Questo è un chiaro indice delle difficoltà - senza dubbio della più varia natura - che gli studenti continuano ad incontrare nell’affrontare i loro corsi di studio; ma riteniamo che queste difficoltà siano oggi in linea generale, sempre meno imputabili ad aspetti dell’organizzazione didattica universitaria (basti pensare al rapporto docenti/studenti che ha ormai raggiunto valori ottimali) bensì ad altri fattori, fra i quali l’attuale strutturazione della Scuola Media Superiore e la liberalizzazione degli accessi a suo tempo prevista dalla Legge 910/1969, riteniamo siano quelli che hanno l’effetto maggiore.

Come ogni anno numerosissime sono state le manifestazioni scientifiche che si sono svolte a Pisa, organizzate o promosse nell’ambito dell’Ateneo. Sarebbe qui troppo lungo elencarle anche solo limitandoci a quelle di livello nazionale ed internazionale. Questa vasta attività congressuale che si svolge nella nostra città e che essenzialmente consegue al prestigio di cui gode l’Università pisana per il qualificato livello che in molti settori caratterizza la ricerca scientifica che in essa si conduce, potrà avere assai presto più idonea sede nel Palazzo dei Congressi che è in avanzato stadio di realizzazione, palazzo che, salvo impreviste difficoltà, si prevede possa essere agibile entro il 1983.

Lo statuto dell’Università di Pisa ha subìto nell’anno accademico decorso, alcune modificazioni che, oltre ad interessare l’assetto didattico di vari corsi, hanno riguardato l’istituzione delle seguenti nuove Scuole di Specializzazione: in Fisica Sanitaria, presso la facoltà di Scienze m.f.n.; in Medicina dello Sport, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia; in Farmacologia ed in Farmacia Ospedaliera, presso la facoltà di Farmacia. E’ stata altresì istituita, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, la Scuola di Preparazione per Tecnici di Audiometria e Fonologopedia.

Nell’ambito delle varie facoltà, oltre allo svolgimento della normale attività didattica, sono stati come nel passato attuati corsi di aggiornamento, cicli di conferenze e seminari, di cui hanno potuto fruire anche estranei all’Università. Fra queste iniziative doverosamente qui ricordiamo quelle promosse dalla facoltà di Ingegneria, dalla sezione di Lingue straniere della facoltà di Lettere e Filosofia, dalle Scuole di specializzazione in Andrologia ed in Scienza e Tecnica delle Piante Medicinali, dagli istituti di Diritto Internazionale, di Neuropsichiatria Infantile, di Storia Antica ed Antichità Classiche, di Lingua e Letteratura Francese della facoltà di Lettere, dalla Clinica Pediatrica, dall’Orto Botanico e dalla Cattedra di Malattie del Ricambio.

Ricordiamo infine la mostra sulle «Stampe di traduzione», realizzata nell’ambito del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Istituto di Storia dell’Arte m. e m., e le Lezioni concerto organizzate dall’Ateneo in collaborazione con la Gioventù Musicale d’Italia, lezioni che sono state largamente seguite.

Con l’intendimento di facilitare l’apprendimento delle lingue straniere da parte degli studenti iscritti a corsi di laurea nei quali non ne è previsto l’insegnamento, il Senato Accademico ha dato vita, nel decorso anno, ad un Centro Linguistico Interfacoltà che ha iniziato la sua attività valendosi dell’opera dei lettori a contratto, opera che è stata coordinata dal prof. Giancarlo Fasano. L’iniziativa ha trovato larghissimo consenso fra gli studenti.

Continua pure con profitto, sulla base degli accordi a suo tempo stipulati tra i Governi dei due Paesi, la cooperazione fra la nostra facoltà di Medicina Veterinaria e l’Università Nazionale Somala di Mogadiscio, cooperazione coordinata con appassionato impegno dal prof. Giancarlo Del Bono.

Per l’alto livello che caratterizza l’attività scientifica, molto intensi continuano ad essere i rapporti con istituzioni culturali straniere che, in vari settori disciplinari, sono direttamente tenuti da istituti e da singoli docenti. Proficuo sviluppo vanno altresì assumendo gli accordi di collaborazione stipulati, a livello di Ateneo, con l’Università statunitense di Syracuse con quelle tedesche occidentali di Dortmund e di Frankfurt am Mein e con quella francese di Angérs, accordi già formalizzati in base a quanto disposto dal DPR 382/1980. Recenti incontri con le Autorità Accademiche delle predette Università, hanno così consentito di fare il punto sui risultati che con questa cooperazione è stato fino ad oggi possibile conseguire e di concordare anche i programmi da mettere in atto negli anni futuri.

Questi rapporti internazionali si svilupperanno ulteriormente e verranno ad assumere una importanza ancor più rilevante quando avranno inizio i corsi di dottorato di ricerca.

Caratterizzata da risultati di grande rilievo, spesso di valore internazionale - e quindi pienamente rispondente al fondamentale compito che compete all’Università di accrescere il sapere e non soltanto di diffonderlo - è stata, anche nell’anno decorso, l’attività di ricerca svolta nei dipartimenti, istituti e centri dell’Ateneo. Questa attività ha trovato e trova in alcuni settori le più favorevoli condizioni di svolgimento, anche per la presenza in Pisa di numerosi ed importanti istituti scientifici del CNR e dell’INFN, che hanno da tempo stabilito con la nostra Università rapporti di proficua collaborazione. I mezzi finanziari di cui si è potuto disporre per questo basilare compito, hanno assommato, nell’anno accademico 1981-82, a 12124 milioni, dei quali 7666 provenienti dal Ministero della Pubblica Istruzione (solo in parte erogati), 2714 dal CNR per 55 contratti e 154 contributi, e 1744 derivanti da convenzioni stipulate con Enti pubblici e privati per l’attuazione di particolari ricerche. A questi fondi sono poi da aggiungere quelli erogati e direttamente amministrati dallo stesso CNR per le attività che si svolgono nei 5 Centri di Studio operanti presso Istituti della nostra Università.

Per le ricerche convenzionate, di particolare rilievo quelle condotte per conto della Comunità Economica Europea, dell’EURATOM, del Ministero della Sanità, del Comitato Nazionale per lo Sviluppo dell’Energia Nucleare e delle Energie Alternative, dell’Ente per l’Energia Elettrica e per varie Soprintendenze per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici. Con la Soprintendenza Archeologica di Roma, il nostro Istituto di Archeologia ha in corso di definizione un programma di collaborazione, di grande rilievo scientifico, che prevede, tra l’altro, la progettazione, sotto la direzione del prof. Salvatore Settis, di un sistema di gestione automatica dei dati archeologici della città di Roma e, sotto la direzione del prof. Andrea Carandini, l’esecuzione di scavi sistematici nei Fori Imperiali.

In questa sua vasta attività di ricerca l’Università di Pisa non ha mancato di interessarsi anche ai problemi della comunità e del territorio, come attestano le convenzioni stipulate con la Regione Toscana, con l’Amministrazione Provinciale ed il Comune di Pisa e con l’Associazione Intercomunale «Area Pisana n. 12».

Già abbiamo espresso la nostra viva preoccupazione per la situazione determinata dalla insufficiente disponibilità di personale non docente. In attesa che la situazione economica del Paese consenta, con l’ampliamento dei relativi organici, di colmare tale carenza, si è cercato di attenuarne le conseguenze negative, sia attraverso una migliore utilizzazione del personale disponibile, sia, quando è stato possibile, attraverso una sua più razionale distribuzione fra le varie unità operative. Ma l’aumentato numero di docenti disposto dal D.P.R. 382/1980, la sperimentazione dipartimentale in atto ed i sempre più numerosi e differenziati servizi che l’Università è oggi chiamata a fornire alla collettività, hanno reso in molti casi queste direttive del tutto inadeguate allo scopo.

Con la possibile sollecitudine l’Amministrazione ha provveduto agli adempimenti per l’inquadramento del personale non docente secondo le qualifiche funzionali, così come previsto dalla Legge 312/1980. Nel luglio scorso il Consiglio di Amministrazione ha approvato le proposte formulate dalla Commissione - i cui componenti vivamente ringraziamo per il gravoso ed impegnativo lavoro svolto. - ed attualmente sono in corso di emanazione i relativi decreti rettorali.

Con la definitiva approvazione della proposta di legge a suo tempo presentata dal Sen. Faedo (Legge 10 marzo 1982 n. 71) sono state statizzate le facoltà di Economia e Commercio e di Lingue e Letterature Straniere. Questo provvedimento, oltre ad eliminare i problemi che poneva il particolare stato giuridico di dette facoltà, ha notevolmente migliorato la situazione finanziaria, sì che l’esercizio 1981-82 potrà chiudere in pareggio o in leggero avanzo. Al Sen. Faedo esprimiamo, a nome dell’Ateneo, i sensi della più viva gratitudine.

Questa migliorata situazione ha così consentito di aumentare direttamente ed indirettamente, l’entità del fondo di dotazione per i dipartimenti e gli istituti, anche se in misura non certo adeguata alle effettive necessità.

In merito alle opere edilizie finanziate sulla Legge 50 del 1976, le variazioni al programma, cui in precedenza abbiamo accennato, sono consistite nello storno di buona parte delle somme previste per la realizzazione dei primi lotti del Complesso Clinico-ospedaliero di Cisanello e della nuova sede della facoltà di Scienze m.f.n., somme che sono state destinate al completamento degli edifici destinati a sede della facoltà di Economia e Commercio ed a Palazzo dei Congressi, per i quali lo stanziamento complessivo viene così ad ammontare a 12 miliardi e mezzo. Inoltre, con i finanziamenti derivanti dalla stessa legge, sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione dell’edificio retrostante il Palazzo Vitelli, oggi utilizzato come sede del Centro Elaborazione Dati e di altri uffici amministrativi.

Sono stati altresì ultimati nel giugno scorso, e già consegnati all’Opera Universitaria, la nuova casa-alloggio di Via Garibaldi e l’edificio ristrutturato come residenza studentesca sito in Via dell’Occhio. La casa-alloggio di Piazza S. Croce è pure pressoché ultimata e verrà anch’essa quanto prima consegnata all’Opera.

Per il completamento di questi edifici residenziali - che hanno consentito di porre a disposizione degli studenti 229 nuovi posti letto - si è reso necessario un intervento finanziario della Regione, ammontante complessivamente a circa 733 milioni, essendo risultati insufficienti i 2203 milioni che per queste opere erano stati stanziati dall’Università sulla Legge 50/1976.

Sempre con i finanziamenti previsti da questa legge, è stato anche provveduto, con un onere di circa 100 milioni, all’arredamento di due piani del fabbricato ex Sopas assegnato alla facoltà di Farmacia.

Altri lavori edilizi hanno invece gravato sul bilancio universitario. Sono stati infatti impegnati oltre 200 milioni per il completamento di un primo lotto funzionale del Complesso Sportivo Universitario sito in Via del Brennero e 3 miliardi e 347 milioni per lavori di ristrutturazione, di manutenzione ordinaria e straordinaria e per l’adeguamento degli impianti alle vigenti norme antinfortunistiche. A proposito di tali norme, non possiamo qui non richiamare, sia pur per inciso, che esse, pur se pienamente rispondenti per le attività che si svolgono a livello industriale, non riteniamo altrettanto lo siano per gli ambienti in cui si svolge la ricerca scientifica, dove è pure senza dubbio indispensabile mettere in atto ogni mezzo volto a tutelare l’incolumità degli operatori, ma tenendo ben conto che il lavoro al quale essi si dedicano ha natura, caratteristiche e finalità sostanzialmente diverse da quelle di un normale processo industriale.

Sono proseguiti, finanziati con apposito contributo ministeriale, i lavori per la realizzazione, nella ex Certosa di Calci, del Museo di Scienze Naturali e del Territorio. Al prof. Ezio Tongiorgi, che vi, sovrintende, al Consiglio Direttivo ed al personale tecnico che nel Museo presta la propria opera, esprimiamo il più vivo ringraziamento.

Allo scopo di sollecitare una più attiva partecipazione di tutte le componenti universitarie alla vita dell’Ateneo attraverso un mezzo di informazione che consenta, con più regolare periodicità, di fornire notizie sulle attività che si svolgono nelle facoltà e nei consessi accademici, ha preso vita, con nuova veste tipografica, il «Notiziario dell’Università di Pisa». Ci auguriamo vivamente che questo periodico - la cui redazione è curata dal prof. Antonio Alberto Azzena - possa raggiungere gli scopi per i quali è stato realizzato.

 

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Si conclude qui la nostra relazione che consideriamo atto dovuto, sia nei confronti di coloro che nell’Università operano, sia nei confronti della collettività in cui l’Università stessa è inserita. Con essa riteniamo di avere evidenziato come la vita dell’Ateneo, pur se resa in taluni suoi aspetti difficile da problemi ai quali non è possibile oggi dare sollecita soluzione, è caratterizzata da una attività scientifica e didattica della più alta validità, che la mantiene nel solco della plurisecolare prestigiosa tradizione che vanta lo Studio Pisano.

E ciò è frutto dell’impegno di tutti, docenti, non docenti, studenti, impegno che trova, nelle direttive assunte dai consessi deliberanti dell’Ateneo, delle facoltà, dei dipartimenti e degli istituti, la possibilità di estrinsecarsi nella maniera più positiva ai fini di mantenere la vita accademica, in ogni suo aspetto, ad un elevato livello. E’ quindi per noi doveroso esprimere, per questo generale impegno, i sensi del più vivo apprezzamento. Ma in un periodo come quello attuale, in cui sempre più preoccupante si fa la situazione del nostro come di altri Paesi, questo impegno si rendere ancor più necessario, in quanto l’Università deve, attraverso l’acquisizione e la diffusione di nuove conoscenze, farsi fattore propulsivo di sviluppo economico di promozione sociale. Diventa pertanto vitale l’esigenza che in ogni campo del sapere, da quello delle Scienze dell’Uomo a quello delle Scienze della Natura, la ricerca, che nell’Università ha la sua sede primaria, venga estesa e potenziata e non sia resa meno produttiva da carenze normative ed organizzative e da una inadeguata e talvolta mal coordinata finalizzazione delle risorse finanziarie.

 

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A conclusione, ci sia ora consentito di esprimere i sensi della nostra affettuosa riconoscenza ai Pro-Rettori, professori Romano Lazzeroni e Giuseppe Falcone, e al Direttore Amministrativo dott. Mario Nencetti, che, con costante premura, diuturnamente ci danno la loro preziosa collaborazione nell’assolvimento del gravoso compito che ci è stato affidato.

Un sentito ringraziamento, poi, desideriamo rivolgerlo, sia a tutti quei colleghi che ci aiutano come nostri delegati agli atti amministrativi o che partecipano attivamente alla vita dell’Università come componenti della Commissione di Ateneo e di altre Commissioni, sia a tutto il personale degli Uffici Amministrativi che con senso del dovere assicura, pur nelle difficoltà conseguenti alla messa in atto di nuove e complesse normative, il funzionamento di tutti quei servizi che garantiscono il regolare svolgimento dell’attività scientifica, didattica ed organizzativa.

A tutte le Autorità qui convenute, il caloroso saluto della nostra Università ed il vivo ringraziamento per avere onorato con la loro presenza l’odierna cerimonia.

A voi, cari studenti, e soprattutto a voi matricole, che avete quest’anno per la prima volta fatto il vostro ingresso nelle aule universitarie, il cordiale saluto nostro, del Senato Accademico, e dell’intero corpo docente, e l’augurio fervido che l’anno da poco iniziato sia sereno per i vostri studi e proficuo per la vostra preparazione. Auspichiamo altresì che sia a voi consentito domani, in una situazione del Paese meno difficile di quella di oggi, di inserirvi senza problemi e senza demoralizzanti attese, in quel mondo delle professioni per le quali attualmente vi state preparando con assiduità ed impegno sempre maggiori.

Ed è con questi sentimenti che dichiariamo aperto l’anno accademico 1982-83, 639° dalla fondazione, ed invitiamo il collega prof. Riccardo Ambrosini, ordinario di Linguistica nella facoltà dì Lingue e Letterature Straniere, a tenere la lezione inaugurale sul tema: «Forme e funzioni della Linguistica attuale».

 

Da: Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’a.a. 1982-1983.

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