
Inaugurazione
dell’anno accademico 1985-86, 642° dalla fondazione
Relazione del Rettore,
prof. Bruno Guerrini
Signor
Ministro, Autorità, Colleghi, Studenti, Signore e Signori,
desidero
in primo luogo rivolgere i più vivi ringraziamenti a tutti voi che avete voluto
partecipare a questa cerimonia inaugurale. Un saluto alle Autorità qui
convenute che con la loro presenza confermano che l’Università è veramente
parte integrante della vita di Pisa.
Prima di riferire, anche se in modo sommario, sui fatti
più significativi che hanno caratterizzato la vita nel nostro Ateneo nell’anno
trascorso, mi sia consentito di sottoporre alla vostra attenzione alcune
considerazioni di carattere generale. La prima riguarda le strutture di governo
dell’Università. I processi innovativi innescati dalla legge 28 e dal D.P.R.
382 hanno determinato la nascita di nuovi organi che si sono aggiunti a quelli
tradizionali: (Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico, Consiglio di
Facoltà) senza una chiara definizione di compiti e di responsabilità.
Ciò
ha determinato nelle diverse Università, il manifestarsi di situazioni talora
conflittuali che, seppure risolte nella maggioranza dei casi con ragionevoli compromessi,
sono comunque state causa di significativi e gravi ritardi a livello
decisionale.
Del
resto tali disfunzioni vennero chiaramente denunciate nel Convegno Nazionale
svoltosi a Pisa nel luglio 1984 ed in quella stessa occasione il Ministro si
impegnò ad affrontare concretamente il problema.
Purtroppo
fino ad oggi non sono emerse chiare indicazioni in proposito. L’esperienza di
questi due anni mi ha convinto che occorre rendere più efficiente il sistema di
governo dell’Università.
Le
competenze del Rettore sono davvero eccezionali: oltre a rappresentare
l’Università sul piano scientifico e didattico ha l’alta vigilanza sulle
biblioteche e sugli stabilimenti dell’Università, esercita l’autorità
disciplinare sul personale di ogni categoria addetta all’Università, provvede
alla esecuzione delle delibere del Senato Accademico e del Consiglio di
Amministrazione, cura l’osservanza di tutte le norme concernenti l’ordinamento
universitario e dà esecuzione dei provvedimenti adottati dal Ministro;
riferisce al Ministro sul funzionamento dell’Università, esercita poi numerose
altre attribuzioni demandategli dalle norme generali e speciali concernenti
l’ordinamento universitario.
In
queste condizioni occorre per quanto possibile, che le competenze assegnate al
Rettore vengano affiancate a livello di scelta politica da attive
collaborazioni che, senza minimamente intaccare le prerogative degli organi di
governo universitario, concorrano alla formulazione dei processi decisionali.
È
ovvio che tali collaborazioni devono essere cercate soprattutto tra quei
professori che, per disponibilità, capacità e competenze sono in grado di
fornire un apporto specifico alla soluzione dei più complessi problemi
universitari. In questa direzione è auspicabile che nel futuro si riesca a
potenziare la funzione della Giunta di Ateneo, che, facendo tesoro delle
esperienze acquisite e dei limiti emersi, potrebbe giocare un ruolo di primo
piano a livello propositivo e consultivo. Più in generale l’ampliamento delle
deleghe da parte del Rettore potrebbe sollecitare una proficua partecipazione
dei docenti al fine di giungere, da posizioni di maggiore consapevolezza e
democrazia a conseguire obiettivi rispondenti ai bisogni ed alle aspirazioni
della comunità universitaria.
Un
secondo aspetto riguarda i compiti istituzionalmente affidati all’Università:
ricerca e insegnamento tra loro strettamente connessi.
Riteniamo
in proposito che l’attenzione dei politici verso la ricerca scientifica debba
accrescersi notevolmente in modo da consentire al nostro Paese di mantenere il
passo che i tempi ci impongono in un momento di profonde trasformazioni
scientifiche e tecnologiche. Respingiamo fermamente giudizi denigra tori che
troppo spesso vengono espressi, dovuti probabilmente alla quasi totale
ignoranza di quanto viene prodotto nei nostri Atenei. Ho ragione di ritenere
che in numerosi settori la ricerca in Italia è a livelli molto elevati, come è
chiaramente testimoniato dai riconoscimenti ottenuti in sede internazionale.
Per
questo siamo profondamente critici verso certi atteggiamenti in tema di
Università. Critici soprattutto verso una legislazione troppo avvezza a
sistemare piuttosto che a stimolare, tendente all’appiattimento ed
all’omogeneizzazione, a dispetto delle diversità e delle autonomie delle singole
sedi e delle diverse problematiche relative alle differenti aree di studio.
Occorre
invece incrementare le dotazioni scientifiche, potenziare i mezzi di ricerca,
adeguare quantitativamente e qualitativamente il personale tecnico e
amministrativo, risolvere in modo adeguato il problema dei ricercatori e del
dottorato di ricerca.
L’Università
ha pertanto bisogno di misure equilibrate e di investimenti per evitare
conseguenze irreparabili.
Per
quanto attiene l’organizzazione didattica dobbiamo purtroppo constatare che: la
mortalità scolastica è troppo alta (mediamente si laureano all’Università di
Pisa il 25% degli iscritti al primo anno); i tempi per il conseguimento della
laurea sono eccessivi; il rapporto docenti studenti in alcuni settori è
profondamente squilibrato; la tipologia dei titoli e dei curricula non è sempre
rispondente all’evolversi della società e del mercato di lavoro la suddivisione
degli studenti tra i vari corsi di laurea è molte volte almeno discutibile; le
strutture disponibili in molti Atenei, tra cui certamente quello pisano sono
inadeguate in relazione al numero degli iscritti che ha, nell’anno accademico
appena concluso, superato le 30.000 unità tenendo anche conto dell’elevato
indice di frequenza, mai verificatosi negli anni precedenti.
Il
Parlamento tace. In sede amministrativa nazionale si sta procedendo alla
revisione dei curricula, ma con grande timidezza. In una Università di massa
occorre, a mio avviso, pervenire ad una più sistematica articolazione dei
titoli (diplomi, lauree, dottorati, specializzazioni) con conseguente
razionalizzazione dei corsi, disciplinando realisticamente approcci e percorsi.
È peraltro necessario snellire convenientemente le procedure da seguire per le
modifiche degli statuti in modo che le proposte presentate possano essere
attuate con la massima tempestività.
Si
manifesta infine con sempre maggiore importanza l’opportunità di dare ampio
spazio all’orientamento pre-fra, e post-universitario con idonee iniziative che
possano essere di concreto supporto alle libere scelte dello studente pur nel
pieno rispetto delle vocazioni culturali di ciascuno.
Devo
ricordare che per la prima volta è stata prevista nel bilancio una somma da
utilizzarsi a tale scopo.
Un
terzo aspetto riguarda i rapporti con gli enti locali e il territorio. È
indubbiamente vero che l’Università per i compiti ad essa demandati non ha
territorio; il suo ambito non può essere né zonale né, tantomeno, locale. Se lo
fosse sarebbe la fine dell’Università. Si ritiene comunque altrettanto vero che
l’Università non può sottrarsi all’impegno di fornire il proprio contributo
allo studio dei problemi posti dalla Comunità e dal territorio nella quale essa
opera. La presenza dell’Università e degli altri Enti di ricerca nazionali
ritengo possa rendere disponibile un patrimonio di conoscenze e di competenze
di particolare rilevanza per lo sviluppo di processi innovativi di attività
produttive già in essere, per l’avvio di nuove attività caratterizzate da
elevato contenuto tecnologico e per la messa in atto di iniziative culturali
particolarmente qualificanti per la crescita sociale della Comunità. Lo
sviluppo di Pisa passa attraverso una stretta cooperazione tra Università ed
Enti locali, con i quali peraltro è già da tempo operante una costante collaborazione
che è nostro intendimento mantenere e rafforzare.
La
realizzazione ed il tipo di gestione del Palazzo dei Congressi costituisce un
esempio di tale forma di collaborazione.
Siamo
inoltre lieti che si siano in questi ultimi tempi stabiliti importanti collegamenti
con i Comuni di Livorno e di Grosseto per lo sviluppo di importanti iniziative
a carattere scientifico e culturale e ci si augura che l’Università possa
estendere la sua presenza anche in altre province del comprensorio che
costituiscono nel loro insieme il proprio bacino di utenza.
Dopo
queste brevi premesse a carattere introduttivo, saranno sommariamente esposte
le principali iniziative che sono state portate avanti nel decorso anno
accademico.
Nel
1985 è proseguito, non senza difficoltà, il processo di rinnovamento
dell’Università in applicazione delle nuove leggi sull’ordinamento
universitario. Nell’ambito delle possibilità offerte dalle stesse si è sempre
ritenuto che la istituzione delle scuole dirette a fini speciali possa realmente
costituire un fatto di non trascurabile importanza, potendo le stesse
costituire un idoneo mezzo, da tempo sperimentato all’estero, per la formazione
di tecnici qualificati con specifiche competenze in settori professionali nei
quali tale esigenza è particolarmente sentita.
Con
questo convincimento è stata approvata dagli organi accademici la richiesta di
istituzione di una scuola a fini speciali nel settore dell’informatica.
Si
ha ragione di ritenere che questa interessante iniziativa possa essere rapidamente
e concretamente messa in atto.
Iniziative
per la istituzione di altre scuole di questo tipo sono in fase di avanzata
elaborazione e ci si augura che le relative proposte passano essere al più
presto presentate ed approvate dalle Autorità competenti.
Altra
significativa innovazione è rappresentata, come è noto, alla istituzione del
dottorato di ricerca, nel pieno convincimento che lo stesso possa costituire
uno strumento idoneo per la formazione dei laureati che abbiano attitudine ed
interesse a svolgere la loro attività nel settore della ricerca scientifica,
sia all’interno delle Università e degli Enti nazionali di ricerca, sia presso
aziende pubbliche e private.
L’applicazione
della legge vigente ed il rispetto delle numerose circolari ministeriali emanate
in merito alla mobilità dei docenti e dei discenti rischia invero di vanificare
una iniziativa sulla validità della quale non possono esserci dubbi.
L’approvazione
della nuova normativa che ha limitato il numero delle sedi consorziate è Stata
indubbiamente opportuna, ma certamente questo non è il solo inconveniente che
si è presentato nello sviluppo dei dottorati di ricerca. Vogliamo a titolo di
esempio ricordare le inadeguatezze degli importi delle borse di studio e la già
ricordata difficoltà per la mobilità degli interessati. Non si possono peraltro
tacere le pressioni messe in atto a livello nazionale, tendenti a prefigurare
nel dottore di ricerca una nuova forma di precario.
Pur
nella consapevolezza che le considerazioni sopra esposte debbano portare a
precise prese di posizione ed alla individuazione di quelle modifiche normative
o amministrative che l’esperienza dimostrerà necessarie, sarebbe però un
gravissimo errore interrompere, come da qualche parte si ipotizza, lo sviluppo
di una iniziativa la cui continuità rappresenta elemento determinante per il
suo stesso successo.
Un
significativo e giustificato interesse ha destato in questa Università e
soprattutto in certe aree culturali la possibilità offerta dalla legge per la
istituzione dei Dipartimenti.
Sono
attualmente in funzione n. 23 unità dipartimentali.
Si è
pienamente convinti che questi organismi, ai quali sarà concessa sempre
maggiore autonomia, costituiranno la struttura portante dell’Università
italiana.
Siamo
convinti altresì che l’esperienza dipartimentale sia stata nel complesso
positiva e ci si augura che a questa iniziativa siano interessati
nell’immediato futuro anche settori rimasti fino ad ora un po’ ai margini di
questo processo innovativo. È però doveroso ribadire che qualora questi
Dipartimenti non vengano dotati in tempi brevi di personale e di strutture
adeguate la loro funzionalità ne sarebbe fortemente compromessa.
È
noto ma intendo precisarlo, che proprio per le estreme difficoltà nel
reperimento del personale con le qualifiche richieste, l’avvio stesso dei
Dipartimenti risulta estremamente difficile.
Le
difficoltà che si incontrano per consentire un funzionamento al limite della
sopravvivenza non solo dei Dipartimenti e degli istituti, ma di tutte le
strutture dell’Ateneo, diventano sempre più gravi e difficilmente superabili.
Il
mancato rifinanziamento della legge 50/1976 per l’edilizia universitaria, ha
fatto sì che attività in questo settore, anche a livello minimale, potessero
essere portate avanti fino a pochi anni fa solo facendo ricorso a somme
estremamente modeste reperibili, con grande difficoltà nel già risicato
bilancio universitario.
In
queste condizioni era evidentemente impossibile dotare le strutture
universitarie delle aule e dei laboratori necessari per lo svolgimento delle
attività loro istituzionalmente demandate.
L’approvazione
della legge 331 che prevede uno stanziamento di 700 miliardi di lire per
l’edilizia universitaria non tragga in inganno. La somma suddetta sarà
interamente utilizzata per l’effettuazione degli interventi necessari per la
messa a norma degli edifici, per cui sarebbe fuori dalla realtà ipotizzare che
una parte della stessa possa essere resa disponibile per la realizzazione di
nuove opere o per la ristrutturazione di quelle già esistenti.
La
situazione allo stato attuale è veramente drammatica. I fondi necessari per
garantire in limiti ragionevolmente accettabili un corretto svolgimento dei
compiti istituzionali erano tali da portare per il 1986 un disavanzo di
competenza nel bilancio preventivo di oltre 9 miliardi di lire.
Per
consentire la presentazione del bilancio in pareggio, come tassativamente
richiesto dalle norme in vigore, si è reso necessario operare una drastica
riduzione degli importi inizialmente individuati come necessari ed impegnare
pressoché per intero gli utili accertati afferenti agli esercizi precedenti.
La
riduzione apportata, operata in modo selettivo, ha costretto a prevedere somme
estremamente ridotte per l’edilizia universitaria.
La
causa determinante della grave carenza delle risorse finanziarie è stata, come
è noto, la impossibilità di rinnovare ormai da tre anni la previsione di
entrata per interessi attivi sulle somme depositate, in conseguenza
all’applicazione della legge 720 nella quale è stata sancita l’istituzione del
sistema di tesoreria unica per Enti ed Organismi pubblici.
Non
intendiamo entrare nel merito; è comunque certo che qualora non intervenga un
adeguato e tempestivo intervento dello Stato, non potrà essere garantita alla
Università la disponibilità di mezzi e dei servizi vitali per il loro
funzionamento.
L’altro
aspetto che condiziona in maniera sempre più pesante la vita del nostro e di
molti altri Atenei è rappresentato, come è stato prima accennato dalla carenza
del personale non docente.
Nella
relazione dello scorso anno fu comunicato che il Ministro della Pubblica
Istruzione aveva preannunciato una consistente rassegnazione di personale.
In
effetti, in applicazione della legge 22 agosto 1985 n. 444, è pervenuta una
circolare del Ministro con la quale si comunica la riassegnazione di 243 posti
di personale non docente appartenente alle diverse carriere. In tale
riassegnazione si è tenuto conto dei posti di ruolo resisi vacanti a partire
dal 1978. Purtroppo la legge stessa prevede che, una volta espletati i relativi
concorsi, potranno essere ricoperti soltanto i posti liberatisi a partire dallo
aprile 1984.
Tale
limitazione vanifica in modo significativo la portata e la validità della legge
stessa. La Conferenza dei Rettori è immediatamente intervenuta e ci si augura
vivamente che il grave inconveniente sopraindicato possa essere tempestivamente
eliminato. Sempre a questo proposito si ricorda che il Parlamento ha approvato
in via definitiva il 15 gennaio scorso il disegno di legge 1458, noto agli addetti
ai lavori come «terza legge» che prevede tra gli altri interventi di rilevante
importanza per un migliore e più autonomo funzionamento delle Università,
l’ampliamento dell’organico del personale non docente.
Si
tratta di provvedimenti da lungo tempo attesi che, se tempestivamente attuati,
lasciano aperta la speranza che in un futuro non certo immediato, ma
ragionevolmente prossimo, uno dei gravi problemi che affliggono le nostre
Università possa finalmente, se non risolto, almeno avviato a soluzione.
Di
significativo rilievo è stata l’attività di ricerca svolta all’interno del
nostro Ateneo i cui risultati sono stati ampiamente apprezzati in campo
nazionale ed internazionale.
Tale
attività che costituisce la condizione fondamentale per la stessa esistenza
dell’Università, ha trovato e trova in alcuni settori favorevoli condizioni di
sviluppo anche per la presenza del CNR, dell’INFN, dell’ENEL, Enti con i quali
questa Università ha da tempo stabilito e mantenuto rapporti di stretta,
proficua e costante collaborazione.
I
finanziamenti cui è stato possibile disporre per queste fondamentali attività
sono stati pari a circa 23 miliardi di lire provenienti da:
Ministero
P.I. 11.690.000.000
Altri
Ministeri 640.439.000
CNR 6.910.600.000
3.825.565.000
A
questi altri enti si devono aggiungere quelli direttamente erogati ed
amministrati dal CNR per le attività di Centri operanti presso Dipartimenti o
Istituti della nostra Università.
Nell’ambito
della intensa e qualificata attività di ricerca svolta ed in corso di
svolgimento non è mancato l’impegno dell’Università per lo studio dei problemi
posti dalla comunità e dal territorio nella quale essa opera, come è
testimoniato dalle convenzioni e contratti di ricerca stipulati con la Regione
e con gli Enti Locali.
Nel pieno convincimento dell’importanza per l’Università
di mantenere organici collegamenti con il mondo esterno, sono state approvate due
Convenzioni quadro, rispettivamente con l’ENEA e con la Montedison. Sono in
corso di contatti per la definizione di una Convenzione dello stesso tipo con
l’ENEL.
È in
fase di messa a punto la costituzione di un consorzio di ricerca promosso
dall’IRI con la partecipazione oltre che dell’IRI stesso, dell’Università,
della Scuola Normale Superiore, della Scuola di Studi Universitari e di
Perfezionamento, del CNR, della Camera di Commercio, del Comune e della
Provincia.
L’alto
livello dell’attività scientifica svolta sente pienamente giustificati i
rapporti con Istituzioni culturali straniere. Particolare interesse assumono
quelli già istituiti con le Università di Syracuse, di Dortmund, di
Francoforte, di Angers e di San Francisco.
Molte
altre Università hanno ufficialmente manifestato il loro interesse a stabilire
organici collegamenti con la nostra Università. Si prevede peraltro che,
compatibilmente con i fondi che si renderanno disponibili a tale scopo, vi sarà
un consistente incremento delle relazioni internazionali. Si ritiene peraltro
che lo sviluppo ed il potenziamento di relazioni di questo tipo siano di grande
importanza per le Università.
Sempre in tema di collaborazione internazionale, prosegue
con particolare profitto e con piena soddisfazione del Governo Somalo la
cooperazione da anni in atto fra la Facoltà di Medicina Veterinaria e
l’Università Nazionale Somala di Mogadiscio, con il coordinamento del Prof
Giancarlo Del Bono, al quale desidero rivolgere il più vivo ringraziamento
dell’Ateneo e mio personale.
Altri
Paesi in via di sviluppo hanno manifestato il loro interesse per istituire
collaborazioni con l’Università di Pisa; queste proposte saranno esaminate con
la massima doverosa attenzione.
Per
quanto attiene all’attività didattica si possono citare i dati seguenti: gli
studenti in corso e fuori corso iscritti nell’anno accademico 1984-85 ai 29
corsi di laurea, attivati nelle 11 Facoltà sono stati complessivamente 30.026.
Gli
immatricolati in questo anno accademico sono stati 6.104 con una diminuzione
del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Il
permanere a livelli particolarmente elevati del numero degli iscritti in alcune
Facoltà accompagnato da un impegno di frequenza delle lezioni particolarmente
elevato, specialmente ai primi anni, ha chiaramente messo in luce la carenza di
attrezzature didattiche dell’Università. È stato necessario consentire la
utilizzazione di questa Aula Magna per il normale svolgimento delle lezioni
degli studenti di Giurisprudenza e provvedere con soluzioni di emergenza alle
esigenze della Facoltà di Economia e Commercio. L’Amministrazione sta
accuratamente esaminando il problema in modo da pervenire a ragionevoli
soluzioni da mettere in atto all’inizio del prossimo anno accademico per
evitare, o quanto meno ridurre, gli inconvenienti che si sono purtroppo
verificati.
Una
accurata indagine ha consentito di constatare con amarezza e preoccupazione che
mediamente solo il 25% degli iscritti al primo anno arriva al conseguimento
della laurea.
Ciò
comporta per la Comunità nazionale un pesante e non sempre giustificato impegno
economico e determina stati di profonda frustrazione, con conseguenze che
potrebbero diventare estremamente pericolose.
Su
questo problema che ritengo di particolare importanza ho richiamato già la
vostra attenzione all’inizio della relazione.
Particolarmente
significativa è stata l’attività svolta al di fuori dei corsi di laurea.
Nell’anno
accademico 1984-85 sono state attivate n. 41 Scuole di Specializzazione (la
grande maggioranza delle quali nell’ambito della Facoltà di Medicina e
Chirurgia) seguita da 1653 allievi; n. 2 scuole dirette a fini speciali (Scuola
Superiore di Servizio Sociale e Scuola per tecnici di audiometria e
fonologopedia) seguite da 191 allievi ed altre scuole speciali e di perfezionamento
seguite complessivamente da 184 allievi.
Il
personale in servizio presso l’Università per lo svolgimento dei compiti ad
essa demandati è il seguente:
-
Professori di ruolo 1013 (di cui 367 della prima
fascia e 646 della seconda fascia)
-
Professori incaricati ed assistenti 196
-
Ricercatori 534
-
Non docenti 1311.
A
questi si devono aggiungere 64 lettori di lingua straniera.
Nell’anno
trascorso sono stati eseguiti lavori vari di manutenzione ordinaria,
straordinaria, ristrutturazione ed adeguamento di immobili universitari, per un
importo complessivo di 3,8 miliardi di lire.
In tale contesto hanno trovato attuazione gli interventi di
ristrutturazione dell’ex padiglione dei cetacei di via Volta, con la
realizzazione del polo didattico pei la Facoltà di Scienze MFN, che comprende
aule, laboratori e sala di studio per gli studenti di discipline biologiche.
È in
corso di ultimazione la ristrutturazione dei locali posti sul retro di Via
Pasquale Paoli, mentre sono in fase di avanzata esecuzione quelli relativi alla
sistemazione dell’area compresa tra il Palazzo alla Giornata ed il Palazzo
Vitelli che riveste particolare interesse storico ed artistico.
Sono
in fase di completamento i lavori relativi alla ristrutturazione dei locali del
Dipartimento di Matematica. I locali lasciati liberi dal predetto Dipartimento,
in Piazza dei Cavalieri, sono in fase di sistemazione per essere utilizzati da
alcuni Istituti della Facoltà di Giurisprudenza. Un’opera di rilevante
interesse anche dal punto di vista socio-sanitario è rappresentata dalla
costituzione del Centro Regionale di Medicina Nucleare. Per la realizzazione di
questa opera, il cui progetto è stato già approvato, si è resa necessaria una
variante al piano regolatore che è stata predisposta dal Comune di Pisa con una
rapidità che è doveroso sottolineare.
Si
ritiene che i lavori per la costruzione del Centro suddetto possano essere
avviati e rapidamente conclusi, in modo da rendere disponibile una struttura
pienamente rispondente per lo svolgimento di tutte le attività afferenti alla
Medicina Nucleare.
In
accordo con quanto annunciato nella relazione dello scorso anno, è stata
portata avanti in pieno accordo con l’Amministrazione comunale la
particolarmente importante iniziativa tendente a consentire la localizzazione
dei Dipartimenti di Fisica, di Informatica e di Matematica negli edifici del
complesso ex Forest/Marzotto, convenientemente ristrutturati.
La
necessaria variante del piano regolatore, predisposta in tempi eccezionalmente
brevi dal Comune, è stata già approvata dalla Regione.
È
stato proceduto alla stipula del compromesso con la Società Ausonia per
l’acquisto di una parte degli edifici in questione.
Le
procedure per l’acquisto della parte rimanente hanno invece incontrato notevoli
difficoltà che, nonostante l’impegno profuso, non è stato ancora possibile
superare. Ci si augura vivamente che in tempi brevi si possa pervenire alla
definitiva e completa soluzione di questo problema di grandissima
qualificazione per l’Università e per l’intera città, in modo che sia possibile
la piena realizzazione di un polo scientifico e didattico di particolare
rilievo, con immediata interazione tra attività tra loro strettamente connesse
e con un razionale e coordinato inserimento delle strutture universitarie nel
tessuto cittadino, operato tenendo nel dovuto conto le nuove realtà poste
dall’organizzazione dipartimentale.
In
questa direzione, pur non nascondendoci le difficoltà connesse con questa
operazione, l’impiego dell’Università avrà carattere certamente prioritario.
Si
ritiene che l’area disponibile a S. Piero a Grado sia particolarmente adatta
per insediamenti necessari per lo svolgimento di attività di ricerca «pesante»
non solo dell’Università e del CNR, ma anche di altri Enti Nazionali di
ricerca.
La
proposta di modifica della legge 16 maggio 1977 n. 230, è stata approvata dal
Parlamento il 5 febbraio u.s. Sento il dovere di ringraziare i parlamentari
della circoscrizione per la loro fattiva collaborazione.
È
proseguita con particolare intensità l’attività del Palazzo dei Congressi (sono
stati tenuti nel 1985: 24 Convegni o congressi, 8 concerti vocali e strumentali
ed inoltre 4 manifestazioni di altro tipo) la cui gestione è stata
provvisoriamente e temporaneamente affidata ad un Comitato paritetico composto
da membri designati dall’Università e dal Comune, nell’attesa di pervenire alla
messa in atto della struttura gestionale definitiva.
A
questo riguardo da un anno e mezzo è stata inviata all’esame del Ministero
della P.I. una organica proposta in merito. Nonostante i numerosi solleciti, il
Ministro ha fatto conoscere il proprio parere soltanto nello scorso mese di
gennaio e si hanno finalmente validi motivi per ritenere che a breve scadenza
questo problema, certamente non di secondaria importanza, possa essere
finalmente portato a soluzione.
Con
la sapiente guida ed il noto instancabile impegno del Prof. Ezio Tongiorgi
coadiuvato dal Prof. Marco Franzini, ai quali desidero rivolgere il più sentito
ringraziamento, sono proseguite le attività del Centro Interdipartimentale
«Museo di Storia Naturale e del territorio».
Il
centro suddetto gestisce attualmente l’unico Museo centralizzato di storia naturale
delle Università Italiane.
L’inserimento
delle collezioni naturalistiche (oltre 200.000 pezzi) nei locali della Certosa
di Calci è pienamente giustificato dalla necessità di salvaguardare due
prestigiosi beni culturali: la Certosa di Calci, (uno dei più importanti
complessi monumentali dell’area pisana); le collezioni naturalistiche
dell’Università, ricche di esemplari preziosi e di grandi tradizioni storiche.
Negli
anni scorsi è stato trasferito il materiale esistente nei musei naturalistici
dei diversi istituti scientifici ed è stato definito il piano generale di
realizzazione del Centro tenendo nel necessario conto le esigenze prospettate
dalla Soprintendenza ai monumenti e dagli Enti territoriali.
II
Museo è ora pronto per più impegnative realizzazioni tese, per le oggettive
caratteristiche delle collezioni e dei locali che le accolgono, a configurare
lo stesso Come Centro culturale polivalente e polifunzionale impegnato nello
studio e nella realizzazione dei diversi aspetti (didattico, ricerca, salvaguardia)
di un bene culturale unitario.
Le
possibilità ed i tempi di queste realizzazioni sono strettamente legati alle
disponibilità dei mezzi e di personale, per il reperimento dei quali
l’Università e gli altri Enti interessati si sentono particolarmente impegnati.
La
presenza a questa cerimonia del Ministro Gullotti è motivo di grande e fondata
speranza, anche sulla base delle impegnative assicurazioni in più occasioni
fornite dallo stesso.
In
relazione alle proposte della Commissione per i Musei l’Ateneo dovrà puntare
anche alla valorizzazione delle istituzioni di tipo archeologico, del tutto
prive di sede adeguata ed ospitate in locali che solo alcuni casi hanno
carattere di buon magazzino. Il Gabinetto disegni e stampe, pur avendo una sede
decorosa, è attualmente ospitato in locali in affitto.
Si
pone come problema urgente quello di ricercare una sede stabile ed adeguata per
tali istituzioni, così da consentire una corretta collocazione delle collezioni
esistenti, prevedendo gli spazi necessari alla loro valorizzazione ed
incremento.
È
stata già da tempo presentata al Ministro della P.I. una concreta proposta per
la valorizzazione del Centro di sperimentazione agraria ed aziendale «E.
Avanzi», tenendo anche conto delle modifiche degli Statuti delle Facoltà di
Agraria.
Riconfermiamo
il nostro impegno per sollecitare la messa in atto degli interventi necessari
per consentire a questa importante struttura di poter esprimere in modo
adeguato le notevoli ed interessanti potenzialità di cui dispone.
Constata
l’opportunità di una sempre più attenta e periodica informazione sull’attività
degli Organi di governo e delle vicende più significative dell’Ateneo, aderendo
anche a sollecitazioni pervenute da vari ambienti universitari, è stata ripresa
a cura del Pro-Rettore la pubblicazione del Notiziario di Ateneo, in una nuova
veste tipografica ed editoriale.
Il
Notiziario dovrebbe rappresentare un agevole strumento informativo aperto al
contributo delle varie componenti universitarie ed al tempo stesso uno spazio
privilegiato per riflessioni, interventi e commenti su ciò che attiene alla
vita del nostro Ateneo.
A
partire dallo scorso mese di dicembre sono stati finalmente ripresi i lavori
per la definizione della Convenzione che dovrà regolare i rapporti tra Università,
Regione Toscana e USL secondo quanto previsto dall’art. 39 della legge 23
dicembre 1978, n.833.
A
parte altre considerazioni, riteniamo che proprio per la multizonalità
scientifica e didattica della Facoltà di Medicina, il territorio circostante
potrà avvalersi di istituti di prevenzione e cura complessivamente superiori
alla media di quelli presenti in territori analoghi. Per questo ci sentiamo
impegnati, come intero Ateneo, nei compiti di tutela della salute che le leggi
ci assegnano ed a favorire il rapporto della nostre istituzioni con la domanda
che viene diffusamente dal territorio.
Intendiamo
collaborare con la autorità sanitarie locali e regionali per il raggiungimento
del fine comune che è certamente quello di elevare la qualità delle prestazioni.
Questo
è l’intendimento che anima le delegazioni delle Università toscane, nella
certezza che sarà possibile pervenire in tempi brevi alla definizione di una
convenzione che, nel pieno rispetto delle prerogative che la legge assegna alle
diverse istituzioni, determini le condizioni necessarie per una proficua
attività del personale nei settori della ricerca, della formazione e
assistenziali, tra loro inscindibilmente connessi, nel generale interesse della
comunità.
È in
fase di completamento la predisposizione del nuovo piano informativo
dell’Ateneo. Tale piano, il cui sviluppo consentirà una maggiore efficienza dei
servizi dell’Amministrazione centrale e periferica è stato già presentato ed
ampliamente discusso e si ritiene che in tempi brevi possa essere sottoposto
all’esame del Consiglio di Amministrazione.
È
indubbio che l’attuazione del piano stesso richiederà un attivo coinvolgimento
del personale utente a tutti i livelli di responsabilità, tramite un processo
di diffusione della cultura informativa che si pone come condizione essenziale
per il successo di questa iniziativa di fondamentale importanza in relazione di
sempre
maggiori
impegni di carattere amministrativo assegnati alle Università.
Prima
di concludere questa relazione, sentiamo il dovere di rivolgere un commosso
pensiero a coloro che nel decorso anno accademico ci hanno lasciato. Ricordiamo
tra i docenti: i proff. Giangiacomo Jannella, Bruno Romboli e Natale Pellegrini
ai quali si è purtroppo aggiunto il Prof. Ivo Di Gangi; tra i non docenti Ruffo
Mariotti, Franco Orlandini, Loriano Puntoni e Francesco Iannello.
Tutti
coloro continueranno ad essere presenti nella riconoscente memoria di guanti
ebbero modo di apprezzare le loro virtù.
Alle
loro famiglie vogliamo esprimere il più sentito cordoglio dell’Università.
I
proff. Giorgio Candeloro, Alberto Mori e Livio Trevisan sono stati collocati a
riposo per raggiunti limiti di età. Il prof Marianello Marianelli è stato
collocato a riposo per dimissioni volontarie.
Esprimiamo
loro la gratitudine dell’Università per l’opera svolta, con l’augurio di una
vita ancora lunga e serena.
Nello
stesso anno accademico sono stati collocati fuori ruolo i proff. Giorgio
Costanzo Beccaria, Tristano Bolelli, Alessandro Faedo e Alfredo Vallini.
Siamo
sicuri che l’Ateneo pisano potrà ancora continuare ad avvalersi del loro
validissimo contributo.
Esprimiamo
la riconoscente gratitudine dell’Università per l’opera svolta e l’augurio di
una proficua attività ai proff. Francesco Donato Busnelli, Mario Corsi, Alessandro
De Cadi, Adriano Gozzini, Giuseppe Iazzeolla, Mario Rosa e Rino Ricci che si
sono trasferiti ad altra Università.
Sono
cessati dal servizio 42 unità di personale non docente (12 amministrativi, 9
tecnici, 21 operai ausiliari).
A
tutti coloro che dato l’elevato numero non posso per motivi di tempo nominare
personalmente, il più vivo ringraziamento per la preziosa opera e l’augurio di
una vita lunga e serena.
Accogliamo
con sincera cordialità i proff. Arimondo, Balestrino, Benci, Braccino, De Mas,
Fanfani, Fasano Guarini, Galoppini, Giglia, Giusti, Marchetti, Montinari,
Paduano, Pratelli, Santagata, Stefanini e Toscano, trasferiti a Pisa da altre
sedi.
Nello
stesso anno accademico hanno ottenuto la nomina a professori di ruolo della
seconda fascia 89 docenti. Sarebbe stato mio dovere e mio desiderio nominarli
personalmente, considerato però il loro numero, non mi è possibile farlo. A
questi colleghi che hanno visto finalmente riconosciuta la loro attività
scientifica e didattica, il saluto più cordiale dell’Università ed i più
fervidi auguri di ancora più lusinghieri successi.
Desideriamo
a questo punto ricordare i docenti di questa Università che hanno avuto
riconoscimenti per la loro attività. Il Prof. Pietro Sarteschi e molto
indegnamente, il sottoscritto ai quali il Capo dello Stato ha conferito il
diploma di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte; i proff. Ottavio
Banti, Francesco Busnelli, Giancarlo Fasano, Giovanni Battista Gerace, Bruno
Macchia, Fabio Merusi, Leo Pardi, Sergio Pellegrini, Aldo Romagnoli e Riccardo
Varaldo che il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino.
Si
ricorda altresì il prof. Nicolai Rubinstein, professore emerito dell’Università
di Londra, insigne storico del rinascimento toscano, al quale è stato conferito
il premio internazionale «G. Galilei».
Quanto
sopra sommariamente esposto rappresenta solo una parte delle attività che nel
1985 sono state sviluppate od avviate.
I
problemi conseguenti allo sviluppo delle iniziative promosse ed alla messa in
marcia di altre che, certamente saranno proposte dal Corpo Accademico
nell’interesse dell’Università e della Comunità nel suo insieme sono veramente
imponenti e la loro soluzione non sarà facile anche in relazione alle
gravissime difficoltà nelle quali si è costretti a operare.
Pur
con questa consapevolezza è fermo intendimento fare quanto è possibile per
consentire all’Università un sempre più efficace assolvimento dei compiti che
alla stessa sono demandati.
Prima
di concludere desidero rivolgere a voi studenti il più Cordiale saluto, insieme
agli auguri che la formazione culturale e la preparazione professionale
derivante dai vostri studi vi consentano un ragionevole rapido inserimento nel
mondo del lavoro.
Il
periodo che stiamo attraversando non è certo facile, ma l’entusiasmo,
l’interesse e la volontà che state dimostrando costituiscono motivi di fondata
speranza.
A
conclusione desidero esprimere la mia gratitudine ai membri del Senato
Accademico e del Consiglio di Amministrazione per il pesante lavoro che, responsabilmente
sono chiamati a svolgere.
Mi
sia consentito di esprimere i sensi della mia affettuosa riconoscenza al
Pro-Rettore, prof. Elia ed un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno
voluto più direttamente coadiuvarmi in questo non facile compito.
Ringrazio
i colleghi che come delegati agli atti amministrativi, o come componenti delle
numerose commissioni partecipano attivamente alla vita dell’Ateneo.
Un
sentito ringraziamento al Direttore amministrativo per la preziosa
collaborazione costantemente fornita, nonché al personale docente e a tutto il
personale non docente dell’Amministrazione Centrale e delle strutture
periferiche per l’impegno dimostrato e per il loro non comune attaccamento all’Istituzione.
Vorrei
ricordare a tutti noi e soprattutto a me stesso che per procedere verso la
realizzazione dei fini che ci siamo proposti, oltre alla collaborazione di
tutti, è necessario ispirarsi al realismo, alla tenacia, ma soprattutto a
quella virtù fondamentale che è la speranza.
Con
questi sentimenti dichiaro aperto l’anno accademico 1985-86 , 642° dalla
fondazione.
La
lezione inaugurale sarà tenuta dal prof. Italo Mannelli che avrà per tema:
Sviluppo e prospettive della fisica delle interazioni fondamentali.
Da: Annuario dell’Università degli Studi di Pisa per l’a.a. 1985-1986.