Sistema Bibliotecario di Ateneo
Published on Sistema Bibliotecario di Ateneo (https://www.sba.unipi.it)


Inaugurazione a.a. 1983-1984 [1]

Inaugurazione dell’anno
accademico 1983-84, 640° dalla fondazione

Relazione del Rettore,
prof. Bruno Guerrini

 

Autorità,
Signore, colleghi e studenti,

ringrazio innanzi tutto le Autorità che con la loro
presenza confermano che l’Università è parte integrante della vita di Pisa.
Desidero in primo luogo porgere la più affettuosa riconoscenza ed il più
sentito ringraziamento dell’Università di Pisa e mio personale al Prof. Favilli
e ai suoi più diretti collaboratori proff. Lazzeroni e Falcone per la capacità,
la competenza e lo spirito dimostrati per molti anni nella guida del nostro
Ateneo.

La
logica avrebbe voluto che la presente relazione fosse tenuta dallo stesso Prof.
Favilli in quanto relativa ad attività che, per la quasi totalità, sono state
svolte durante il suo rettorato, ma la legge dispone come è noto, in modo
diverso.

Dopo
questa doverosa premessa, mi scuso se l’inaugurazione ufficiale dell’anno
accademico viene tenuta con un consistente ritardo rispetto all’inizio
ufficiale delle lezioni. Tale ritardo è stato dovuto alla necessità di avere un
po’ più di tempo a disposizione per un primo orientamento sui molteplici
problemi che investono la nostra Università.

Anche
l’anno accademico 1983-84 ha avuto inizio in un momento particolarmente
importante per la vita dell’Università italiana, conseguente all’applicazione
della Legge 28 e del D.P.R. 382 ed all’entrata in vigore dei D.P.R. 10 marzo
1982 e 4 marzo 1982 relativi rispettivamente al riordinamento delle Scuole
dirette a fini speciali, delle Scuole di specializzazione e dei corsi di
perfezionamento e alle modalità per la gestione amministrativa e contabile
degli Atenei.

L’insieme
dei provvedimenti adottati comporta profonde modificazioni nel modo di essere e
di operare nelle strutture universitarie ed un sostanziale allargamento dei
compiti ad esse affidate.

Ai
normali corsi di laurea potranno affiancarsi corsi di minore durata abilitati
al rilascio di diplomi di primo livello la cui necessità era stata avvertita da
molti anni ma che soltanto ora ha trovato la sua possibilità di attuazione. Si
ritiene opportuno precisare al riguardo che tali scuole non devono essere
interpretate come istituto di livello inferiore, quasi come una sorta di minor
azione per i docenti e per gli studenti, ma invece la corretta risposta ad
esigenze reali particolarmente sentite in alcuni settori professionali, nei
quali è avvertita la richiesta di tecnici con specifiche competenze. Non vi è
dubbio che la mancanza in Italia di una figura professionale di questo tipo ha
portato in molti casi alla non corretta ed efficiente utilizzazione di altre
figure professionali la cui formazione non era finalizzata allo svolgimento di
queste attività. Per docenti e studenti la loro attuazione comporterà impegno e
competenze certamente non inferiori a quelli richiesti per lo svolgimento dei
normali corsi di laurea. Desta a questo riguardo qualche perplessità il
disposto della legge che pone limiti ai professori di ruolo della prima fascia
sull’impegno didattico che può essere reso disponibile per le Scuole a fini
speciali.

L’altra
innovazione è costituita, come è noto, dalla istituzione dei dottori di
ricerca.

Questa
Università partecipa allo svolgimento di 61 corsi di dottorato per 17 dei quali
costituisce la sede amministrativa. Il numero dei docenti facenti parte del
Collegio dei Docenti è pari a 240.

(Di
questi, 92 fanno parte del Collegio di Docenti dei 7 dottorati aventi come sede
unica la nostra Università).

Emerge
da quanto sopra l’importanza che a questa iniziativa è stata data, nel pieno
convincimento che il dottorato di ricerca costituisce un idoneo strumento per
la formazione dei laureati che abbiano capacità, attitudine ed interesse a
sviluppare la loro attività nel settore della ricerca scientifica. I contenuti
di alcune circolari recentemente inviate dal Ministero della Pubblica
Istruzione, non possono non essere motivo di preoccupazione per il buon esito
di una iniziativa sulla cui validità non possono certamente esserci dubbi. È
augurabile che queste preoccupazioni non abbiano ragione di essere, ma ho
ritenuto comunque mio preciso dovere sottoporle alla vostra attenzione. Posso
anzi aggiungere che il Senato Accademico in una delle ultime sedute ha sentito
il dovere di nominare in proposito una apposita Commissione di Studio.

Per
quanto riguarda le Scuole di Specializzazione, è stato proceduto
all’approntamento delle modifiche di Statuto di quelle già esistenti ed alla
richiesta di alcune di nuova istituzione, tenendo conto delle disposizioni di
Legge e della necessità del loro adeguamento a livello internazionale.

Un
significativo interesse ha destato in questa Università la possibilità offerta
dalla legge in merito alla situazione dei Dipartimenti. Sono attualmente in
funzione 18 Dipartimenti ed un Centro Interdipartimentale. La Commissione di
Ateneo ha recentemente approvato lo Statuto di altri due Centri. Si auspica che
altri Dipartimenti potranno essere costituiti nel corrente anno accademico.

Si
ritiene che queste nuove istituzioni debbano costituire nel prossimo futuro la
struttura portante dell’Università italiana.

Con
questo convincimento il Consiglio di Amministrazione nel Bilancio preventivo
per il 1984 ha previsto un incremento delle dotazioni ordinarie per i
Dipartimenti maggiore anche di poco a quello relativo alle dotazioni ordinarie
degli Istituti, destinando inoltre una modesta somma da utilizzare per
l’avviamento dei nuovi Dipartimenti e per il finanziamento di attività
Dipartimentali. Si ritiene che l’esperienza dipartimentale sia stata nel
complesso positiva. È doveroso però precisare che qualora i Dipartimenti non
dispongano in tempi ragionevolmente brevi di personale e di strutture adeguate,
la loro funzionalità potrebbe essere fortemente compromessa, nonostante
l’impegno di tutti coloro che, pur nelle molte difficoltà, hanno voluto dare
vita a questa importante iniziativa.

In
effetti le difficoltà che si incontrano per assicurare un ragionevole
funzionamento non solo dei Dipartimenti, ma di tutte le strutture dell’Ateneo,
diventano sempre più pesanti, anche in relazione alla critica situazione
economica che sta attraversando il nostro Paese.

Il
mancato rifinanziamento della legge 50/1976 per l’edilizia universitaria e la
impossibilità di fare ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti non avendo opere
edilizie già iniziate nel 1982, fa sì che il programma edilizio universitario
possa essere portato avanti solo facendo ricorso a somme estremamente modeste
reperibili nel già risicato bilancio universitario. In queste condizioni
risulterà impossibile in tempi ragionevoli dotare i dipartimenti e gli Istituti
di aule e laboratori adeguati alle esigenze connesse alle loro attività
istituzionali e renderà ancora necessario fare massiccio ricorso alle locazioni
di immobili con costi che diventano sempre più gravosi.

Il
Consiglio di Amministrazione ha approvato nel 1983 le proposte formulate da una
apposita Commissione cui hanno partecipato anche rappresentanti
dell’Amministrazione Comunale in merito ad un piano edilizio, cosiddetto di
emergenza, con il quale si intendeva provvedere alle necessità più gravi ed
urgenti.

L’Amministrazione
intende muoversi secondo le linee individuate nel piano suddetto
compatibilmente con le disponibilità finanziarie, facendo però presente che
molteplici difficoltà di varia natura rendono particolarmente complessa
l’attuazione del piano stesso.

L’altro
aspetto che condiziona in maniera estremamente pesate la vita del nostro e
degli altri Atenei è rappresentato dalla assoluta insufficienza del personale
non docente. Questo problema è stato di fatto ignorato dal legislatore. A
fronte di un consistente aumento del personale docente e degli appesantimenti
connessi con l’applicazione della nuova gestione contabile amministrativa sia a
livello periferico che a livello centrale, non solo non è stato previsto un
conseguente aumento dell’organico del personale non docente, ma addirittura da
molti anni non si provvede neanche alla riassegnazione dei posti di ruolo
resisi vacanti.

In
tutti i paesi sviluppati si ritiene che l’unità elementare di ricerca nei
settori tecnico scientifici sia costituita da: 1 ricercatore, 2 tecnici, 1
amministrativo. Nei settori umanistici tali rapporti sono ovviamente diversi.
Tenendo conto della situazione nel suo complesso, per ciascun ricercatore
dovrebbero essere ragionevolmente previsti 1 tecnico e 0,3 amministrativi. A
questi dovrebbero essere aggiunti coloro che sono impegnati
nell’Amministrazione Centrale. A ciascuno di noi è immediato rendersi conto di
quanto si sia lontani dal rispetto dei rapporti sopra indicati.

Si
ritiene allora un nostro preciso dovere richiamare con forza all’attenzione del
Paese questo problema, facendo presente che il perdurare di questa situazione
pone pesantissimi condizionamenti allo svolgimento di una seria ed impegnata
attività didattica e di ricerca all’interno dell’Università; nonché alla
predisposizione di servizi centrali funzionanti a livello accettabile.

Il
Consiglio di Amministrazione ha costituito una apposita Commissione incaricata
di esaminare in modo accurato la situazione relativa al personale non docente
attualmente in servizio in relazione alle necessità oggettive presentate dalle
diverse strutture universitarie. Non vi è dubbio che il lavoro di questa Commissione
che sta operando in modo veramente encomiabile, fornirà utilissime informazioni
ed indicazioni per consentire una più efficiente utilizzazione del personale
stesso, ma non potrà non metterne in evidenza una carenza sostanzialmente
generalizzata.

Prima
di riferire su alcuni aspetti di particolare significato per la vita del nostro
Ateneo relativi all’anno accademico 1982-83 desideriamo rivolgere un commosso
pensiero a coloro che nello stesso anno accademico ci hanno lasciato. Fra i
docenti ricordiamo i proff. Giuseppe Fornaca e Luigi Meloni, ai quali si sono
purtroppo recentemente aggiunti i proff. Giovanni Marchetti e Dessau Gabor; fra
i non docenti: il tecnico laureato Battista Atzeni, i tecnici Roberto Pardini,
Maria Paola Corti, Iliano Moretti, Roberto Vaselli, il bidello Leonetto
Ghelardoni, l’operaio Alfio Baronti. A questi dobbiamo purtroppo aggiungere il
Funzionario Amministrativo Dr. Francesco Giolai Zar e l’operaio specializzato
Libero Chini, recentemente scomparsi.

Tutti
coloro continueranno ad essere presenti nella riconoscente memoria di quanti
ebbero modo di apprezzarne le loro virtù.

Alle
loro famiglie rinnoviamo l’espressione del più vivo cordoglio della intera
Università.

Il
raggiungimento dei limiti di età ha segnato il collocamento a riposo dei Proff.
Paolo Enrico Arias, Renado Bandettini, Curzio Massart, Pompeo Spoto, Mario
Baccaredda Boy, Renato Teani, Antonino Lombardo, Giulio Schmiedt, Renzo
Pasqualetti, Luigi Del Sarto.

Esprimiamo
loro la gratitudine dell’Università di Pisa per l’opera svolta insieme con
l’augurio per una vita ancora lunga e serena.

Nello
stesso anno accademico sono stati collocati fuori ruolo i Proff. Giulio
Battistini e Anna Maria Crinò.

Siamo
certi che costoro continueranno a dare un validissimo contributo all’attività
dell’Ateneo.

Nello
stesso anno accademico hanno cessato dal servizio 76 unità di personale non
docente (15 amministrativi, 43 tecnici, 18 ausiliari e operatori).

A
tutti, che dato l’elevato numero, per motivi di tempo non posso nominare
personalmente, il più vivo ringraziamento dell’Ateneo, per la preziosa opera
svolta e l’augurio di un vita lunga e serena per coloro che lasciano
l’Università e le felicitazioni a quelli che sono passati da tecnici laureati a
professori di ruolo. Un saluto ed un ringraziamento al Prof. Eugenio Massa che
si è trasferito in altra sede.

Accogliamo
con la cordialità più aperta e gli auguri più fervidi i proff. Carlo Cardia,
Andrea Carandini, Renzo Rossi, Giovanni Braca, Francesco Orlando, Graziano
Forsini e Valerio Milano, trasferiti a Pisa da altre sedi.

Nello
stesso anno accademico hanno ottenuto la nomina 558 professori di ruolo della
seconda fascia, la grande maggioranza dei quali già in servizio presso questa
Università.

Sarebbe
stato mio dovere e mio desiderio nominarli personalmente. Considerato però il
loro numero, che avrei peraltro gradito fosse ancora più elevato, non mi è
possibile farlo.

A
questi colleghi che hanno visto finalmente riconosciuta (per molti dei quali in
modo ancora inadeguato) la loro attività scientifica e didattica, il saluto più
cordiale dell’Università ed il sincero augurio di ancora più significativi
successi.

Alla
fine dell’anno accademico 1982-83, l’organico dell’Università di Pisa risulta
così costituito:

 

-         
Professori di ruolo 940 di cui 382 della prima
fascia e 558 della seconda fascia.

-         
Professori incaricati e assistenti 335.

-         
 -
Ricercatori 496

-         
- Non docenti 1349

A
questi si devono aggiungere n. 43 lettori di lingua straniera a contratto.

Desideriamo
a questo punto ricordar tra i docenti coloro che hanno ricevuto riconoscimenti
per la loro attività scientifica e didattica: i professori Giovanni Scaramuzzi,
Oriano Salvetti, Gianfranco Capriz, Lidio Baschieri e Giuliano Marini ai quali
il Capo dello Stato ha conferito il diploma di benemerito della Scuola della
Cultura e dell’Arte; il Prof. Luigi Donato al quale il Capo dello Stato ha
conferito la medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica; il Prof. Paolo
Enrico Arias che è stato nominato professore emerito; i professori Giulio Tito
Sicca, Carlo Caramiello, Giovanni Picci, Vittorio Checcucci, Antonio Benvenuti,
Antonio Carrozza e Umberto Laffi e, indegnamente, il sottoscritto che il Senato
Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino. Per evidenti motivi avrei
voluto rifiutare questa onorificenza, ma non ho ritenuto corretto farlo per il
rispetto al Senato Accademico ed alla Facoltà che molto tempo prima della mia
elezione erano pervenute a questa determinazione.

Gli
studenti in corso e fuori corso iscritti nell’anno accademico 1982-83 ai 29
corsi di laurea attivati nelle 11 facoltà del nostro Ateneo sono stati
complessivamente 27.736 con un leggerissimo aumento rispetto all’anno
Accademico 1981-82. Le immatricolazioni sono state 5.547 con una diminuzione
del 2,8% rispetto all’anno precedente.

Nell’anno
accademico 1983-84 le immatricolazioni sono salite a 6.697 con un incremento
del 21%. Tale incremento è stato peraltro particolarmente elevato in alcuni
corsi di laurea ed in alcune Facoltà. Ricordiamo tra queste: Economia (+99%),
Scienza dell’Informazione (+41 %), Ingegneria Elettronica (+30%).

Il
medesimo trend è peraltro rilevabile a livello nazionale. Nell’Università di
Roma le immatricolazioni sono salite di oltre 2.000 unità, nonostante l’entrata
in funzione della seconda Università di Tor Vergata.

Sarebbe
interessante fare un’attenta analisi dei motivi che hanno determinato questa
rinnovata e non prevista corsa all’Università. Tale fenomeno viene da molti
messo in relazione con l’aggravamento della crisi occupazionale che indurrebbe
molti neodiplomati ad utilizzare l’Università come «area di parcheggio», con la
conseguente implicazione che una pur timida ripresa economica dovrebbe in
qualche modo porre un freno a questo problema. Questa valutazione può avere un
fondamento, ma non mi pare esaustiva, tenendo conto che, a differenza di quanto
successe 11-12 anni fa, la corsa alle iscrizioni che si è avuta nello scorso
novembre non ha investito in modo indiscriminato tutte le Facoltà, ma ha
coinvolto in modo chiaramente selettivo alcune di queste e più in particolare
alcuni corsi di laurea. Lasciando per un momento da parte queste
considerazioni, si deve comunque far presente che gli incrementi che si sono
registrati hanno posto gravi problemi non solo per la copertura degli
insegnamenti e per il reperimento delle aule, ma soprattutto per assicurare
agli studenti la necessaria formazione culturale e preparazione professionale.

Si
deve per altro constatare che ormai da molti anni il numero dei laureati non
supera il 30% di coloro che si iscrivono al primo anno; la grande maggioranza
degli iscritti finisce pertanto per abbandonare anticipatamente gli studi
universitari dopo essere passati molte volte per trasferimenti successivi
attraverso diverse Facoltà.

Non
vi è dubbio che una attività didattica più efficiente potrebbe portare ad un
miglioramento della situazione, ma ritengo che anche altre cause possano essere
individuate non ultime la mancanza di una corretta informazione sulle
caratteristiche e sui contenuti dei diversi Corsi di Laurea, nonché sulle
relative prospettive di lavoro.

È
necessario che fin dalla scuola media gli studenti abbiano chiaro in mente che
il conseguimento della laurea testimonia il raggiungimento di una loro
qualificazione culturale, ma non costituisce di per sé elemento sufficiente per
il loro rapido inserimento nel mondo del lavoro. Ritengo, come ho detto
all’inizio, che l’attivazione di efficienti Scuole a fini speciali potrebbe
costituire una soluzione particolarmente interessante almeno in alcuni settori.

La
constatazione, per esempio che nel corso di laurea in scienza dell’informazione
si abbia una notevole riduzione del numero degli studenti dopo il primo
biennio, porterebbe a pensare che molti studenti riescono ad acquistare nei
primi due anni di corso una preparazione sufficiente per un loro inserimento
nel mondo del lavoro.

Particolarmente
attiva è stata l’attività svolta al di fuori dei normali corsi di laurea.

Nel
1982-83 sono state attivate n. 42 Scuole di Specializzazione seguite da 1587
allievi; n. 7 corsi di perfezionamento seguiti da 388 allievi. A queste si
devono aggiungere la Scuola Superiore di servizio sociale con 196 iscritti e
per la prima volta la Scuola di preparazione per tecnici di audiometria e
fonologopedia con 10 iscritti.

Se
agli studenti in corso e fuori corso si sommano gli iscritti alle Scuole
suddette, il numero complessivo degli allievi nell’anno accademico 1982-83.
risultano pari a 29.971 unità.

Di
particolare rilievo è stata l’attività di ricerca svolta all’interno del nostro
Ateneo, con risultati di riconosciuta validità a livello nazionale ed
internazionale.

Questa attività che, come è stato ribadito anche nella
legge 28 e nel D.P.R. 382, è la condizione fondametale per la stessa esistenza
dell’Università, ha trovato e trova in alcuni settori favorevoli condizioni di
sviluppo anche per la presenza nella nostra città di numerosi organi del CNR e
dell’INFN ed ultimamente dell’ENEL con i quali questa Università ha da tempo
stabilito e mantenuto rapporti di stretta e costante collaborazione. I
finanziamenti per lo svolgimento di questa fondamentale attività sono stati
nell’anno accademico 1982-83 pari a 13.972.000.000 provenienti da:

 

-         
Ministero P.I.   
9.525.000.000

-         
CNR                  3.156.000.000

-         
altri Enti             1.291.000.000

 

A
questi si devono aggiungere i finanziamenti direttamente erogati ed
amministrati dal CNR per le attività dei Centri di Studio operanti presso
Istituti della nostra Università.

Fra
le ricerche che sono state svolte nell’ambito di contratti e convenzioni
stipulate a norma dell’art. 66 del D.P.R. 382 rivestono particolare rilevanza
quelle svolte per conto della Comunità Europea, del Ministero della Sanità,
dell’ENEA; di diverse Soprintendenze per i Beni Ambientali, Architettonici,
Artistici e Storici.

Nel
ricordare in rapida sintesi la vastità della ricerca svolta ed in corso di
svolgimento, si ritiene importante sottolineare l’impegno dell’Università di
Pisa per lo studio dei problemi posti dalla Comunità e dal territorio nella
quale essa opera. Ciò è dimostrato dalle convenzioni stipulate con la Regione e
gli Enti locali. A questo proposito devo richiamare l’importante iniziativa
presa dal Comune di Pisa che porterà allo svolgimento nella prossima primavera
di una Conferenza Economica Dell’Area Pisana. Sarà questa una importante
occasione per meglio individuare il contributo che le attività di ricerca
svolte dall’Università e dagli altri Enti potranno dare per la ripresa dello
sviluppo sociale ed economico del territorio. È infatti pieno convincimento di
tutti che il territorio in cui queste strutture operano non può accorgersi
della loro presenza solo per i posti di lavoro che queste possono direttamente
offrire o per lo sviluppo di attività terziarie, il più delle volte di basso
livello, ma deve invece essere messo in grado di utilizzare le competenze
disponibili per lo sviluppo di processi innovativi di attività produttive già
in essere per l’avvio di nuove attività caratterizzate da elevato contenuto
tecnologico e per la messa in atto di iniziative culturali particolarmente
qualificanti per la crescita sociale della Comunità.

L’alto
livello dell’attività scientifica svolta, rende pienamente giustificati i
sempre crescenti rapporti con le istituzioni culturali straniere. Interessante
sviluppo stanno assumendo i rapporti già istituiti a livello di Ateneo con le
Università di Syracuse, di Dortmund, di Francoforte, di Angers e, a partire dal
maggio 1983 con l’Università di S. Francisco.

Prosegue
con profitto la cooperazione da anni in atto fra la Facoltà di Medicina
Veterinaria e l’Università Nazionale Somala di Mogadiscio, con il coordinamento
del Prof. Giancarlo Del Bono.

Il
programma edilizio predisposto in attuazione della legge 50 del 6 marzo 1976
può considerarsi ormai prossimo al suo completamento. Il trasferimento degli
Istituti e del Dipartimento della Facoltà di Economia e Commercio nella nuova
sede è stato praticamente completato ed alla fine della primavera del corrente
anno sarà disponibile anche il Palazzo dei Congressi, per l’utilizzazione del
quale sono già state presentate numerose richieste.

Nel
mese di settembre sono stati consegnati all’Opera Universitaria gli ambienti
dell’ex Convento di S. Croce in Fossabanda adibiti ad alloggi per studenti,
essendosi completato il programma di edilizia residenziale per gli studenti,
attuato utilizzando gli stanziamenti della suddetta legge 50 ed il contributo
della Regione Toscana.

A
proposito della complessa gestione del Palazzo dei Congressi, la Commissione
incaricata di formulare proposte al riguardo sta lavorando con particolare
impegno e si ha ragione di ritenere che entro breve tempo possa essere in grado
di presentare una soluzione che nel pieno rispetto della legge e nella
salvaguardia degli interessi istituzionali dell’Università, possa vedere la
partecipazione attiva degli Enti locali, degli Istituti di credito, degli Enti
economici e di tutte le categorie interessate. Si ritiene che le possibilità
offerte da questa struttura possano costituire elementi di notevole interesse
per l’Università e per la Comunità nel suo complesso.

Sono
attivamente proseguiti, utilizzando un finanziamento appositamente concesso dal
Ministero della Pubblica Istruzione, i lavori per la realizzazione nell’ex
Certosa di Calci del Museo di Scienze Naturali e del Territorio. Si sta
attualmente procedendo alla predisposizione delle opere necessarie per il
trasferimento nel museo suddetto della collezione dei Cetacei, la cui rimozione
dalla sede attuale potrà consentire la ristrutturazione del Capannone per usi
didattici; aule, laboratori e locali di studio per studenti.

Al
Prof. Tongiorgi che sovraintende al Museo, al Consiglio Direttivo ed al
personale tecnico desideriamo esprimere il più vivo ringraziamento.

Quanto sopra riassume in modo sommario e certamente
incompleto i fatti più significativi che hanno caratterizzato la vita del
nostro Ateneo nell’anno accademico 1982-83, con alcuni inevitabili cenni su
avvenimenti che si riferiscono alla attuale gestione. Appare doveroso
concludere questa relazione indicando le linee fondamentali sulle quali
l’Amministrazione intende muoversi nel prossimo futuro. Come è stato
ufficialmente comunicato agli Organismi istituzionali dell’Università ed a
tutto il personale, il sottoscritto all’atto del suo insediamento, dopo avere
nominato il pro-rettore nella persona del Prof. Elia, ha ravvisato
l’opportunità di rivolgere particolare attenzione allo sviluppo di alcuni
settori che erano stati ritenuti di particolare importanza per lo sviluppo e la
funzionalità dell’Ateneo. Tali settori sono stati, tra gli altri individuati:
nella promozione della ricerca scientifica, nello sviluppo dei rapporti con il
territorio, nella valorizzazione delle possibilità offerte dalla Legge 28 e dal
DPR 382 per lo sviluppo e il potenziamento di nuove iniziative anche a livello
sperimentale, nella predisposizione ed attuazione del piano edilizio, nella
organizzazione generale e coordinamento delle attività. Poiché sarebbe stato
assurdo ipotizzare che delle possibili iniziative nei diversi settori potessero
farsi carico soltanto il Rettore e il Pro-Rettore, dopo aver constatato che per
alcuni di essi già erano in funzione Commissioni istituzionalmente previste o
nominate dal Consiglio di Amministrazione (Commissione di Ateneo e Commissioni
edilizie) efficacemente presiedute, rispettivamente dai proff. Enrico Campanile
e Luca Sanpaolesi, ai quali mi è gradito porgere il mio ringraziamento, il
Rettore nel rigoroso rispetto delle funzioni e delle attribuzioni degli Organi
Direttivi dell’Ateneo, ha conferito delega ai professori Luigi Donato (Ricerca
Scientifica), Giancarlo Fasano (rapporti con il territorio), Riccardo Varaldo
(Organizzazione Generale), ad esaminare e trattare tali materie nei precisi
limiti delle competenze e degli specifici interventi rettorali.

Credo
che sarebbe assurdo e velleitario fare un bilancio di quanto è stato fatto in
questi tre mesi, nei quali peraltro vari fatti, su alcuni dei quali è stata
brevemente richiamata la Vs. attenzione,

hanno
impegnato l’Amministrazione nella ricerca, a volte affannosa, di soluzioni
provvisorie che, anche se non del tutto soddi­sfacenti, potessero consentire un
ragionevolmente accettabile funzionamento delle attività istituzionali. Si
possono comunque ricordare alcune iniziative che sono state intraprese.

È in
corso di predisposizione una Convenzione quadro con l’ENEA nell’ambito della
quale potranno essere stipulati contratti di ricerca tra i due Enti su temi di
comune interesse.

Una
Convenzione analoga dovrebbe essere stipulata con la SpA Montedison.

Sono
state intraprese le azioni necessarie per favorire la partecipazione
dell’Università alle attività di ricerca previste dalla legge 17 febbraio 1982
n. 46 relativa ad interventi per i settori dell’economia, di rilevanza
nazionale.

Sono
stati presi contatti con l’ENEA per la realizzazione a Pisa di una struttura di
ricerca propria dell’ENEA, con evidenti interessanti prospettive per
l’Università e per il territorio.

Sono
stati mantenuti autorevoli contatti con il CNR tendenti ad assicurare
l’iscrizione nel bilancio dell’Ente di una somma di 7 miliardi nel prossimo
quadriennio, di cui 2 miliardi per il 1984, per attività edilizia a Pisa.

È stata assicurata, come già detto, la piena
collaborazione dell’Università per la Conferenza Economica dell’Area Pisana,
promossa dal Comune di Pisa. Questo fatto non deve essere considerato un
elemento a sé stante, ma deve invece essere visto nel quadro di una più ampia e
fattiva collaborazione che senza prevaricazione delle rispettive autonomie,
consenta di avviare a soluzione problemi che, per quanto specifici, sono
comunque di generale interesse dell’Università e del territorio.

Particolarmente
intensa è stata l’attività della Commissione edilizia del piano di emergenza
che proseguendo nei limiti del possibile secondo le linee individuate nel piano
stesso, con la piena collaborazione dell’Amministrazione Comunale, di cui ho il
dovere ed il piacere di dare in questa sede ampia testimonianza, si sta
attivamente adoperando perché siano resi disponibili gli strumenti urbanistici
necessari per la reale attuazione del piano stesso. Devo a questo riguardo
ricordare anche la sensibilità dimostrata in proposito dalla Sopraintendenza
per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici.

È
mio dovere ricordare che, come avevo già accennato, molti altri problemi di
altra natura e di non facile soluzione dovranno essere affrontati in proposito
e non può essere escluso che talune soluzioni ipotizzate non si dimostrino nei
fatti perseguibili.

È
proseguita con particolare impegno l’attività della Commissione di Ateneo la
quale è chiamata ad assolvere ad un compito di grandissimo rilievo, avendo come
fine istituzionale il coordinamento e la verifica della sperimentazione
didattica ed organizzativa dell’Università.

Per
quanto riguarda l’organizzazione generale, si sta procedendo con la piena
collaborazione degli uffici interessati ad un esame accurato della situazione
al fine di individuare interventi che possono portare nei limiti del possibile
al miglioramento dell’efficienza nella gestione amministrativa, centrale e
decentrata. A questo riguardo è intenzione dell’Amministrazione prevedere
appositi servizi di consulenza per i responsabili della gestione amministrativa
dei Dipartimenti e degli Istituti e svolgere corsi di formazione e di
aggiornamento per gli addetti a tali servizi.

E
stata presentata al Ministero della P.I. una concreta e circostanziata proposta
per la valorizzazione del Centro di Sperimentazione agraria e aziendale di
Tombolo, anche in relazione alle modifiche dello Statuto della Facoltà di
Agraria.

L’Università
si sente inoltre doverosamente impegnata a fianco del CNR per sostenere il
ruolo di Pisa negli sviluppi del calcolo vettoriale in piena ed aperta
solidarietà con il Ministro della Ricerca Scientifica.

Non
si è inteso, certamente presentare un consuntivo delle attività svolte, ma
semplicemente indicare le linee di programmatiche sulle quali l’Amministrazione
intenderebbe muoversi pur nei limiti che le saranno consentiti dalle
disponibilità finanziarie e dai vincoli sempre più pesanti imposti dalle leggi
e dai regolamenti.

Devo
a questo proposito richiamare responsabilmente alla vostra attenzione che in
data 25 gennaio 1984 è stato pubblicato il Decreto Legge n. 5 il quale ha
inserito le Università tra gli Enti Pubblici obbligati a trasferire i propri
depositi presso la Banca d’Italia. In termini concreti questo significa una
diminuzione di entrata valutata in circa 2 miliardi che sarebbero derivati
dagli interessi corrisposti per le somme depositate.

Se
tale decreto sarà convertito senza modifiche, nonostante le azioni messe in
atto da tutte le Università italiane, si dovrà procedere alla predisposizione
di un nuovo bilancio dell’Università nel quale dovranno necessariamente essere
apportati pesantissimi tagli sui diversi capitoli di spesa per un importo
complessivo pari alla somma sopra indicata. Le conseguenze che ne deriverebbero
sono facilmente comprensibili.

Siamo
tutti consapevoli delle gravissime difficoltà nelle quali si trova ad operare
il nostro Paese e non si può certo pretendere che le Università possano non
risentire dell’attuale stato di crisi, ma proprio con questa consapevolezza
riteniamo che non debba essere compromesso il funzionamento di quelle
strutture, tra le quali l’Università, che sono istituzionalmente chiamate a
svolgere attività lo sviluppo e la utilizzazione delle quali dovrebbero
costituire una delle promesse fondamentali per l’auspicata ripresa del Paese.

La
utilizzazione degli interessi sui depositi per far quadrare i bilanci non è
certo la procedura che le Università avrebbero preferito, ma ha finora
costituito un mezzo per sopperire alla inadeguatezza delle dotazioni assegnate
dal Ministero. Tenendo presente quanto sopra gli Universitari, mentre
comprendono il significato e le motivazioni che hanno indotto il Governo
all’emanazione del Decreto suddetto, sentono però il diritto ed il dovere di
precisare che l’attuazione del Decreto stesso, senza che siano messe in atto
disposizioni che consentano il corretto recupero delle somme venute
improvvisamente a mancare, renderebbe drammatico il funzionamento
dell’Università, tanto più che il fatto che il provvedimento è stato emanato
dopo che, come previsto dalla Legge, i bilanci di previsione per il 1984 erano
già stati approvati.

Pur
nella consapevolezza delle gravissime difficoltà nelle quale si trova costretta
ad operare è ferma intenzione dell’Amministrazione muoversi secondo le linee
programmatiche prima indicate.

Si
ribadisce comunque che la funzione del Rettore non è quella di imporre delle
soluzioni, ma invece di sollecitare il corpo accademico ad esaminare le diverse
problematiche, di coordinare le proposte che da questa analisi possono
scaturire, di sottoporre le soluzioni prospettate dall’esame ed approvazione
degli Organi di Governo istituzionali dell’Università.

Un
impostazione di questo tipo richiede evidentemente la piena collaborazione di
tutti coloro che operano all’interno dell’Ateneo.

Prima
di concludere desidero rivolgere a voi studenti il cordiale saluto dell’intero
corpo docente, insieme agli auguri che l’Università possa veramente darvi la
formazione culturale e la preparazione professionale che vi consenta un
ragionevolmente rapido e non traumatico inserimento nel mondo del lavoro.

Il
periodo che stiamo attraversando non è certamente facile, ma l’entusiasmo,
l’interesse e la volontà che state dimostrando credo possano costituire fondati
motivi di speranza per una rapida ripresa del Paese.

A
conclusione desidero rinnovare la riconoscenza dell’Università al Prof. Favilli
ed ai suoi più stretti collaboratori.

Mi
sia inoltre consentito porgere il più vivo ringraziamento al Pro-Rettore Prof.
Elia ed al Direttore Amministrativo Dott. Nencetti per la preziosa
collaborazione costantemente fornita.

Un
sentito ringraziamento ai più diretti collaboratori, già ricordati nella
relazione, nonché a tutti i colleghi che come delegati agli atti amministrativi
o come componenti delle numerose commissioni di studio, partecipano attivamente
alla vita dell’Ateneo, al personale docente e a tutto il personale non docente,
dell’Amministrazione Centrale e delle strutture periferiche (Dipartimenti,
Istituti ecc.).

L’espressione
della mia gratitudine ai membri del Senato Accademico e del Consiglio di
Amministrazione per il pesante lavoro che responsabilmente sono chiamati a
svolgere.

Un
saluto affettuoso desidero infine rivolgere al caro amico Prof. Milvio Capovani
che con il comportamento tenuto durante le note vicende elettorali e con la
collaborazione e l’impegno forniti dopo la conclusione delle stesse, ha
veramente dimostrato che, al di là di certi fatti contingenti, il futuro
dell’Università è veramente la cosa più importante.

Con
questi sentimenti dichiaro aperto l’Anno Accademico 1983-84, 640° dalla
fondazione.

La
lezione inaugurale sarà tenuta dal collega Prof. Nicola Badaloni, ordinario di
storia della filosofia ed avrà per tema «Funzione della ragione nel mondo di
oggi».

 

Da: Annuario dell’Università degli Studi di Pisa per l’a.a. 1983-1984.

 

SEGUICI SU: Il Sistema Bibliotecario di Ateneo su Facebook Il Sistema Bibliotecario di Ateneo su YouTube

SISTEMA BIBLIOTECARIO di ATENEO
Via Curtatone e Montanara 15  - 56126 Pisa
P.I. 00286820501 - C.F. 80003670504
PEC

 

Unimap
Crediti
Mappa del sito
Note legali

AREA RISERVATA

 


Source URL:https://www.sba.unipi.it/it/risorse/archivio-fotografico/eventi-in-archivio/inaugurazione-aa-1983-1984

Links
[1] https://www.sba.unipi.it/it/risorse/archivio-fotografico/eventi-in-archivio/inaugurazione-aa-1983-1984