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Inaugurazione a.a. 1960-1961 [1]

Relazione
del Magnifico Rettore prof. Alessandro Faedo, in occasione dell’inaugurazione
dell’anno accademico 1960-1961

 

Eccellenze,
Autorità, Signore e Signori, Colleghi, Studenti,

 

Alla
relazione sul decorso anno accademico, primo del mio rettorato, desidero
premettere alcune osservazioni sulla funzione delle Università e
particolarmente di quella di Pisa nel momento attuale.

Io
ho avuto occasione di ricordare recentemente, nel centenario della sua nascita,
un grande allievo e Maestro dell’Università di Pisa Vito Volterra e la sua
teoria matematica della lotta per l’esistenza, applicata finora ad alcune
associazioni di esseri viventi.

Ripensando
ad alcune sue teorie, per approfondirle e adeguarle alle mutate condizioni
attuali, viene fatto di osservare che la rapidità dei moderni mezzi di
informazione e di comunicazione e l’esistenza di grandi istituzioni
internazionali che permettono rilevamenti statistici sull’intero genere umano,
ci consentono oggi di verificare nuove e unitarie impostazioni di alcuni
problemi di fondo dell’umanità, formulate; con uno spirito nuovo ed una più
ampia visione.

Consideriamo
ad esempio il diritto naturale di un essere umano di trovare nutrimento e
protezione in modo da poter vivere il ciclo completo della sua vita. Ebbene
nelle nazioni più progredite si calcola che un essere che nasce oggi ha una
vita media probabile di oltre 70 anni, mentre in altre nazioni si è al disotto
della metà.

 

Non
è una utopia pensare che sia possibile che ogni individuo abbia assicurato
statisticamente quello che Dante chiamava i cammin di nostra vita (e che egli
stesso non poté compiere interamente), cammino che dovrebbe poter percorrere
con sufficiente agevolezza.

Uomini
grandi e lungimiranti potranno tendere a tale meta per il loro amore per
l’umanità, altri per il timore che non seguendo questa via obbligata il genere
umano stia preparando la propria distruzione; tanto più ad essa ci si
avvicinerà e tanto più sarà probabile che possano essere evitate ai nostri
figli e ai figli dei nostri figli le esperienze della nostra generazione.

E’
questo un problema fondamentale, che gli uomini responsabili devono affrontare,
guardando anche ai suoi riflessi in Italia, dove accanto a regioni più progredite
ne abbiamo altre che devono essere aiutate per portarsi alle loro condizioni:
si pensi ad es. al problema del nostro mezzogiorno.

Non
sempre le nazioni più progredite sono le più dotate di ricchezze naturali;
spesso le nazioni più arretrate lo sona invece immensamente. Vi sono vaste
regioni della terra in cui non esiste l’industria, l’agricoltura è ancora al
livello primitivo e il sottosuolo può ancora nascondere ricchezze sconosciute.

Nelle
Nazioni più evolute le scoperte della scienza e i progressi continui della
tecnica hanno permesso di aumentare la produzione, e di rendere meno dura la
politica del lavoro, di migliorare le condizioni generali di vita; si può
prevedere una società in cui gli uomini potranno vivere meglio di oggi ed avere
più tempo libero. Tanto più si accentuerà questo sviluppo e tanto più quella
nazione avrà bisogno di individui preparati nelle varie direzioni a tutti i
livelli.

Le
antiche Università europee, fra cui la nostra, che nel passato hanno segnato le
tappe del progresso da cui si è sviluppata la moderna civiltà industriale,
quali compiti hanno oggi da svolgere in visita della soluzione di questo
problema fondamentale?

Anzitutto
le Università devono continuare ad essere centri di studio in tutte le
direzioni: la Scienza, la Tecnica, il Diritto, le Lettere, le Arti devono
trovare nelle Università la loro migliore espressione, con un continuo f1ussodi
idee e nuove leve di studiosi valenti e appassionati. Ad esse è affidato il
compito del progresso umano, cui attingerà il mondo del lavoro, nei suoi
molteplici aspetti tecnici, sociali e spirituali, per trovare soluzione ai suoi
continui e mutevoli problemi.

Questo
è un compito antico delle Università, che diventa sempre più arduo per la
complessità dei mezzi oggi occorrenti, che dovrebbero essere considerati come
il migliore investimento per il futuro da saggi uomini di governo.

Vi è
ancora un altro compito fondamentale, che è nuovo per la sua vastità: preparare
le schiere dei tecnici e dei professionisti che occorrono in Italia e fuori per
la grande missione che li attende. È un esercito che le Università devono
preparare per la battaglia più bella combattuta nella storia dell’uomo.

Non
si tratta di dare alla Nazione un certo numero di persone con diplomi vistosi
per fregi e bolli. È indispensabile che questi diplomi garantiscano una seria
preparazione professionale, una formazione morale e culturale che assicuri il
loro pronto inserimento nella vita sociale, in modo utile a se e agli altri.

Tanto
più si accentua l’evoluzione verso forme più progredite di vita e tanto più
esigente, in qualità e quantità di Laureati, sarà la Nazione verso le sue
Università.

Quelle
che veramente intendono assolvere con serietà di intenti, questi compiti, hanno
davanti un grande avvenire e sono destinate ad allargare sempre più, con
l’andare degli anni, la sfera della loro attività.

Le
Università di grandi tradizioni che, come la nostra, hanno la ventura di aver
sede in una città non grossa, dove la vita è più serena e raccolta, sono
destinate nel loro sempre più rapido sviluppo, a divenire parte integrante di
quella città, che sarà caratterizzata dal valore della sua Università.

Un
indice di questo sviluppo lo abbiamo nel numero quintuplicato di studenti
rispetto all’anteguerra, che ci ha imposto il grave compito di adeguare le
attrezzature scientifiche e didattiche in modo che l’accresciuto numero non
torni a danno della qualità. Occorre anzitutto dare all’Università i mezzi per
assolvere degnamente il suo compito, risolvendo- sia pure gradualmente - i
problemi edilizi, di attrezzature e di incremento del personale di ogni ordine.

Meta
questa che contiamo di raggiungere se, non ci verrà meno l’aiuto illuminato
delle autorità locali e dello Stato.

Occorrerà
inoltre compiere un grande sforzo per attuare provvidenze di carattere
assistenziale affinché un sempre maggior numero di studenti, meritevoli e di
disagiate condizioni, possano stabilmente risiedere a Pisa e quindi frequentare
con assiduità corsi e laboratori.

Se
ciò si potrà realizzare potremo sperare di far comprendere ai giovani che lo
studente che non studia - oltre ad essere un non senso grammaticale - è anche
una assurdità sociale; infatti, se è vero che lo studente non studia solo per
sé, ma anche per divenire parte integrante di una società dalla quale egli ha
diritto, se lo merita, di essere aiutato, è anche vero che la società deve
respingere coloro che, non studiando, si dimostrano inadatti a inserirsi a quel
livello del corpo sociale.

Alcune
di queste idee stanno per entrare attraverso il piano della scuola, che da
tanta tempo attendiamo nella nostra legislazione.

Ne
consegue il mio vivo desiderio di riuscire progressivamente ad eliminare un
triste retaggio del passato e cioè il fenomeno delle vacanze abusive; essa è un
non senso in studenti consapevoli delle loro responsabilità, tanto più se
domani, inseriti nel mondo del Lavoro, vorranno avere i1 diritto morale di
chiedere agli altri di compiere il loro dovere.

Per
due motivi io credo che questa meta si possa raggiungere: il primo è 1a mia
persuasione che ove un professore veramente intenda far lezione ha molti mezzi
per risvegliare il senso del dovere nei suoi allievi.

Qualora
inoltre potesse esistere un professore che non compisse interamente il suo
dovere, io ritengo che il richiamo morale di una classe studentesca consapevole
dei propri diritti, perché ha compiuto il proprio dovere, sarebbe ben più
efficace dell’intervento delle autorità accademiche.

 

***

 

Il
mio desiderio di attuare gradualmente queste idee ha trovato quest’anno un
freno prima nella non ancora avvenuta approvazione del piano della Scuola e poi
nella scarsa stabilità dei governi dello scorso anno; spesso nel mia sforza di
attuare il piano generale edilizio del Rettore Avanzi - cui rivolgo ancora una
volta l’espressione della nostra gratitudine - mi pareva di lavorare ad una
tela di Penelope, dovendo riprendere con uomini nuovi a risalire gradini che
avevo già superati con i predecessori.

Se
un prudente riserbo mi vieta di dare particolari su questo punto, desidero però
assicurarvi il mio massimo impegno e la fiducia che nutro di riuscire nella
grande impresa.

 

***

 

Passo
ora ad esporvi quanto si è potuto realizzare nell’anno accademico decorso.

Sul
bilancio Universitario, per la manutenzione ordinaria e straordinaria, è stata
sostenuta una spesa di oltre 135 milioni.

Fra
le principali opere così eseguite faccio notare per la Facoltà di Ingegneria la
costruzione del nuovo Istituto di Elettronica, gli ampliamenti degli Istituti
di Strade e ferrovie, chimica industriale e meccanica applicata per un importo
di oltre 43 milioni; per la Facoltà di Medicina e chirurgia, il nuovo Istituto
di Chimica biologica, la sistemazione del centro di medicina nucleare e della
camera silente dell’Istituto di Fisiologia Umana per oltre 33 milioni. Fra le
altre opere ricordo la sistemazione di alcuni laboratori degli Istituti di
Chimica della Facoltà di Scienze, il consolidamento dei solai del Palazzo Ricci
sede della Facoltà di lettere e sistemazioni varie negli istituti delle Facoltà
di Agraria, Giurisprudenza, Economia e Commercio.

Fra
le opere a carico dello Stato, sona in corso di approvazione lavori di
ampliamento dell’Istituto di Fisica e dell’Istituto di Geologia per un importo
di circa 70 milioni; tali lavori permetteranno a questi Istituti - che hanno
gravi necessità sperimentali e che servono inoltre a più Facoltà - una
sistemazione efficace fino a quando l’esecuzione del piano generale edilizio
non permetterà di darne una più razionale e definitiva.

Anche
il progetto di costruzione della nuova Facoltà di Medicina veterinaria ha fatto
notevoli passi, sia perché è stato definitivamente acquisito all’Università il
terreno su cui sorgeranno i nuovi edifici, sia perché è stato da tempo bandito
l’appalto concorso per il progetto e l’esecuzione dei lavori, che inizieranno
al più presto non appena noto il nome della ditta vincitrice.

Il
nuovo istituto di Chimica farmaceutica, la cui ancora inutile mole ci è di
grande ammonimento per l’avvenire, entrerà in funzione quest’anno. Desidero assicurare
il Prof. De Fazi che l’Università di Pisa, cui egli ha dato 30 anni di attività
di scienziato e di maestro, vuole in questo, che è il suo ultimo anno. di
insegnamento, compiere ogni sforzo affinché il suo nuovo istituto diventi al
più presto funzionale.

Le
dotazioni per gli istituti hanno portato a una spesa complessiva di oltre 63
milioni.

So
bene che l’attuale dotazione è assolutamente insufficiente ed è mia intenzione
di rivederne completamente la distribuzione non appena il piano della scuola ci
assicuri un significativo aumento della somma a disposizione.

Altri
63 milioni sono stati spesi per gli assistenti straordinari di cui solo circa
22 milioni sona a carico dello Stato.

Uno
sforzo notevole è stato compiuto lo scorso anno per migliorare l’attrezzatura
didattica e scientifica di tutte le Facoltà.

In
applicazione della Legge 24 luglio 1959, n. 622, che prevede l’acquisto di
materiale didattico e scientifico, l’Università di Pisa ha avuto assegnati
complessivamente quasi 465 milioni; una prima parte di questa somma, per circa
100 milioni, era stata assegnata direttamente dal Ministero ad alcuni Istituti;
per la più cospicua parte rimanente ha potuto ottenere che l’assegnazione fosse
fatta dal Senato accademico, tenendo conto delle varie necessità delle Facoltà.

Alle
Facoltà scientifiche è toccato circa un quinto e a quelle morali oltre i due
terzi delle somme richieste e documentate.

Molte
delle apparecchiature ed attrezzature così acquistate sono già in funzione
negli Istituiti, altre hanno già percorso gran parte del lungo cammino loro
imposto da eccezionali difficoltà burocratiche.

Desidero
qui rinnovare il mio ringraziamento al Ministro Medici per la comprensione che
mi ha sempre mostrata per questi e altri problemi dell’Università.

 

***

 

Il Consorzio
interprovinciale universitario, che è la dimostrazione dell’amore che le
Autorità locali di Pisa e delle città e province di Grosseto, La Spezia,
Livorno, Lucca e Massa Carrara hanno per la loro Università, ha dato quest’anno
un contributo di oltre 55 milioni di cui 22 sono assorbiti dalle Cattedre
convenzionate.

Desidero
ringraziare vivamente tutti gli Enti per la grande comprensione che essi sempre
dimostrano per i nostri problemi.

 

***

 

Una
grande realizzazione, voluta e sostenuta dai comuni e dalle province di
Livorno, Lucca e Pisa, e cioè la costituzione della grande calcolatrice
elettronica è ormai giunta alla fase finale. Proprio in questi giorni, nel
silenzio dei loro laboratori, i nostri giovani e valorosi scienziati e tecnici
stanno compiendo le complesse prove di collaudo, che finora hanno avuto un
successo Lusinghiero. Fra non malto questa prima grande calcolatrice
elettronica scientifica, completamente realizzata in Italia, sarà inaugurata ed
è indispensabile assicurare che il centro continui a progredire, unico in
Italia, per l’importanza di queste ricerche sia sul piano scientifico che
applicativo.

Desidero
ringraziare il Presidente del CNR, Prof. Polvani - allievo e fedele amico della
nostra Università - che recentemente ci ha concesso un contributo di 50
milioni; quanto egli ha già fatto e quanto ancor più farà potenziando il nostro
centro sulle calcolatrici elettroniche servirà al progresso della scienza
italiana.

 

***

 

Fra
le varie convenzioni stipulate la scorso anno fra l’Università di Pisa ed Enti
vari, desidero ricordare l’acquisto da parte dell’Opera Universitaria delle
macchine per la stampa già di proprietà della cooperativa «Libreria
Universitaria» al fine di favorire questa utile iniziativa e l’atto di
donazione a favore dell’Università di Lire 200.000 per un premio di studio
intitolato alla Dottoressa Mirella Gamucci per la miglior tesi di laurea in
lettere.

 

***

 

L’Opera
universitaria ha conferito la scarso anno 73 borse di studio per l’ammontare di
oltre 27 milioni e borse di studio e sussidi per circa 2 milioni.

L’assistenza
medica gratuita ha importato una spesa di 3,5 milioni e sono stati assistiti
2.780 studenti.

Grandi
cure sono state dedicate alla mensa universitaria, per la quale sono in corso
lavori per oltre 10 milioni, che permetteranno entro brevissimo tempo di
triplicare la capienza semplificando i servizi. Inoltre il prezzo del pasto è
stato portato per ora da Lire 300 a Lire 250; qualora l’affluenza degli
studenti sia notevole, riducendo così l’incidenza delle spese generali, io
spero di poterlo ancora ridurre in avvenire, non essendo la mensa una impresa
commerciale, ma uno dei modi più concreti per aiutare gli studenti di non
agiate condizioni.

L’impossibilità
di trovare altre concrete soluzioni ha fatta risorgere recentemente il collegio
Medico-Giuridico - che prima della guerra era stato creato accanto alla Scuola
Normale Superiore - nell’ambito dell’Opera Universitaria. A mio avviso la
finalità della Scuola Normale Superiore (e così dei collegi Medico Giuridico e
Pacinotti) è quello di allevare una èlite di studenti di notevole valore,
scelti su concorso nazionale, indipendentemente dalle loro condizioni
economiche. Tale fine mal si concilia con quello dell’Opera Universitaria,
creata per aiutare gli studenti bisognosi e meritevoli, anche se non in modo
eccezionale.

Grazie
alla comprensione del Ministro Medici, da quest’anno l’Opera universitaria non
provvederà più al mantenimento del Collegio Medico Giuridico ed avrà maggiori
disponibilità per l’assistenza agli studenti di tutte le Facoltà.

E’
imminente l’approvazione della Legge istitutiva del Collegio Pacinotti, per la
quale ha avuto recentemente autorevoli assicurazioni.

Io
conto, non appena essa verrà approvata, di poter mettere in cammino anche la
legge per la istituzione definitiva del Collegio Medico-Chirurgico e di poter
ad esso assicurare una sede autonoma, restituendo quella attuale all’Opera
Universitaria per l’assistenza agli studenti di tutte le Facoltà; in tale
impresa io conto sul valido aiuta del Ministro Bosco per portare a buon fine
un’opera tanto bene iniziata dal suo predecessore.

Un’altra
iniziativa è stata realizzata lo scorso anno in favore degli studenti.

Il
Consiglio d’Europa ha stabilito di effettuare uno scambio fra studenti delle
nazioni aderenti, in numero proporzionale alle capacità ricettive delle singole
nazioni. Ogni anno si sorteggiano gli abbinamenti fra le varie nazioni; lo
scorso anno l’Italia è stata abbinata alla Norvegia e mentre 15 studenti
italiani, fra cui 8 di Pisa, si sona recati per 40 giorni in Norvegia, 40
studenti norvegesi sona venuti in Italia. Mi sono assunto la responsabilità, di
fronte al Ministero della P. I., che Pisa fosse la sede universitaria ospitante
per l’Italia.

Desidero
ringraziare la Scuola Normale Superiore per la collaborazione che ci ha dato il
Prof. Bolelli che ha diretto i corsi di cultura, seguiti con profitto dagli
studenti norvegesi. Per il successo di questa prima iniziativa, posso confermare
che Pisa sarà sede anche per gli scambi futuri, che speriamo ci vengano
comunicati con sufficiente preavviso per poter operare la migliore scelta degli
studenti, pisani o no, da inviare all’estero.

Il
numero degli studenti iscritti ha continuato a salire ed è passato dagli 8464
dell’anno precedente, ai 9155 del decorso anno accademico; le lauree sona state
740, di cui 54 con lode. Più completi dati statistici sul numero degli studenti
per le varie facoltà e corsi di laurea saranno riportati sull’annuario.

Nello
scorso anno accademico l’Università di Pisa ha subìto alcune gravi perdite, che
hanno suscitato vasti rimpianti nel mondo della cultura. Ricordo, tra i
professori già collocati in pensione, il Prof. Gino Baggio, già ordinario di
clinica chirurgica; il prof. Ferdinando Belloni Filippi, già ordinario di
sanscrito; il Prof. Attilio Gentili, emerito di clinica ostetrica, cui lo
scorso anno era stata conferita la medaglia d’oro del Ministero P. I.; il Prof.
Clemente Merlo emerito di glottologia; il Prof. Alfredo Quartaroli, già
ordinario di chimica agraria. Fra i Proff. di ruolo ricordo la immatura
scomparsa di due valorosi colleghi della Facoltà di Medicina, cui tutti eravamo
legati da stima e da affetto; Giulio Buonomini, ordinario di igiene, e Giuseppe
Pintus, ordinario di clinica delle malattie nervose e mentali. Un altro grave
lutto è stato per l’Università di Pisa, come per tutta la Città, l’immatura
scomparsa dell’Avv. Aldo Fascetti: allievo di questa Università, già membro del
suo Consiglio di Amministrazione, Egli sentiva un grande attaccamento per la
nostra Istituzione. Desidero esprimere la mia gratitudine alla Presidenza
dell’IRI che - anche per tramite della famiglia Fascetti - ha voluto onorarne
la memoria istituendo delle borse di studio per laureati per complessive L.
3.600.000 annue e che ha accolta la mia proposta che il capitale di L. 72
milioni, venga subito investito a compiere un passo fondamentale in una delle
direzioni di cui vi ho prima parlato e cioè la realizzazione di una casa della
studente per l’Opera Universitaria.

Un
altro grave 1utto delle università italiane è stata la prematura scomparsa del
Dr. Mario Di Domizio, Direttore generale dell’istruzione Superiore, cui la
nostra Università tanto deve in molte delle sue realizzazioni.

Fra
il personale subalterno è deceduto Ciro Maffei, già bidello presso le
segreterie.

Desidero
inoltre ricordare Maria Grazia Macelloni, allieva del 1° anno della Facoltà di
Scienze e della Scuola Normale, morta tragicamente in un incidente alpinistico.

Nel
periodo fra il 1° novembre 1959 e il 31 ottobre 1960, sono stati trasferiti ad
altre università i Professori:

Carlo
Cattaneo, ordinario di meccanica razionale, e Paride Stefanini, ordinario di
clinica chirurgica, trasferiti all’Università di Roma; Cesare Luporini,
ordinario di storia della filosofia, e Pietro Niccolini, ordinario di
Farmacologia, trasferiti all’Università di Firenze.

A
quesiti colleghi va il ringraziamento dell’Università di Pisa per quanto ad
essa hanno dato col loro valore scientifico e le loro doti umane.

Nello
stesso periodo di tempo è stato trasferito a Pisa dall’Università di Trieste il
prof. Angelo De Martini, ordinario di diritto commerciale e sona stati nominati
professori straordinari, in seguito a concorso: Renato Bandettini, per la
Clinica odontoiatrica;

Corrado
Guzzanti, per la Tecnica ed economia dei trasporti; Enrico Scaramuzzi, per le
Coltivazioni arboree;

Alfredo
Vallini, per le Costruzioni di macchine elettriche;

A
tutti i nuovi colleghi porgiamo il cordiale benvenuto nella Università di Pisa,
con l’augurio di un 1avoro sereno e fecondo.

 

***

 

Un
particolare saluto augurale ai professori Giovanni Gigli, già assistente alla
Clinica medica e Mario Cherubino, già assistente alla clinica
otorinolaringoiatrica, passati in seguito a concorso professori straordinari
nella Università di Sassari.

 

***

 

Fra
i riconoscimenti più cospicui di carattere internazionale conseguiti da
professori del nostro Ateneo, al quale hanno recato prestigio in campo
internazionale, ricordo che al prof. Federico Melis di Storia Economica, la
città di Wervik (Belgio) ha conferito la cittadinanza onoraria; il Prof.
Moruzzi è stato nominato socio «Honoris causa» della American Phisiological
Society e il Prof. Verona, di Microbiologia agraria, ha ricevuto la Laurea
Honoris Causa dall’Università di Rio de Janeiro.

 

***

Fra
le manifestazioni più notevoli che ebbero luogo all’Università di Pisa ricordo
la celebrazione del centenario dell’invenzione - di A. Pacinotti, tenuta alla
presenza del Capo dello Stato e con una bella orazione del prof. Giovanni
Polvani; le varie mostre artistiche che si sono svolte nel corso dell’anno
all’istituto di Storia dell’Arte; La manifestazione delle nozze d’argento con la
laurea, organizzata dall’E.P.T. e che altre Università vogliono imitare; la
cerimonia commemorativa di Curtatone e Montanara del 29 maggio. Quest’anno in
tale data si avranno a Pisa le principali manifestazioni per il centenario
dell’Unità d’Italia e questa scelta attesta ancora una volta il profondo amore
e il significato che la città di Pisa dà alla sua Università.

Mi
auguro che l’appello che io rivolsi il 29 maggio dello scorso anno a docenti e
studenti sia raccolto e che d’ora in poi essi accorrano numerosi alla
celebrazione di un fatto storico così profondo di significato, che dà alla
nostra Università una posizione morale unica fra le Università Italiane.

Dall’Università
di Pisa furono organizzati numerosi congressi. Ricordo quello nazionale di
Nipiologia, quello degli studiosi di Diritto processuale civile, il colloquio
internazionale di Fisica del Gruppo Ampère, il simposio internazionale di
«Agrochimica», tenutosi a Siviglia e organizzato dall’Istituto di Chimica
agraria, il Convegno nazionale di Entomologia.

Il
Rettore ha partecipato a varie riunioni della conferenza permanente dei
rettori, alle celebrazioni del IV Centenario dell’Università di Lille e a
quella del 3° centenario della Royal Society di Londra.

Quasi
a significare quanto sia legata al progresso industriale della Nazione,
l’Università di Pisa ha conferito lo scorso anno la laurea honoris causa in
ingegneria industriale a due pionieri nel campo della industria elettronica e
della meccanica agraria in Italia: Piero Anfossi e Francesco Cassani.

Vi
ho così sinteticamente riassunto un anno di vita della nostra Università, nei
suoi molteplici aspetti. Le mete, forse ambiziose, che ho indicata all’inizio
della mia relazione sono ancora molto lontane. A voi giudicare se si è compiuto
un qualche passo in quella direzione, mentre io vi confermo che la volontà di
raggiungerle è in me, dopo un anno di intenso lavoro, immutata.

Con
quesiti intendimenti dichiaro aperto l’anno accademico 1960-61, 617° dalla
fondazione.

 

***

 

Prima
di dare la parola al collega prof. Giulio Battistini, designato dalla Facoltà
di Ingegneria, che vi parlerà sul tema «il problema delle fonti di energia»,
consegnerò la medaglia d’oro di benemerito della Scuola, della Cultura e
dell’Arte conferita dal Capo dello Stato alla memoria del prof. Armando
Carlini, già rettore di questa Università e ai professori Salvatore Cherubino e
Arturo Galli, che non può essere presente per un gravissimo lutto. E’ questo un
riconoscimento dell’intera Nazione per quanto essi hanno fatto tenendone alto
il prestigio e che torna ad onore dell’Università di Pisa.

 

Da:
Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1960-1961.

 

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