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Inaugurazione a.a. 1959-1960 [1]

Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova, 26 novembre 1959.

Relazione del Magnifico Rettore prof. Alessandro Faedo, in
occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1959-1960

 

Eccellenze,
Autorità, Signore e Signori, Colleghi, Studenti,

 

La
benevola fiducia del Corpo Accademico, che mi ha eletto Rettore dell’Ateneo
Pisano per il prossimo triennio, mi procura oggi l’alto onore di inaugurare
l’anno accademico 1959-60, 616° dalla fondazione della nostra antica e gloriosa
Università.

Le norme vigenti impongono al Rettore, in questa
circostanza, di riferire sul decorso anno accademico, mentre sarebbe giusto che
tale compito spettasse al mio illustre predecessore prof. Enrico Avanzi. Sono
però lieto di dover parlare del passato perché così potrò accennare alla
principali opere da lui compiute nei suoi dodici anni di rettorato e porgergli
ancora una volta il ringraziamento più vivo a nome dell’Università di Pisa.

Se
riandiamo con la nostra spesso labile memoria alle condizioni in cui si
trovavano gli Istituti universitari pisani dodici anni or sono - con ancora
aperte molte ferite della guerra - appare prodigioso anche a noi - sempre
scontenti del presente perché tesi verso un avvenire che vogliamo migliore -
quanto è stato realizzato in questi anni.

Io
non posso ripensare a quel tempo senza avere presente la figura di uno dei più
insigni Maestri dell’Università di Pisa, Leonida Tonelli - Maestro di scienza e
di vita - a cui io devo la mia formazione scientifica. In questo momento, per
me solenne, io rivolgo a lui il mio animo grato, confidando che il Suo esempio
e i Suoi insegnamenti mi saranno guida nell’arduo cammino.

 

***

 

Fra
le principali opere realizzate dal prof. Avanzi desidero ricordare la
sistemazione del Rettorato al palazzo «alla Giornata», la ricostituzione del
Consorzio Universitario, che ha reso possibile la istituzione della Facoltà di
Economia e Commercio, con annessa la sezione di lingue; la ricostruzione -
spesso in modo più ampio e funzionale - degli edifici distrutti dalla guerra;
l’ampliamento della sede e la creazione di nuovi Istituti della Facoltà di
Lettere e la sistemazione di quello di Storia dell’Arte; la istituzione del
Centro Studi per le calcolatrici elettroniche, dello spettrometro di massa e
del microscopio elettronico; la istituzione ormai decennale dei corsi di
cultura italiana a Viareggio e di varie scuole di perfezionamento (in
ingegneria, in fisica, in medicina nucleare ecc.); la sistemazione del Collegio
Agrario; la istituzione di fatto del Collegio Pacinotti, di cui in questi
giorni è in esame al Parlamento la definitiva sistemazione legislativa; la
ricostituzione, per ora attraverso l’opera universitaria, dei collegi medico e
giuridico con la costruzione di una nuova sede; varie convenzioni con enti per
il finanziamento di attività scientifiche, tra cui quelle particolarmente importanti
con la Olivetti, con il CAMEN e con la Dalmine; la istituzione della Mensa
Universitaria.

Mi è
gradito infine ricordare che durante il rettorato del prof. Avanzi, la gloriosa
bandiera di Curtatone e Montanara è stata decorata di Medaglia d’oro, dando all’Università
di Pisa - che ha l’onore di custodirla - il riconoscimento di un altissimo
prestigio morale fra tutte le Università italiane.

Fra
le opere iniziate di cui ci auguriamo di salutare presto il compimento, vi è
anzitutto la nuova grandiosa sede dell’Istituto di Chimica farmaceutica, al
quale speriamo che venga posta presto l’ultima pietra e che ne sia completato
l’arredamento, in modo che possa entrare presto in funzione alleggerendo in
modo decisivo la situazione di alcuni insegnamenti di chimica dell’Università
di Pisa.

Fra
le opere concepite sotto il rettorato Avanzi desidero ricordare il
trasferimento della biblioteca Universitaria nel palazzo Vitelli e
l’acquisizione all’Università di vasti terreni agricoli demaniali situati nelle
vicinanze di Pisa; di entrambi questi problemi si parla da un decennio e io mi
auguro che non sia lontano il giorno in cui essi possano essere risolti.

Un
altro grosso problema, la cui soluzione è stata più volte annunciata imminente,
è la costruzione della nuova sede della Facoltà di Medicina veterinaria. In
questi giorni, grazie alla illuminata generosità dell’Amministrazione
provinciale di Pisa (che si è aggiunta a quella già concretata dal Comune di
Pisa) e grazie alla comprensione di S.E. il Prefetto è stato sostanzialmente
acquisito all’Università il terreno su cui dovranno sorgere gli edifici
scientifici della Facoltà. Vi sono ancora ostacoli all’inizio dei lavori, pur
essendo stata già approvata la legge che assegna 400 milioni per l’esecuzione
dell’opera e la relativa convenzione. Perciò, per una superstizione che mi
vorrete perdonare, non voglio fare previsioni su quando inizieranno i lavori,
ma mi auguro di potervene dare l’annuncio a fatto compiuto.

Un
altro grave fondamentale problema è quello dell’assetto edilizio generale
dell’Università, fondata sul trasferimento in zona periferica della Facoltà di
Medicina e successivamente sullo sviluppo delle altre Facoltà nella zona ora
occupata dalle cliniche. Tale progetto è in fase ancora embrionale, essendo
stato abbozzato dal Rettore Avanzi nella scorsa estate; esso poggia le sue
speranze di realizzazione sui nuovi mezzi che il piano decennale della Scuola
promette di dare alle Università e confida nell’attaccamento che cittadini
illustri cui sono affidate altissime responsabilità - e ai quali rivolgiamo un
grato e fiducioso pensiero - hanno per Pisa e per la sua Università.

Da
parte mia assicuro che nulla lascerò di intentato e perché questi progetti
abbiano a realizzarsi e per venire incontro a tutte le altre indifferibili
esigenze edilizie degli Istituti, al fine di conquistare un più ampio respiro
per lo sviluppo futuro, equo ed armonico, di tutte

 

***

 

Nel
decorso anno accademico l’Università di Pisa ha subito alcune gravi perdite,
che hanno suscitato un vasto rimpianto in tutto il mondo culturale.

Ricordo
anzitutto Armando Carlini, professore emerito, già ordinario di Filosofia
teoretica e già rettore dal 1927 al 1935 della Università di Pisa, che a lui
deve la costruzione del Consorzio interprovinciale Universitario.

Gennaro
Fiore, professore emerito e già ordinario di clinica pediatrica, che ha dotato
l’Università di una fra le prime e moderne cliniche pediatriche d’Italia.

Gino
Gallo, professore onoraria già ordinario di Chimica applicata ed Industriale,
cui pochi giorni or sono è stata conferita alla memoria la medaglia d’oro dei
benemeriti della Cultura.

Giovan
Battista Funaioli, preside della Facoltà di Giurisprudenza e ordinario di
diritto civile, uomo retto che tutti ricordiamo con commozione e che ha dato
all’Università e alla città di Pisa - dove dal 1936 stabilmente ha risieduto -
un grande contributo di dottrina e di onestà.

Sono
inoltre deceduti lo scorso anno, ancora nel fiore degli anni, il prof. Plinio
Nello, assistente straordinario di Patologia medica, il dr. Marino Birignani,
assistente straordinario di Scienza delle Finanze e il dr. Claudio Benedetti,
assistente volontario di tecnica urbanistica.

Fra
il personale subalterno sono deceduti i bidelli Giuseppe Valeschi, Otello
Campagni, Anacleto Macelloni. Alle famiglie porgo il commosso rimpianto
dell’Università di Pisa.

 

***

 

Sono
stati collocati fuori ruolo, a decorrere dal 1° novembre scorso i professori: Arturo
Magliano, ordinario di zootecnia generale; Michele Paris, ordinario di
elettrotecnica.

Ad
essi va il nostro ringraziamento per quanto hanno dato all’Università -
ringraziamento che sarà oggi simbolizzato dalla consegna ai due illustri
Maestri delle insigne del Cherubino.

 

***

 

Sono
stati trasferiti ad altra Università i professori: Massimo Severo Giannini,
ordinario di Diritto amministrativo, a Roma; Vincenzo Maria Romanelli,
ordinario di Scienza delle Finanze, a Napoli; Marcello Conversi, ordinario di
Fisica sperimentale, a Roma; Federico Cafiero, ordinario di Analisi
matematiche, a Napoli.

Mentre
porgo un saluto riconoscente e cordiale agli illustri ex colleghi della Facoltà
di Giurisprudenza Giannini e Romanelli, il mio saluto si fa particolarmente
commosso nei riguardi di Marcello Conversi e Federico Cafiero a qui
l’Università di Pisa deve il Centro studi per le calcolatrici elettroniche, che
Conversi continuerà a presiedere fino al completamento ormai prossimo della
grande calcolatrice.

Federico
Cafiero, che succede a Napoli al suo grande Maestro Renato Caccioppoli di cui
tutti piangiamo la tragica prematura scomparsa, lascia nell’Istituto Matematico
di Pisa un vuoto che non sarà facilmente colmabile.

 

***

 

Sono
stati trasferiti a Pisa da altre Università i professori: Carlo Franzinetti, da
Trieste per la Fisica sperimentale; Francesco D’Amato, da Cagliari per la
Genetica; Danilo Cozzi, da Trieste per la Chimica analitica.

 

***

 

Sono
stati nominati a Pisa i seguenti vincitori di concorsi e cattedre
universitarie: Emilio Gabba, per la Storia greca e romana; Edoardo Vesentini,
per la Geometria analitica; Adriano Gozzini, per la Spettroscopia; Armando Gobetto,
per l’Anatomia degli animali domestici.

A
tutti i nuovi colleghi porgiamo il cordiale benvenuto nella Università di Pisa,
augurando loro un lavoro sereno e fecondo.

 

***

 

Invio
un particolare saluto augurale al prof. Salvatore Carboni, aiuto di ruolo alla
Cattedra di chimica farmaceutica e tossicologica, il quale ha conseguito la
cattedra universitaria.

 

***

 

Ricordo
ora i fatti più notevoli del decorso anno accademico:

-
Per iniziativa di questa Opera si è svolto a Pisa il 1° Convegno Nazionale
delle Opere Universitarie; al convegno che aveva per tema «Le opere
universitarie e il piano decennale della Scuola», hanno partecipato i rettori e
i direttori amministrativi di varie Università, nonché molte altre persone
altamente qualificate.

- Si
è pure svolto nell’Università il 1° Symposium annuale della Società italiana di
Cancerologia, organizzato dal prof. Stefanini.

- È
stato inaugurato il Centro di microscopia elettronica, dotato di propri locali
e di un microscopio elettronico.

-
L’Università ha stipulato convenzioni con vari enti; fra queste ricordo:

- La
firma della Convenzione con gli enti pubblici di Pisa, Lucca e Livorno per il
finanziamento della Calcolatrice elettronica e dello Spettrometro di massa;
quella con il Comune e la Provincia di Pisa per la costruzione della nuova sede
della Facoltà di Medicina Veterinaria; quella con la CRI per la istituzione di
una cattedra di Clinica odontoiatrica; quella con la Società Dalmine per la
istituzione presso l’Istituto di Scienza delle costruzioni, diretto
dall’illustre prof. Donato, di un centro studi sulle costruzioni metalliche.

- La
Rockefeller Foundation ha donato all’Istituto di fisiologia diretto dal prof.
Moruzzi la somma di $55.000 per esecuzione di ricerche scientifiche ed acquisto
di apparecchi. Sale in tal modo a $100.000 la somma assegnata da tale
benemerita istituzione all’Istituto di fisiologia e ciò costituisce un ambito
riconoscimento internazionale di cui l’Università è grata al prof. Moruzzi.

Desidero
infine ricordare che la Unione esercizi elettrici, per onorare la memoria del
compianto ing. Carlo Fascetti, ha donato la somma di L.30.000.000 per
l’istituzione di due posti di studio presso la Scuola Pacinotti e di un posto
di perfezionamento in ingegneria nucleare.

Infine
la famiglia Bruguier - per onorare la memoria del compianto prof. Giuseppe
Bruguier che con Lorenzo Mossa ha fondato a Pisa la Facoltà di Economia e
Commercio - ha donato la somma di 2 milioni per l’istituzione di un premio per
laureati in materie economiche.

All’UNES
e alla Famiglia Bruguier desidero porgere il ringraziamento dell’Università di
Pisa per le loro nobili iniziative.

Infine
comunico che nel decorsa anno, il Rettore prof. Avanzi ha rappresentato
l’Università di Pisa al Convegno dei Rettori delle Università europee a Digione
e al IV Centenario dell’Università di Ginevra.

 

***

 

Seguendo
la tradizione dovrei, ora, esporre i dati statistici sugli studenti in corso e
fuori corso iscritti alle varie Facoltà nel passato anno accademico e
confrontare tali dati con quelli analoghi relativi alle altre Università
italiane.

Io,
che sono un cultore della scienza dei numeri, ritengo di potermi concedere con
essi una certa familiarità e quindi di farvi grazia di tali aridi elenchi: chi
è ansioso di conoscerli li troverà nell’Annuario dell’Università. Vi dirò
soltanto che nel decorso anno il numero degli studenti ha superato per la prima
volta gli 8000 e che le lauree sono state 706 di cui 63 con lode: i nomi dei
migliori laureati saranno fatti nella significativa premiazione, che io intendo
continuare, che avrà luogo durante la cerimonia del 29 maggio.

Non
mi interessa conoscere quale posto occupi l’Università di Pisa nella
graduatoria delle Università italiane, fatta a seconda dell’inflazione del
numero degli studenti.

In
un primo simpatico incontro, che io ho avuto con i rappresentanti degli
studenti pisani, ho detto che desideravo che l’Università di Pisa si
distinguesse più per la qualità che per la quantità dei suoi allievi.

Desidero
in questa sede precisare il mia pensiero su questo punto fondamentale.

La
massa degli studenti si può a mio avviso dividere in due grandi categorie:
quelli che desiderano imparare nuove nozioni e coronarle alle fine con un
meritata titolo dottorale che ne faccia seria garanzia e colora che in partenza
ad un certo momento del loro cammino di studi (e non sempre per loro colpa) si
accontentano di raggiungere un diploma che - anche se può assomigliare a un
assegno a vuoto - è talvolta sufficiente a conquistare un ambita seggiolina o
anche una comoda poltrona.

E’
così sorto il fenomeno - ora meno grave che non nell’immediato dopo guerra -
degli studenti migranti ogni anno da una Università all’altra, nel tentativo di
superare in ogni sede gli esami ivi considerati più facili, per vestirsi - alla
fine di un travagliato corso di studi - di un abito dottorale che ricorda
quello di Arlecchino..

Come
si può avviare al grave problema della ricerca delle lauree facili, non essendo
pensabile in Italia di togliere l’equiparazione legale alle lauree conseguite
nelle varie Università?

Mi
risulta che alcune grandi società industriali, che ogni anno ci fanno richiesta
dei migliori laureati e che sanno fare il loro interesse, graduano, già i
laureati che loro provengono dalle varie Università seconda una scala di valori
che esse hanno costruito, basandosi sulle esperienze fatte su quelli assunti
negli anni precedenti.

Io
ritengo che sarebbe augurabile che tale metodo si diffondesse fino al punto che
ogni cittadino, dovendo ricorrere all’opera di un professionista, sentisse il
desiderio di conoscere da quale Università proviene, per sapere quali garanzie
gli vengono offerte.

Si
formerebbe in tal modo naturalmente una graduatoria di valori fra le varie
Università che dovrebbe diffondersi e che gli esperti già avvertono. È in
questa graduatoria che io mi auguro che l’Università di Pisa sia ai primi posti
e non in quella per numero di studenti, attestante soltanto un
superaffollamento cui non corrisponde mai una adeguata capacità ricettiva.

Come
si deve operare per migliorare la qualità dei nostri laureati?

Noi
attendiamo da tempo provvide riforme che rendano l’insegnamento universitario
più aderente alla vita moderna, distinguendo in ogni Facoltà fra lauree a
indirizzo scientifico e lauree professionali.

Agli
studi per questa riforma noi docenti abbiamo collaborato; però, anche nei
limiti dell’attuale legislazione, io credo che si possa ancora fare per
migliorare il nostro insegnamento, soprattutto meglio collegando fra loro corsi
che talvolta ignorano quanto avviene in altri affini e attuando meditati
aggiornamenti dei programmi.

Attendiamo
inoltre che si attui il piano decennale della Scuola, che dovrà dare alle
Università mezzi più adeguati per realizzare queste aspirazioni.

Ma
per migliorare la qualità dei nostri laureati occorre pure che i docenti di
tutte le Facoltà compiano scrupolosamente il loro dovere, non soltanto facendo
regolarmente le lezioni ma - come ho già detto - adeguandole alle esigenze
della preparazione dei giovani e facendo l’uso più razionale dei mezzi spesso
esigui a disposizione; occorre che siano potenziate le attrezzature degli
Istituti, alcuni dei quali non hanno nemmeno una sede sufficiente al compito
loro affidato; occorre che il numero degli assistenti e dei tecnici, sia
proporzionato a quello degli studenti; occorre che l’Opera Universitaria sia in
grado di dare un più ampio aiuto agli studenti meritevoli e bisognosi.

I
nostri studenti avvertono anch’essi questi problemi e io sono certo che ad essi
possiamo chiedere una maggior serietà di lavoro, richiesta che non è
incompatibile con la giocondità della vita goliardica. Di ciò ho fatto
esperienza io stesso, che sono giunto studente a Pisa non molti anni fa,
attratto dalla fama dell’Università e della Scuola Normale Superiore e non dal
desiderio di compiervi più facili studi.

Auspichiamo
quindi dai giovani quella serietà di lavoro che si raggiunge non attraverso una
gretta o preconcetta severità di esami, ma con la coscienza che docenti ed
allievi devono lavorare seriamente insieme per preparare alle nuove generazioni
un migliore avvenire.

Così
facendo noi avremo il diritto di chiedere allo Stato e agli enti locali, di
Pisa e delle vicine città, che hanno sempre avuto una illuminata comprensione
per i problemi universitari, quell’aiuto finanziario indispensabile al continuo
adeguamento degli Istituti alle esigenze dei tempi.

Con
questi sentimenti dichiaro aperto l’anno accademico 1959-60, 616° dalla
fondazione.

Prima
di dare la parola al collega prof. Carlo Alfonso Rossi che vi parlerà sul tema:
«Concezioni attuali sulle trasformazioni dell’energia negli organismi viventi»,
consegnerò agli illustri maestri Evaristo Breccia, Attilio Gentili e Giovanni
Vitali la medaglia d’oro di benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte
loro conferita dal Presidente della Repubblica, quale riconoscimento della
Nazione per quanto essi hanno fatto per tenerne alto il prestigio.

Ai prof.
Arturo Magliano e Michele Paris, collocati fuori ruolo l’Università di Pisa, in
segno della sua gratitudine, conferisce loro le insegne del Cherubino.

In
questa occasione mi è gradito consegnare al prof. Giancarlo Berti la somma di
L.100.000 costituente il premio di studio «Dott. Laura de Fazi» da lui vinto
per la seconda volta.

 

Da:
Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1959-1960.

 

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