L'Architettura nell'Ottocento

Architettura nell'Ottocento: teoria, storia, prassi e raffigurazione. Alcuni testi esemplificativi

Nel fondo storico della Biblioteca di Ingegneria spicca un nucleo di volumi riguardanti l'architettura: testi di natura teorica, trattati di epoca moderna, dizionari che hanno svolto un ruolo fondamentale nella didattica accademica del XIX secolo e che conservano un loro vitale rilievo nell'insegnamento della storia dell'architettura e del restauro. Discreta appare anche la presenza di pubblicazioni relative alla cultura architettonica e artistica toscana e in particolare quella pisana. I testi in mostra danno conto di un particolare e significativo capitolo, quello dell'evoluzione delle teorie architettoniche, muovendo dalla trattatistica di Alberti, passando per quella di Vignola e di Milizia e giungendo a quelle di Quatremère de Quincy e Choisy. Né si è trascurato di rappresentare un gruppo di opere con raggio di interesse più locale. Importante è la riedizione del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti: il contributo più notevole che sia mai stato prodotto sul versante delle riflessioni teoriche. Alberti, architetto, teorico dell'arte, scienziato, urbanista e letterato, assicurò un fondamento scientifico all'operare artistico e promosse al rango delle arti liberali la pittura, la scultura e l'architettura. Il trattato di Jacopo Barozzi da Vignola, la Regola delli cinque ordini d'architettura, è un tentativo felicemente riuscito di determinazione del canone degli ordini dell'architettura classica. L'impostazione dell'opera, un prontuario in cui viene codificato il lessico architettonico classico, è alla base della sua fortuna in ambito universitario e della larga diffusione che incontrò in tutta Europa, proseguita fin nell'Ottocento.

Schede delle opere

Leon Battista Alberti (1404-1472) Della architettura: libri dieci, Milano, Ferrario, 1833

I dieci libri in latino del De re aedificatoria, composti tra il 1443 e il 1452, furono pubblicati originariamente senza alcuna illustrazione. Questa edizione ottocentesca si arricchî di tavole in rame disegnate e incise da Costantino Gianni e di note apologetiche dovute a Stefano Ticozzi. Nell'opera Alberti discute in modo organico di tutto ciòò che attiene all'architettura: dalle nozioni che deve possedere un architetto, ai criteri di scelta dei luoghi edificabili, al materiale, ai modi di costruire, ai tipi e alle funzioni degli edifici fino ai problemi decorativi ed estetici. Viene anche affrontato il tema del restauro delle antiche costruzioni.

Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) Li cinque ordini di architettura, incisi da Giovanni Rivelanti ad uso delle scuole e delle accademie d'Italia, Milano, Pagnoni, 1861

Il trattato del Vignola, edito nel 1562, è volto alla formazione di un canone degli ordini dell'architettura classica, tentativo sicuramente riuscito che fa di questo volume una delle fondamentali opere di teorie architettoniche. Vignola spiega, grazie alle tavole e alle brevi note che le illustrano, il metodo da lui elaborato per la costruzione dei cinque ordini architettonici. Sinteticità e chiarezza espositiva hanno contribuito non poco alla fortuna del trattato, riedito centinaio di volte come testo basilare dell'insegnamento accademico dell'architettura.

Auguste Choisy (1841-1909) L'Art de bâtir chez les Byzantins, Paris, Baranger, 1883

Choisy presenta in questo volume un repertorio di edifici bizantini attraverso proiezioni assonometriche che ne evidenziano la struttura, sottolineando come l'essenza dell'architettura sia la tecnica costruttiva. Il titolo stesso rivela un'attenzione particolare agli aspetti tecnici, mentre nel 1899 l'autore redigerà una Histoire de l'architecture. Choisy fu attento anche alla teoria e alla trattatistica classica, pubblicando anche un Vitruve (1909).

Alessandro Da Morrona (1741-1821) Pisa illustrata nelle arti del disegno, Livorno, Marenigh, 1812

Si tratta di un'opera tra le più celebri nella letteratura artistica pisana. Da Morrona ne pubblicò la prima edizione tra 1787 e 1793 e la ampliò notevolmente nel 1812. L'erudizione dell'autore si dispiega in questa seconda edizione diffondendosi per tre volumi, dedicati il primo alla storia di Pisa dall'antichità al Mille e ai monumenti della piazza del Duomo, il secondo alla scultura e alla pittura dal Medioevo al XVIII secolo, il terzo alle singole chiese, agli edifici pubblici e alle grandi opere (terme, porti, acquedotti) in Pisa. Tutti i volumi sono corredati di tavole, per un totale di 32.

Alessandro Gherardesca (1776-1852 ) La casa di delizia, il giardino e la fattoria: progetto seguito da diverse esercitazioni architettoniche del medesimo genere, Pisa, Nistri, 1838

La casa di delizia, il giardino e la fattoria uscì per la prima volta nel 1826. In questo volume (che si affida in gran parte all'apparato iconografico), Gherardesca - poliedrica personalità di architetto, ingegnere, professore dell'Accademia di Belle Arti a Pisa oltre che teorico di architettura- presenta i suoi ideali architettonici: dalla casa di delizia alle case di campagna, dagli edifici agricoli alle architetture dei giardini e al teatro. Riproduce anche alcune delle sue migliori proposte progettuali insieme a realizzazioni per committenti toscani.

Ranieri Grassi (XIX sec.) Le fabbriche principali di Pisa ed alcune vedute della stessa città, Pisa, Prosperi, 1831

Si tratta di una prima raccolta di incisioni del Grassi dedicate a Pisa e alle sue architetture e comprendenti 24 tavole. Grassi si dedicò nel 1837 ad una più voluminosa Descrizione storica e artistica di Pisa e de' suoi contorni e partecipò al dibattito del 1838 sulle cause della pendenza del campanile del Duomo, sostenendone la volontarietà dimostrativa dell'abilità degli antichi maestri pisani. Tali tesi sono esposte in Ragioni dell'artificiale pendenza della torre pisana, posseduto anch'esso dalla biblioteca.

Antoine Chrysostôme Quatremère de Quincy (1755-1849) Dizionario storico di architettura, Mantova, Negretti, 1842-44

Vissuto nella stagione dell'Illuminismo e della rivoluzione, l'autore aderì al Neoclassicismo mostrando in questo dizionario (1. ed. 1792-1825) un insieme di tipi architettonici da riprodurre e sostenendo la genesi di tutta l'edilizia europea antica e moderna dall'architettura greca. L'edizione presentata è la prima traduzione italiana di Antonio Mainardi, arricchita di citazioni dei grandi trattatisti italiani.

Jacques-Guillaume Legrand (1743-1807) Essai sur l'histoire générale de l'architecture: pour servir de texte explicatif au Recueil et parallèle des édifices de tout genre, anciens et modernes, remarquables par leur beauté, par leur grandeur ou par leur singularité par J. N. L. Durand, Liège, Dom Avanzo et C., 1842

Si tratta di un testo di accompagnamento alla raccolta di disegni di Jean Nicolas Louis Durand, famoso allievo di Boullée e fautore di un classicismo romantico aperto a preoccupazioni funzionali. Le tavole presentano proiezioni di edifici di ogni tempo e genere; il saggio di Legrand descrive i caratteri distintivi di varie tipologie architettoniche, passando poi a singoli esempi. E' da notare la particolare attenzione al gotico, definizione nella quale si racchiudono tutti gli edifici che hanno caratteristiche di elevazione e leggerezza e una decorazione architettonico-scultorea.

Alessandro Manetti (1787-1865) Delle opere eseguite per l'ingrandimento della città e porto-franco di Livorno dall'anno 1835 all'anno 1842, Firenze, Le Monnier, 1844

Come dichiara lo stesso autore, si tratta della relazione "delle cose riguardanti direttamente la costruzione" di un nuovo percorso delle mura eseguito per l'ingrandimento della città e porto-franco di Livorno, espansione legata al granducato di Leopoldo II. Manetti, ingegnere e architetto, autore di tale progetto e direttore dei lavori esecutivi, dedica al granduca questa pubblicazione che si compone di 36 tavole, accompagnate dalla descrizione degli studi preliminari, dalle motivazioni della scelta del progetto, nonché dal riepilogo relativo all'esecuzione dei lavori.

Francesco Milizia (1725-1798) Principi di architettura civile, Bassano, Remondini, 1825

I Principj di architettura civile sono il più importante testo teorico sull'architettura del classicismo italiano. In questo suo capolavoro, edito nel 1781, Francesco Milizia, il più influente teorico italiano dell'architettura della fine del XVIII secolo, contempera tendenze idealistiche, funzionalistiche, normativo-artistiche e relativistiche. Riconducibili alle posizioni del razionalismo illuministico sono le sue teorie sul neoclassicismo, declinato secondo le categorie di bellezza, comodità e solidità, ispirate a loro volta a quelle vitruviane di firmitas, utilitas e venustas.
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